QUARANT’ANNI DOPO, CRISTIANI PROTAGONISTI

28 Febbraio 2018 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Diceva Aldo Moro il 28 febbraio 1978, nel suo ultimo discorso ai gruppi parlamentari della Democrazia Cristiana: “Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà. Camminiamo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi”.

Quarant’anni esatti dopo, ci troviamo noi in questo crocevia della storia. Tocca a noi del Popolo della Famiglia essere “coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso” anche se sappiamo benissimo che si tratta “di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà”. Ci sentiamo affaticati e stanchi, parliamo amareggiati di “fuoco amico e nemico”, ma ricordiamoci che le difficoltà di cui parlava Moro erano le mitragliette delle Brigate Rosse che lo uccisero poche settimane dopo quel discorso, che sterminarono gli uomini della sua scorta. Era fuoco vero e rischio mortale. Trent’anni fa la stessa sigla uccideva a Forlì Roberto Ruffilli, un altro cattolico che provava con la politica a cambiare l’Italia.

Noi siamo nani sulle spalle di giganti. Il Popolo della Famiglia, erede della lunga storia dei soggetti politici autonomi cristianamente ispirati che si apre cento anni fa con l’appello “ai liberi e forti” di don Luigi Sturzo che fonda il Partito Popolare per essere poi a stretto giro mandato in esilio a Parigi, sa che ci sono prezzi da pagare ma sono lievi rispetto a ciò che pagarono i nostri padri. Quel che conta è, il 4 come il 5 marzo, camminare insieme “perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi”.