JK ROWLING E LA LOTTA NECESSARIA

29 Febbraio 2024 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

I fatti: a Oxford il trans 26enne Scarlet Blake adesca l’ingegnere 30enne Martin Carreno, lo colpisce con una bottigliata e poi lo strangola per puro piacere, la corte stabilisce che è un delitto pianificato con la stessa crudeltà con cui il Blake aveva torturato, decapitato e poi letteralmente frullato il gatto dei vicini filmando il tutto. Condannato all’ergastolo pretende di scontarlo in un carcere femminile e i servizi giornalistici sulla vicenda si riferiscono a lui come una “donna” secondo le indicazioni del potente movimento Lgbt britannico. Il dibattito inglese diventa mondiale ora che la scrittrice JK Rowling, dopo l’ennesimo servizio di Sky News in cui ci si riferiva a Blake come una donna senza neanche accennare al fatto che fosse un trans, ha affermato: “Sono stufa di queste stronzate, questi non sono crimini commessi da una donna”.
La Rowling è letteralmente odiata dai woke che la definiscono TERF (Trans exclusionary radical feminist) cioè una femminista radicale che discrimina i trans. La scrittrice è oggetto di violente campagne di accuse e boicottaggi perché afferma da sempre che un uomo trans non può mai essere considerato donna. Le situazioni paradossali come quelle di Scarlet Blake le danno platealmente ragione, accadde un caso analogo in Scozia e proprio l’attivismo della Rowling impedì di rinchiudere uno stupratore trans in un carcere femminile come invece voleva la premier scozzese, poi costretta anche per altri fatti a dimettersi. La Rowling insomma appartiene ad un ceto intellettuale che nel mondo anglofono si batte per raddrizzare certe storture della contemporaneità con estremo coraggio, da noi gli scrittori di quel livello non ne hanno e non prenderebbero mai di punta il sistema mediatico svelandone gli inaccettabili meccanismi di falsificazione della realtà.

Da noi se osi chiamare al maschile, come risulta dai suoi documenti, il prossimo conduttore dell’Isola dei Famosi vieni letteralmente cacciato dal consesso mediatico e culturale, diventi persona non gradita. Provano a fare lo stesso anche con la Rowling, ma lei non si piega ed è una differenza decisiva. Le femministe nostrane più note invece sperano di andare a fare le opinioniste o magari anche le naufraghe all’Isola. Esito dell’assenza di coraggio è il dominio incontrastato del sistema mediatico da parte dell’ideologia transgender, con minime sacche di resistenza confinate in una sorta di ghetto sempre meno percettibile. E a Londra la Tavistock che iniettava la triptorelina ai minori la chiudono, da noi il ministro studia “le linee guida” per continuare a farla iniettare al Careggi di Firenze. Sui nostri giornali il trans se si definisce donna è donna e se al corso di arti marziali si registra come tale, applausi. La lotta è necessaria, insomma, perché una lotta flebile e intimidita genera concrete oltre che dannosissime conseguenze.

Concludendo: c’è una differenza tra un contesto in cui la lotta dura di intellettuali di peso tiene viva la riflessione dell’opinione pubblica e un contesto in cui chi lotta è ghettizzato e ha paura, mentre chi può incidere tace. Il prezzo da pagare è un odio violento, la Rowling impersonifica l’oggetto di tali campagne ma anche il coraggio con cui ci si può battere. Per discriminazione verso le persone transgender? No, tutt’altro. La discriminazione è solo quella che subiamo per voler affermare che la contemporaneità non può confondere l’essere e il voler essere, se lo fa genera follia. Meno che mai il voler essere può diventare un diritto, da brandire contro la verità di ciò che siamo per annullarla. Non può accadere e se accade, se il voler essere donna di Scarlet Blake annulla la verità che Scarlet Blake è un uomo, le conseguenze che ne derivano sono evidentemente da società impazzita. Questo è un fatto ed è palese e anche gli intellettuali italiani devono trovare il coraggio di affermarlo, almeno alcuni di essi, soprattutto le donne che in JK Rowling possono trovare un esempio. Altrimenti sono solo carne da Isola dei Famosi e il naufragio diventa l’unico destino.