Mozione congressuale per andare al governo del paese

2 Settembre 2020 Mario Adinolfi
immagine mancante
Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

I sottoscritti firmatari della presente mozione congressuale si propongono come classe dirigente nazionale e territoriale alla guida del Popolo della Famiglia e per questo si sottopongono al giudizio dell’assemblea congressuale. Chiediamo il voto su questa mozione agli iscritti al PdF per realizzare un obiettivo molto chiaro: rendere ancora più evidente e chiara l’identità pidieffina per portarla al governo del Paese e far vincere i principi essenziali (per questo non negoziabili) che a partire da diritto alla vita, tutela della famiglia naturale, difesa della libertà religiosa e della libertà educativa animino un cambio d’epoca per l’Italia che sia rilancio operoso di una stagione feconda e non ripiegamento nichilista attorno a culture mortifere. Come proclamammo all’assemblea costituente del Popolo della Famiglia al Palazzetto delle Carte Geografiche l’11 marzo 2016, la nostra azione programmatica sarà ispirata dalla Dottrina Sociale della Chiesa, ma non per questo siamo definibili come partito confessionale. Siamo anzi aperti al contributo di tutti: cattolici, cristiani di altre confessioni, credenti in altre religioni, agnostici, non credenti. Il Popolo della Famiglia ha però chiara e determinata la sua identità di partito popolare di ispirazione cristiana, posto a presidio dei principi non negoziabili, erede dell’intuizione di don Luigi Sturzo che per primo rese protagonisti i cristiani italiani in politica con un soggetto politico autonomo, dunque aderenti alla vasta vicenda del popolarismo italiano ed europeo.
Per quattro dei settantaquattro anni di storia della Repubblica italiana abbiamo incastonato nel mosaico di voci che la compone quella preziosa e netta del Popolo della Famiglia. Lo abbiamo fatto tutti insieme, coinvolgendo centinaia di migliaia di persone che ci hanno dato il loro voto. Nel quadriennio 2016-2020 avete trovato sulla scheda in qualche modo e avete dunque potuto votare il simbolo del PdF alle elezioni politiche nazionali del 2018, alle elezioni europee del 2019, alle elezioni regionali del Molise 2018, del Piemonte 2019, dell’Emilia Romagna e della Liguria 2020, alle suppletive Camera a Roma 2020. Per quanto riguarda le amministrative ci siamo presentati nelle seguenti città: Torino, Novara, Imperia, Genova, Milano, Varese, Brescia, Crema, Bolzano, Verona, Padova, Treviso, Conegliano, Venezia, Vicenza, Bologna, Modena, Forlì, Cesena, Rimini, Riccione, Ravenna, Faenza, Massa, Perugia, Macerata, Teramo, Chieti, Roma, Napoli, Salerno, Lecce, Cagliari, Matera, Gela, Agrigento, Mugnano di Napoli, Ercolano, Pomigliano d’Arco, Senigallia, Castrovillari, Arezzo, Imola, Saronno, Moncalieri, Conversano più una infinità di piccoli comuni. Abbiamo due vicesindaci e dieci eletti, abbiamo portato in Gazzetta Ufficiale la proposta di legge sul reddito di maternità sostenuta da oltre cinquantamila italiani, depositandola in Parlamento. Quotidianamente abbiamo elaborato idee e avanzato proposte, alternative ai quattro governi che abbiamo visto passarci davanti in quattro anni (Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2), si trovano pubblicate su La Croce. Abbiamo costruito un luogo di formazione permanente collegato a La Croce e denominato Università della Politica, abbiamo sperimentato per primi su Facebook le videoconferenze con la PdF Tv ora approdata nell’esperienza tutta nuova della PdF Radio su cui puntiamo molto per arrivare a parlare ben oltre la soglia del nostro ascolto abituale.
Perché in questo quadriennio abbiamo avuto dei limiti, siamo i primi a riconoscerli: limiti politici, limiti economici, limiti organizzativi, limiti mediatici. I firmatari di questa mozione intendono portare il PdF oltre questi limiti, proponendo intanto un organigramma chiaro con una classe dirigente diffusa su tutto il territorio nazionale che sarà protagonista del radicamento del Popolo della Famiglia in ogni singolo Comune del Paese, dove peraltro già ora ci sono persone che ci votano e neanche conosciamo. Sarà proprio l’ossatura organizzativa disegnata da questa mozione, se il congresso lo vorrà, a farsi carico di una dimensione politica piena lasciando come sempre piena libertà di azione ai livelli locali, ma con un rapporto più coordinato con il direttivo nazionale. In questo tempo segnato dalla tragedia Covid le cui conseguenze economiche si abbatteranno sulle famiglie italiane, dobbiamo essere protagonisti di una proposta politica tangibile, che davvero accompagni i “penultimi” fuori dal cono d’ombra anche esistenziale in cui rischiano di finire. Per chi saprà dare risposte concrete e credibili, non ideologiche, si schiude un tempo di opportunità al servizio del Paese. C’è un decalogo di impegni politici che noi intendiamo realizzare se chiamati a governare il Paese. Lo ricordiamo per punti rapidi a tutti gli iscritti:
1. Il Reddito di maternità per battere denatalità e aborto;
2. Riforma fiscale del quoziente familiare con particolare attenzione alla famiglia monoreddito;
3. Legge elettorale proporzionale pura con premio di governabilità alla coalizione (e no al referendum 2020);
4. Abrogazione del reddito di cittadinanza per usare i 7 miliardi annui su reddito di maternità (mille euro al mese per otto anni) e sostegno alla disabilità;
5. Libertà scolastica e riforma basata sul costo standard, con erogazione alle famiglie del buono scuola;
6. Aumento del fondo del Servizio sanitario nazionale per migliorare l’assistenza agli anziani;
7. Guerra alle dipendenze in particolare giovanili (alcol, droga, ludopatia, pornografia).
8. proclamazione del diritto universale a nascere e del sofferente ad essere curato: no ad aborto, suicidio assistito, eutanasia;
9. abrogazione della legge Cirinnà e rafforzamento delle norme contro l’utero in affitto, no alla propaganda gender nelle scuole;
10. Sostegno ai giovani che intendono sposarsi e aprire imprese familiari, finanziamento a quelle esistenti entrate in crisi per il crollo dell’economia causata dal Covid, per prevenire anche il crollo dell’occupazione in particolare a tempo determinato degli under 35.
Il decalogo degli impegni programmatici non è esaustivo di tutte le azioni che il PdF svolgerà nei prossimi quattro anni e molto sarà demandato alle sensibilità dei dirigenti locali. Se questa mozione prevarrà sarà cura dei dirigenti locali firmatari della mozione stessa costruire una organizzazione capillare da misurare proprio sulle iniziative, con dirigenti provincia per provincia impegnati a far crescere il PdF comune per comune, proprio con mobilitazioni che partano dai bisogni concreti del territorio che andranno a infittire il programma di azione politica del Popolo della Famiglia.
Solo così diventeremo di più, molti di più. L’obiettivo ora è di spalancare porte e finestre, di parlare oltre le nostre ristrette cerchie, di giocare in campo aperto. A ognuno che incontreremo nella nostra quotidianità diremo: entra nel solo luogo dove si fa la storia essendo ognuno protagonista, iscriviti al Popolo della Famiglia, partecipa all’attività nazionale e locale, leggi il quotidiano La Croce, ascolta la PdF Radio e proponi le tue idee; milita nell’unico movimento politico erede della secolare storia del popolarismo italiano, che venne immaginato e fondato da don Luigi Sturzo come risposta dei cristiani all’avanzata tumultuosa delle proposte ideologiche e per questo intrinsecamente violente; compi la tua scelta di impegno per il bene della Repubblica italiana, per la piena attuazione dell’articolo 31 della sua Costituzione, per la riaffermazione di una radice cristiana smarrita la quale l’Italia e l’Europa sembrano aver perso la corretta direzione di marcia. Non invocare il cambiamento, incarnalo con una scelta di impegno. Il Popolo della Famiglia ti aspetta, facciamo la storia.
Saremo credibili se faremo tutto questo con costanza e con la rinomata “tenacia pidieffina” che necessita di altri quattro anni di impegno per andare al governo del Paese, costruendo alleanze se sarà possibile farlo o andando dritti per la nostra strada se non sarà prestato ascolto alle nostre priorità. Il Popolo della Famiglia nei suoi primi quattro anni di vita ha dimostrato di saper fare questo o quello, a seconda delle condizioni politiche, senza avere paura. Continueremo a tenere la barra dritta perché non abbiamo interesse al potere per il potere, le poltrone non ci hanno mai affascinato, a noi interessano i temi da portare al governo della comunità. Dopo il primo quadriennio sanno tutti che con noi non si tratta mai in termini di assetti o blandendo i singoli, gli assetati di quel tipo di esito li abbiamo persi (per fortuna e inevitabilmente) molto presto nel cammino dopo che avevano fatto magari qualche promessa di troppo, tradendola e dimostrandosi così per quello che sono: Leonardo Sciascia li avrebbe battezzati quaqquaraqquà. Chi è arrivato nel Popolo della Famiglia degli Anni Venti è invece certamente una persona rispettata da tutto il panorama politico, si sa che noi abbiamo una parola sola e di questi tempi non è poco. Vedrete, sarà una parola che peserà e molto. Saremo ago della bilancia dei futuri equilibri del Paese con i consensi che continueremo ad accumulare uno ad uno, perché il voto di ogni persona è prezioso perché per noi è preziosa la persona.
Chiediamo al primo congresso nazionale del Popolo della Famiglia di concedere il voto favorevole alla nostra mozione e di accompagnarla con una collaborazione attiva se dovesse essere prevalente. Chi crede, anche con una preghiera. Tutti, con una forte e motivata attività di comunicazione che faccia scoprire all’Italia intera quella straordinaria comunità che prosegue nel suo cammino che si chiama Popolo della Famiglia.