Liberticidi

30 Luglio 2020 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

La vicenda Salvini dura in realtà da trent’anni, da quando nel 1990 Cossiga cominciò a spiegare che senza riforme, anche e soprattutto della magistratura, tutto si sarebbe accartocciato. Il Pds, che aveva strettissimi legami con i magistrati, scrisse con il magistrato Luciano Violante una messa in stato d’accusa per alto tradimento riuscendo a far maturare alla fine del 1991 la decisione di Francesco Cossiga di dimettersi da presidente della Repubblica, decisione ufficializzata il 25 aprile 1992 subito dopo le elezioni politiche vinte da Craxi, Andreotti e Forlani. Il Pds non gradì il risultato e i magistrati di Milano con il pool composto da Di Pietro, Davigo e Colombo coordinati da D’Ambrosio e Borrelli lavorarono un annetto per mandarli tutti alla sbarra. Nel 1993 la Dc si sciolse, Craxi finì a morire in Tunisia, Andreotti processato per mafia, Forlani con la bavetta al processo Enimont. Però, porcapupazza, anche le elezioni del 1994 furono vinte da uno che non piaceva al Pds. E allora daje con il pool di Milano contro il nuovo vincitore, incessantemente, fino a condannarlo per frode fiscale e cacciarlo dal Senato. Ah, per i meriti acquisiti sul campo e per non aver dato fastidio con le inchieste ai partiti eredi del Pci, Antonio Di Pietro ottenne un collegio sicuro da senatore nel rossissimo Mugello. Venne subito raggiunto dal suo capo Gerardo D’Ambrosio, senatore con seggio regalato per quali meriti se non per aver indagato con pervicacia sempre gli stessi, cioè gli avversari degli eredi del Pci? A Gherardo Colombo il Pd offrì un più modesto seggio nel consiglio d’amministrazione della Rai e a Pier Camillo Davigo il M5S ha garantito un posto al Csm. Ora condanneranno Salvini a più di due anni per la Gregoretti o per la Open Arms, togliendogli così la possibilità di candidarsi. Ai magistrati che lo avranno fatto fuori “anche se ha ragione” (dicunt intercettazioni di Luca Palamara) daranno qualche altra medaglia. Ma non hanno capito che possono anche eliminare per via giudiziaria Cossiga, Andreotti, Craxi, Forlani, Berlusconi, Formigoni e Salvini ma gli italiani non faranno mai vincere le elezioni a un comunista. Proprio perché temono di veder lesa la propria libertà.