Mario Adinolfi: Saviano, la cocaina e la strana libertà

6 Settembre 2019 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Roberto Saviano ha proposto di legalizzare la cocaina per contrastare così le mafie. Tutti persi a metterci addosso le magliette da ultras da giallorossi in servizio o da gialloverdi orfani, a costruire le curve dei sostenitori del governo o degli oppositori da piazza e Papeete, uno dei più incidenti intellettuali italiani formula questa ideuzza e quasi cade nel vuoto. D’accordo, Saviano ha proposto di legalizzare la cocaina alla conferenza stampa di lancio della sua fiction sulla cocaina basata sul suo romanzo sulla cocaina (ZeroZeroZero) quindi qualcuno ha derubricato lo spunto creativo dello scrittore campano a banale operazione di marketing per far parlare. Io non credo sia così: Saviano è da tempo collocato sul fronte della battaglia per la legalizzazione della cannabis, da bravo campione anticamorra con la motivazione che così si tolgono soldi a quelli di Gomorra. Poiché con la cocaina i clan fanno molti più soldi che con il fumo che è droga povera e ingombrante, la conseguenza logica di un antiproibizionista è la legalizzazione della cocaina, dell’eroina, di tutte le droghe sintetiche attualmente in commercio dall’Ecstasy all’Mdma.

Saviano conosce bene il mercato della cocaina e lo racconta bene: con duemila dollari compri un chilo di purissima in Colombia, con cinque chili fai un milione di ricavi. Milioni di persone si fanno, in Italia provocando duecento morti l’anno e la disperazione in milioni di famiglie. Non ho capito bene come Saviano intenda concretamente declinare la sua proposta di legalizzazione (probabile che non ne abbia la minima idea) ma o lo Stato italiano si mette a produrre droga o la importa. Poi vende le dosi in farmacia, con tasse e costi di produzione “legale” che renderà sempre conveniente rivolgersi al mercato illegale parallelo. Ma facciamo finta che questo magicamente sparisca come nella favoletta antiproibizionista che ci propina Saviano. Se la dose puoi comprartela dal tabaccaio o al limite in farmacia con un pacco di preservativi o la pillola del giorno dopo, ci saranno più o meno drogati? La pillola del giorno dopo finché necessitava di ricetta medica vendeva tredicimila scatole l’anno, dopo la “liberalizzazione” del marzo 2015 ha visto vendere un milione di scatole.

Molti Stati degli Stati Uniti hanno liberalizzato la cannabis da tre anni a questa parte. Che figo le mafie non incassano più la loro stecca sul fumo e allora si sono messe a vendere il Fentanyl comprato illegalmente a pochi spiccioli da laboratori che lo sintetizzano in Cina e immesso sul mercato statunitense a prezzi accessibili come quelli delle canne. Risultato: duecentomila morti in tre anni nei soli Stati Uniti. Guadagni infiniti per le mafie. Che facciamo Saviano, legalizziamo pure il Fentanyl, lo facciamo vendere nelle farmacie? Si tratta di una droga sintetica ottanta volte più forte della morfina. E tranquillo, se decidi di legalizzare, le mafie hanno già pronto il Carfentanyl cento volte più potente del Fentanyl. Perché, caro Saviano, nella tua strana idea di libertà che coltivi da anni non vedi che il binario porta dritti all’infelicità cronica e alla morte. Per curare questa infelicità profonda non devi dare una dose a tutti più una pasticca di psicofarmaco a chi (ancora) non si fa. Devi dare un senso. Quindi una idea vera di libertà.

Il fentanyl è il più potente farmaco per la terapia del dolore dei malati oncologici, quelli che soffrono di “dolori incoercibili” e che voi vorreste direzionare verso suicidio assistito e eutanasia, perché la vostra strana e disperata idea di libertà la vedete sempre e solo drammaticamente contigua alla morte (e per certi versi i tuoi libri e le serie tv che firmi lo confermano). Perché non scommettere invece su una libertà che è vita e lotta? Un magistrato come Nicola Gratteri ti spiegherà agevolmente, meglio di come abbia fatto io in questo scritto, perché l’unica politica possibile sulla droga è l’efficace lotta al narcotraffico, altro che legalizzare la cocaina. E così il fentanyl usiamolo per cancellare la paura del dolore fisico che voi alimentate con immagini e scritti per far approvare altre depenalizzazioni-mattanza come quella dell’articolo 580 per salvare Marco Cappato dalla giusta punizione.

Ribaltiamo il piano, dalla resa alla lotta: alla camorra, all’infelicità, alla morte. Perché la tua strana idea di libertà, caro Roberto, questo è: solo una resa.