Abbiamo denunciato, per primi e finora da soli, la decisione del ministro della Salute di concedere il timbro governativo a un “sito prodotto” (per capirci, una vetrina pubblicitaria) di EllaOne, descritto come “farmaco per la contraccezione d’emergenza”, ben più nota come pillola dei cinque giorni dopo. Nessun farmaco ha avuto questo privilegio, è la prima volta nella storia italiana che un prodotto farmaceutico ottiene il via libera da un governo a farsi pubblicità. James MacDonald di Hra Pharma, che già aveva avuto un regalo colossale dallo Stato quando EllaOne è stato trasformato dall’Aifa nel 2015 in farmaco da banco totalmente liberalizzato (da farmaco necessitante prescrizione medica), esulta di nuovo con una dichiarazione paradossale. Il sito prodotto di EllaOne fornirà alle donne italiane una “educazione sentimentale”. Tale educazione ha al fondo il concetto che i figli sono una rogna, è l’evoluzione radicale dell’ideologia della contraccezione: il sesso deve essere completamente distaccato dalla finalità procreativa, procreare è un danno che va evitato. E dove non arriva la contraccezione meccanica in lattice, ecco arrivare quella chimica a base di ulipristal acetato, il principio attivo di EllaOne che consente la “contraccezione di emergenza” anche cinque giorni dopo l’atto sessuale. La bugia è evidente a tutti: cinque giorni dopo l’atto sessuale il bambino è bello e concepito, l’ulipristal acetato impedendo l’annidamento della morula provoca la fine di quella vita nascente e la sua espulsione dal corpo femminile.
A seguito della nostra denuncia, che ha anche un versante politico (ancora un atto contro la cultura della vita e della famiglia naturale del “governo di tregua per i cattolici”, la denatalità non era un’emergenza?), siamo stati come al soluto fatti oggetto di una campagna di attacchi e insulti. Saremmo dei bugiardi perché EllaOne non produce aborti ma è assimilabile alla pillola anticoncezionale, ovviamente ci sono link che propagandano questo concetto, così come farà il “sito prodotto” autorizzato dal ministero della Salute e messo in piedi da Hra Pharma. Il problema è che quei link e i produttori stessi di EllaOne spacciano fake news. Mentono sapendo di mentire.
Sono costretti a farlo perché se si dimostrasse che EllaOne è un farmaco abortivo non solo non sarebbe mai immaginabile per esso una vetrina pubblicitaria addirittura autorizzata dal governo, ma non potrebbe mai essere venduto in farmacia, lo vieta la legge. Ma per far contenti (e ricchi, ancora più ricchi) quelli di Hra Pharma non solo EllaOne ha ottenuto l’autorizzazione alla vendita in farmacia, ma con la citata liberalizzazione senza più necessità neanche della ricetta medica del 2015 ad opera dell’Aifa è passata dalla vendita di appena 13.000 scatole fino a quell’anno alla vendita di centinaia di migliaia di pezzi dopo quell’anno. Ora il sito vetrina autorizzato dal governo serve a portare EllaOne a ridosso della vendita di un milione di scatole: ogni scatola costa 26.90 euro, a Hra Pharma è stata regalato un sei al Superenalotto. La proiezione è purtroppo evidentissima nelle cifre. Prima della liberalizzazione nel mese di gennaio 2015 sono state vendute 1.655 scatole, a maggio 2015 subito dopo la liberalizzazione 9.121 scatole, a gennaio 2017 si era arrivati a 20.578 scatole mentre il totale dell’anno 2016 era stato di 238.836 scatole. Chiunque sappia minimamente far di conto sa calcolare il tasse di crescita e sa valutare quanti soldi una scelta politica ha consegnato alle tasche di Hra Pharma. Tutto questa montagna di quattrini si azzererebbe se fosse dimostrato che EllaOne non è un farmaco contraccettivo ma un farmaco abortivo. E senza dubbio alcuno è un farmaco abortivo, la locuzione “contraccezione d’emergenza” è solo un trucco linguistico per consentire quel che non poteva essere consentito: la vendita in farmacia di EllaOne.
La definizione di farmaco contraccettivo è piuttosto semplice, assolutamente banale: si tratta di un farmaco che impedisce il concepimento. Le donne prendono la “pillola”, un farmaco contraccettivo a base di estrogeno e progestinico che combinati insieme bloccano la sintesi degli ormoni Fsh e Lh, per congelare l’ovulazione. Senza ovulazione non c’è concepimento, è impedito. Ecco dunque un farmaco contraccettivo. L’altro metodo anticoncezionale è meccanico, è l’uso del preservativo: una barriera in lattice impedisce agli spermatozoi di iniziare il loro viaggio alla ricerca dell’ovulo. Dunque i metodi anticoncezionali, quelli che impediscono il concepimento, hanno come finalità quella di evitare il contatto tra gameti maschili e femminili. Già, perché se un farmaco contraccettivo è quello che impedisce il concepimento, come è ovvio, resta solo da domandarci: cos’è il concepimento?
Ci facciamo aiutare da un qualsiasi manuale di medicina, da cui traiamo la definizione testuale: “Il termine concepimento definisce l’avvenuta fecondazione dell’ovocita da parte dello spermatozoo”. Semplice e persino ovvio. Quando avviene il concepimento? Dallo stesso manuale di medicina ricaviamo la risposta che conosciamo tutti: “Spermatozoo e ovulo si incontrano a livello della ampolla tubarica, l’unione di queste due cellule dà vita a un nuovo essere umano, in ventiquattro ore il Dna dello spermatozoo si unisce a quello dell’ovocita: entrambi portatori di 23 cromosomi, formano la prima cellula del bambino che avrà 46 cromosomi. La prima cellula del nuovo essere umano contiene già nel patrimonio cromosomico tutte le informazioni genetiche che lo caratterizzeranno”. Dalla singola cellula nascerà la morula, primo “ammasso di cellule” (per usare un’espressione cara agli abortisti) che cercherà di annidarsi nell’utero materno per trarre alimento per la propria crescita. EllaOne interviene per impedire l’annidamento. Non per impedire il concepimento. Non è un farmaco contraccettivo. Molto semplicemente e ovviamente è un farmaco abortivo, che uccide un essere umano esistente, unico e irripetibile.
Non voglio avviare un dibattito tra abortisti e antiabortisti, è completamente inutile in questa sede. Chi ritiene lecito l’aborto a maggior ragione ritiene lecito l’uso di questo farmaco. Chiedo però anche agli abortisti, a qualsiasi persona di buona volontà: non vi sentite presi in giro dal gioco di parole neolinguistico che racconta come “contraccezione d’emergenza” quel che è un’altra cosa evidentemente e lo fa semplicemente per regalare decine di milioni di euro a una casa farmaceutica con tanto di timbro governativo al sito pubblicitario vietato a qualsiasi altro farmaco? Non vi sentite, come cittadini, truffati e fregati, privati di un altro pezzo di verità, a favore dei soliti noti che vogliono fare solamente soldi, tanti soldi, sempre più soldi? Non c’è ironia nel notare che questi giochini a fregare siano politicamente imbastiti oggi da quelli che fino a ieri gridavano “onestà onestà”?
La prima emergenza nazionale, quella a cui nessuno vuole mettere mano seriamente con politiche familiari adeguate, è la denatalità. L’unico farmaco autorizzato a pubblicizzarsi è quello che punta a impedire la nascita di bambini. Davvero questa a noi pare una follia. A cui, forse stavolta tutti insieme sia pro-life che pro-choice, possiamo porre rimedio facendo giustizia e togliendo qualche soldo di ingiusto profitto ad una casa farmaceutica.