LE RAGIONI DI UN VOTO DECISIVO

3 Giugno 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

La campagna elettorale si è formalmente chiusa e si possono trarre alcune riflessioni utili all’espressione del voto di ciascuno domenica prossima. Una campagna elettorale strana in cui si è parlato del referendum del 2 ottobre, di come avrebbero votato i partigiani o Casa Pound, di quanto fosse o meno un plebiscito su Renzi, mentre le amministrative del 5 giugno sono rimaste sullo sfondo. Eppure si aprono le urne in 1.358 comuni, vanno a votare quasi quattordici milioni di italiani e, soprattutto, si delineano degli equilibri politici che saranno duraturi.
I quesiti sul tappeto sono tre:
1. Riuscirà il Movimento Cinque Stelle a dimostrarsi forza di governo e a conquistare almeno una delle grandi città, segnatamente Roma?
2. Il braccio di ferro in atto nel centrodestra sarà vinto dal duo lepenista Meloni-Salvini o Berlusconi ancora una volta risorgerà con il coniglio dal cilindro inventato per sostenere Alfio Marchini?
3. C’è spazio politico per una formazione non marginale alla sinistra del Pd?
Come vedete si tratta di quesiti politici, riguardano la lotta di potere, nulla hanno a che fare con programmi amministrativi e proposte per la città. L’unico elemento di interesse che lega i principali partiti politici a queste elezioni comunali è il dislocarsi di equilibri di potere probabilmente modificati. Triste dirlo, ma del destino della città costoro hanno poco o punto interesse. Per quel poco che conta credo che Virginia Raggi non vincerà a Roma, che lo scontro tra lepenisti e moderati nel centrodestra si risolverà in uno stallo con la Meloni e Marchini fuori dai giochi, credo che il Pd di Renzi si affermerà anche a scapito di Sinistra Italiana, soggetto politico residuale che consentirà ai dem di schierare Giachetti al ballottaggio per il Campidoglio.
Poi, c’è un altro elemento decisivo di questo voto che si terrà il 5 giugno, nella data esatta in cui entrerà ufficialmente in vigore la normativa sulle unioni gay. Siam gente che non crede alle coincidenze. Il 5 giugno è una data spartiacque in cui l’offensiva antifamilista e progender incasserà una vittoria importante, partendo da lì alla conquista di altre casematte normative: legge Scalfarotto con pene fino a sei anni per il generico reato di “istigazione all’odio omofobico”, riforma del divorzio per farlo passare da breve a lampo, legge sull’eutanasia e legalizzazione della droga. Si può costruire una diga che impedisca l’avanzata di questa ondata maligna?
Ancora una volta queste elezioni amministrative offrono l’occasione. Se la sera del 5 giugno l’Italia si sveglierà con un importante risultato del Popolo della Famiglia, soggetto politico fondato sui principi non negoziabili quando altri li hanno trascinati nel loro negozio e venduti per quindici denari e una poltrona da ministro della Famiglia, allora gli equilibri politici si modificheranno. Un popolo che era dato per disperso e ormai irrilevante avrà deciso di far sentire di nuovo il suo peso: accadrà se le liste e i candidati sindaci del Popolo della Famiglia in tutta Italia avranno risultati ragguardevoli. Allora si capirà che aver operato la vergognosa forzatura con la legge sulle unioni gay che hanno spalancato la strada ai conseguenti diritti di filiazione fino all’utero in affitto, ha prodotto una reazione nell’elettorato. Tale reazione sarà misurata dalla densità del consenso per il Popolo della Famiglia e per i suoi candidati sindaco. Per questo è decisivo il voto di ogni lettori a favore di questo laboratorio politico che mira a far tornare i cattolici a contare, almeno come forza interdittiva rispetto a progetti normativi maligni che vanno assolutamente fermati. Altrimenti sarà l’Italia ad andare verso il baratro.
L’unico modo per ribaltare il piano inclinato è votare Popolo della Famiglia e lasciare a bocca aperta l’Italia, come dopo il primo Family Day. Occorre far capire al sistema mediatico e politico che i cattolici si sono saputi organizzare autonomamente per far sentire la loro voce. E di qui marciare per il passo successivo del progetto: essere determinanti alle prossime politiche e andare al governo del paese per fermare dai luoghi dove si formano le decisioni eventuali progetti normativi contro la vita e contro la famiglia. Tutto passa dal voto decisivo del 5 giugno a favore del Popolo della Famiglia e dei suoi candidati sindaco. Vai anche tu a votare e cambia la storia, non rassegnarti, opera una modifica degli equilibri tra i partiti di cui non si potrà non tener conto. I cattolici possono unirsi e tornare ad essere protagonisti oppure coltivare ulteriori passi di una diaspora che li ha resi sconfitti e irrilevanti. Le ragioni dell’unità sono tutte dentro al voto al Popolo della Famiglia.