Leggo Giorgio Celsi attaccare con cattiveria Eugenia Roccella dicendo “non può rappresentare il mondo pro-life”. Sempre Celsi qualche giorno fa attaccava noi di Una firma per la Vita (il comitato presieduto da Nicola Di Matteo) affermando che la nostra proposta di legge non è abbastanza antiabortista perché prevede la salvaguardia della donna in pericolo di vita. Il Movimento per la Vita ed altri importanti esponenti pro-life hanno rifiutato di raccogliere firme per la sua proposta di legge Un cuore che batte.
Anche a me non piaceva la proposta di legge di Celsi, per motivi diversi da quelli esposti dalla Roccella, ma nonostante questo mi sono impegnato con tutto il Popolo della Famiglia a raccogliere decine di migliaia di firme mettendo come priorità l’unità del mondo pro-life rispetto a un testo che non è antiabortista (la donna dopo aver ascoltato il cuore che batte può fregarsene e abortire lo stesso) e si voleva inserire nella legge 194 anziché debellarla. Pur essendo critico, ho taciuto e ho lavorato affinché Celsi avesse successo e ho girato anche video di propaganda affinché la sua proposta di legge fosse firmata da tutti.
Io contrasto la Roccella politicamente, milito in un partito diverso che è all’opposizione del governo, ma mai mi sognerei di dire che non rappresenta il mondo pro-life, la sua storia lo testimonia, all’ultimo salone del libro di Torino non volevano farle presentare il libro perché giudicata antiabortista, così come è capitato a me in tante altre città per il mio libro, così come feroci critiche sono piovute sulla testa di Incoronata Boccia che il Pd vuole cacciare dalla vicedirezione del Tg1.
Parlo di Celsi perché non è un nome mediaticamente noto così gli regalo un po’ di visibilità mentre sta tartassando i giornali con comunicati stampa che non usciranno da nessuna parte in cui attacca ad alzo zero e davvero con violenza la Roccella, sul piano personale. Parlo di lui per dirgli che non si fa così, non si parla male degli altri pro-life perché per i pro-life è già abbastanza dura, non serve a nulla il fuoco amico. Parlo di Celsi per parlare di tutti noi: Popolo della Famiglia, Pro Vita, Un cuore che batte, Una firma per la vita, Movimento per la Vita, Ora et Labora, Comitato no 194 e infinite altre sigle e siglette ognuna dedita al proprio orticello. Bisogna superare le divisioni e smettere di sparlare gli uni degli altri o di dare lezioni di purezza morale, perché siamo tutti criticabili.
Bisogna superare le reciproche stupide divisioni e pure se la legge sul cuore che batte è sbagliata per tanti versi, io sono fiero di aver aiutato Celsi a raccogliere le firme con tutti i militanti del Popolo della Famiglia. Che sono rimasti delusi quando hanno sentito Celsi negare qualsiasi forma di aiuto a Una firma per la vita, accampando ragioni di lana caprina visto che la sua proposta di legge è talmente poco antiabortista che si inserisce nella legge 194 che permette l’aborto. Ma per noi la critica di fondo è stata assolutamente superata dal bisogno di unità che deve attraversare tutto il mondo pro-life come priorità delle priorità.
Anche per questo le critiche che pure possono essere rivolte al ministro Roccella non devono diventare mai sguaiate o addirittura miranti a negare sul personale la sua caratteristica di esponente pro-life. Non facciamo regali ai nostri avversari, dividendoci con tanta ferocia tra noi. Anzi, aiutiamoci sempre perché è il presupposto per poter andare in battaglia, una battaglia che mai come ora si può provare a vincere ed il segnale sui pro-life nei consultori lo spiega. Appena ottenuto un risultato concreto così si spara contro il ministro che l’ha sostenuto? Bisogna essere parecchio masochisti per agire così. Un esercito diviso in gruppettini tra loro concorrenti, però, è già sconfitto.