BREVE STORIA DELL’UMANITÀ

29 Aprile 2024 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia

L’universo ha 14 miliardi di anni, il pianeta Terra 4.5 miliardi di anni, l’homo sapiens comparve in Africa 300mila anni fa, la civiltà umana organizzata nei primi villaggi agricoli dura da meno di diecimila anni. La prima forma di legislazione scritta, il codice di Hammurabi, risale a 3.800 anni fa. Dopo varie forme di imperi (babilonese, egiziano, persiano, alessandrino, romano, carolingio, ottomano, napoleonico, austroungarico, cinese, giapponese, coloniale, sovietico) e dopo la cesura della nascita di Cristo che spacca in due la storia, siamo reduci dal XX secolo, il più crudele della storia dell’umanità: quasi 120 milioni di morti in due guerre mondiali, più un’infinita di guerre regionali molte delle quali continuano a tutt’oggi.

Quattromila anni fa non scrivevamo neanche, oggi abbiamo tutto lo scibile umano in un iPhone connesso ad una rete planetaria in continua crescita, eppure tutto il clamoroso progresso che in un tempo relativamente brevissimo siamo riusciti a costruire, sembra essere servito prevalentemente a trovare modi sempre più efficaci per autodistruggerci. Affinché il XXI secolo possa essere il primo della storia dell’umanità a non vivere guerre più distruttive di quelle del secolo precedente, l’unico strumento sarebbe frenare il commercio delle armi con l’inevitabile sviluppo tecnologico delle stesse. Invece la spesa militare complessiva è da nove anni consecutivi in aumento, ha superato i 2.500 miliardi di dollari, con il congresso americano che ha appena stanziato 61 miliardi di dollari per la guerra in Ucraina e la Commissione europea che ha invitato i 27 Stati membri ad aumentare nel prossimo quinquennio la spesa per armamenti.

Gli arsenali nucleari pullulano con nuovi players (Iran e Corea del Nord) pronti ad inserirsi nel gioco a premere il tasto rosso che distruggerebbe l’umanità. Nella storia solo l’Impero di Roma riuscì a garantire al mondo un secolo di pace, che durò dal 75 dopo Cristo al 167, quando con le prime invasioni barbariche i meccanismi bellici si rimisero in moto. La Pax Romana venne celebrata edificando templi e sviluppando le infrastrutture di una città che divenne così davvero Caput Mundi. Lo studio della storia dovrebbe convincerci a fare dell’Italia di nuovo un luogo promotore di pace, invece siamo il sesto Paese produttore di armi, le vendiamo in tutti gli scenari di guerra, i profitti di quelle aziende si moltiplicano. Eravamo noti per le pistole e i fucili, adesso ci stiamo specializzando anche in mezzi blindati, elicotteri da combattimento, bombe, siluri e missili.

Non sono un ingenuo, so che i romani stessi hanno coniato il motto si vis pacem para bellum, ma non vedo nella costruzione degli orizzonti di pace la stessa determinazione che vedo mettere nell’ aumentare a dismisura i denari che circolano attorno alla produzione di armi. Credo che questa avida determinazione sia parimenti molto stupida e portatrice di conseguenze ovvie. Dobbiamo assolutamente orientare l’evoluzione tecnologica rapidissima di cui siamo capaci alla distruzione degli arsenali e non alla loro continua alimentazione. Altrimenti la storia ci dice che il XXI secolo sarà più distruttivo del XX, in più con le giovani generazioni del tutto impossibilitate a sostenere la tensione di una condizione bellica.

Bisogna orientare la spesa pubblica italiana e per quel che ci compete anche quella europea sempre più lontano dalla spesa per armamenti, investendo piuttosto nella famiglia e nei figli che mancano, quelli sì come il pane, al nostro Paese. Altrimenti il rischio di diventare involontariamente i protagonisti dell’ennesimo segmento autodistruttivo della breve storia dell’umanità si farà altissimo. Stanley Kubrick negli straordinari primi minuti senza parole di 2001 Odissea nello Spazio racconta la storia dell’umanità come storia di inevitabile conflitto, ci dice che la violenza distruttiva è connaturata all’uomo, sia nella versione ominide che combatte usando ossa spolpate come armi che nella versione sofisticata di computer potentissimo dalla voce umana in una navicella in orbita attorno alla Terra. Io continuo a credere che la razionalità ci debba trasformare tutti in operatori di pace e distruttori delle armi, non di altri esseri umani. Finora la breve storia dell’umanità ha dato ragione a Kubrick. È tempo di dimostrare che aveva torto.