Sul programma di APLI (Alternativa per l’Italia)

27 Luglio 2022 Mario Adinolfi
immagine mancante
, Il Popolo della Famiglia
Mentre sono tutti intenti ad accoltellarsi per mere ragioni di potere (Letta vuole uccidere Renzi, Calenda vuole fare il premier, come la Meloni che nel vertice del centrodestra finirà uccisa da Berlusconi e Salvini) noi di Alternativa per l’Italia abbiamo fatto una cosa scandalosa: abbiamo pubblicato il programma.

Non chiediamo i voti per regolare conti di potere personale ma per fare delle cose precise: rivoluzione della natalità con il reddito di maternità per salvare il welfare (sanità, istruzione, previdenza, assistenza) destinato altrimenti a implodere, impegno sul lavoro con il sostegno all’impresa familiare e difesa dell’imprenditoria nazionale da legislazioni atte a favorire l’azione predatoria delle multinazionali, riforma fiscale del quoziente familiare, riforma della libertà scolastica, riforma costituzionale presidenzialista con vertice dell’esecutivo eletto direttamente dal popolo per evitare di avere ancora governi guidati da tecnocrati non eletti, lotta all’ideologia gender, rifiuto dell’identità digitale che serve al controllo sociale come sperimentato con il green pass e l’obbligo vaccinale che abbiamo combattuto e combatteremo, casa alle coppie giovani sposate (sì, il matrimonio ha ancora un senso), sostegno a anziani e disabili con aumento immediato a 1.000 euro del minimo pensionistico, no all’agenda dettata dalle strutture sovranazionali contro gli interessi delle famiglie italiane come avviene con la scelta bellicista dettata dalla NATO e attuata dalla UE, con le relative pesantissime politiche di riarmo che noi contestiamo totalmente.

Sono arrivati molti consensi e questo accarezza il nostro cuore affaticato dalla frenesia di queste ore, perché nel frattempo chiudiamo le liste e avviamo la raccolta firme. Una sfida colossale, sotto un caldo che si sviene. Ma siamo grati anche a chi ha criticato perché ci permette di spiegare meglio alcuni punti, a partire dai costi. Questo programma non è un libro dei sogni, è qualcosa di immediatamente realizzabile il giorno dopo la nostra ascesa al governo con il 50% più uno dei seggi del Parlamento (sì, probabilmente questo è un sogno). Abbiamo spiegato che noi cancelleremmo l’imposizione subita da Draghi e avallata anche dalla Meloni sull’aumento delle spese per armamenti al 2% del Pil. La pretesa di Biden e della NATO noi la rispediamo al mittente perché nel programma promettiamo di non subire imposizioni dai sistemi sovranazionali qualora ledano gli interessi delle famiglie italiane. E questo è il caso. Poiché la scelta di Draghi-Meloni portava la spesa militare da 25 a 38 miliardi, il nostro rifiuto libererebbe 65 miliardi da spendere nel corso della legislatura. Siamo intenzionati poi a prosciugare tutta una serie di prebende, ad esempio la montagna di soldi drenata dall’associazionismo Lgbt attraverso uffici di Palazzo Chigi come l’Unar.

E veniamo ai costi. Il reddito di maternità costa 1 miliardo il primo anno (purtroppo nascono pochi bambini) fino a 10 miliardi nella legislatura; l’innalzamento della pensione di invalidità deve essere secco e senza l’Isee di mezzo, come invece è accaduto con l’aumento a 500 euro nella proposta di Fratelli d’Italia poi portata da Berlusconi a mille euro, così costerebbe 3,2 miliardi. L’aumento più generalizzato delle pensioni minime costa 10 miliardi.

Le proposte sono dunque ampiamente compatibili con corrette manovre di bilancio. Semplicemente ci sarebbero meno armi (anzi, più precisamente, non ci sarebbe ulteriore incremento degli arsenali) per avere con quei soldi più figli, sostegno ai più fragili che altrimenti ricadono tutti sulle spalle delle famiglie, un fisco più equo, una scuola finalmente libera e capace di generare con l’università ricchezza e ricerca scientifica, una ripartenza vera del welfare, la difesa degli interessi dei cittadini italiani. E poi, se qualcosa finisce in deficit e l’Ue ci manda la letterina di richiamo noi ci facciamo un aeroplanino e glielo rimandiamo indietro, perché non è Bruxelles che comanderà Roma. Come Parigi, come Berlino, anche noi anteporremo gli interessi delle famiglie italiane a quelli delle realtà sovranazionali.
Alternativa per l’Italia ha il migliore programma e non solo perché è l’unico ad oggi presentato. APLI merita la vostra attenzione e il vostro voto il 25 settembre.