Da quando Dimitri Turrini, il figlio di Mauro Turrini, mi ha chiamato ieri nel tardo pomeriggio per annunciarmi la notizia della salita in cielo del papà questa frase mi frulla incessantemente nella testa: you’ll never walk alone (non camminerai mai da solo). Una canzone diventata leggenda insieme al Liverpool. Un testo scritto da Oscar Greeley Clendenning Hammerstein alla fine della seconda guerra mondiale con musica di Richard Rodgers. Il mio fratello maggiore Mauro mi tirerebbe per le orecchie perché lo ricordo con l’inno di una squadra diversa dalla sua adorata Juventus ma in queste parole si racchiude tutta la speranza che porto nel cuore in uno dei momenti più difficili della mia vita. Non ho perso solo un amico, non ho perso solo un fratello, non ho perso solo un insostituibile compagno di viaggio: ho perso una parte della mia vita, del mio cuore, della mia umanità. Ricordo come fosse adesso quando Mauro mi disse, col suo sorriso unico e dolcissimo: “sono contento di averti incontrato nella mia vita perché finalmente ho trovato quel fratello maschio che non ho mai avuto”. Ora quella frase è marchiata nel mio petto e gronda di lacrime nel mio cuore: questi ultimi quattro anni della mia vita, pubblica e anche privata, non sarebbero stati gli stessi se non avessi avuto al mio fianco un uomo come Mauro Turrini.
Mi conoscete: ho talenti chiari e limpidi ma altrettanti difetti marcatamente visibili. Mauro sapeva abbracciare i secondi ancora prima dei primi con affetto e misericordia cristiana unica. Era capace di farmi vedere la realtà in tutte le sue sfumature come mai nessuno prima era riuscito a fare: forse, con lui, per la prima volta nella mia vita ho sperimentato cosa fosse l’amicizia e la fraternità vera. Pensate a due momenti pubblici che hanno visto noi due in prima linea a dirigere l’orchestra con amorevole dedizione e passione: le elezioni comunali a Riolo Terme e le ultime elezioni politiche. Come molti di voi sanno la mia formazione giovanile è quella del funzionario di partito e non del “front man” elettorale: Mario Adinolfi ha realizzato il così detto “salto di qualità” nel mio cammino politico e Mauro Turrini l’ha definitivamente plasmato. Dopo una cena con alcuni amici di Riolo Terme mi prese da parte e mi disse: “perché non ti candidi tu? Dai facciamolo insieme”. Io, da inguaribile romantico, dissi di sì (anche per sfatare il mito del partito da zero virgola) perché vidi nei suoi occhi, nel suo abbraccio e nelle sue parole quel “essere con te” al di là di tutto che ho sempre cercato. Mauro non ha solo dato l’anima per mesi e mesi di campagna elettorale ma mi ha difeso sempre a spada tratta contro ogni cattiveria o calunnia (come purtroppo spesso capita in politica) e a chi diceva che mi candidavo solo per far carriera e che avrei lasciato il ruolo da eletto dopo poche settimane ruggiva come solo lui sapeva fare: “il mio amico Mirko ha detto che farà 5 anni in consiglio comunale è così farà”. Ne sono passati 3 di anni e qualche mese e ancora sono in consiglio comunale e ci rimarrò fino alla fine del mio mandato come avevamo deciso io e lui insieme.
Per le elezioni politiche mai potrò dimenticare quando fui a Torino per un impegno di campagna elettorale e mi chiamò (con la preoccupazione di chi ama ciò che fa) e mi disse: “mirko torna in romagna, dobbiamo controllare le firme, ho paura ci possano essere dei problemi e abbiamo bisogno di te”. Partì subito (se Mauro chiama Mirko risponde) e in auto con Maurizio Schinina mi diressi verso casa di una sorella maggiore come Elena Bentini dove facemmo una nottata di lavoro meraviglioso insieme a suo marito e mio grande amico Jorick e altri fratelli e sorelle come Francesco Farolfi, Carla Lodi e Gian Paolo Babini. Risultato: la Romagna, fu per il Popolo della Famiglia, il collegio elettorale che raccolse più firme (2.000 alla Camera dei deputati, il limite massimo consentito). Mauro era così: uno straordinario artista della realtà. Amava la realtà profondamente e la dipingeva con la sua umanità. Ogni sfida, con lui, era già vinta perché la sconfitta non era contemplata: non a caso, ancora oggi, il risultato del PdF alle comunali di Riolo Terme rimane l’esito elettorale più importante del partito in assoluto con il suo 14,32%.
Solo una cosa vorrei aggiungere per descrivere quanto ci tenesse a me (come io tenevo a lui): alla Festa de La Croce del 2017 (altro irripetibile momento del nostro cammino ) a Riolo Terme, vedendomi sciancato a terra, all’1.30 mi prese da parte e mi disse: “vai a riposare, ci servi carico domani sul palco. Senza te dove andiamo noi se no. Qua ci penso io. Tranquillo”. Questo era Mauro.
Ora, per me, comincia una fase nuova dove potrò trovare il suo conforto nelle preghiere come prima lo trovavo nelle telefonate quotidiane che avevamo: faccio fatica a dire che “non camminerò mai solo” ma ora ho il mio angelo custode che veglia su di me e questo calore spero possa custodirmi in eterno. Non sara più come prima, io non sarò più come prima ma il cuore che mi lega a Mauro sarà come prima e più di prima.
Caro Mauro mi prenderò cura della tua Riolo come mi hai sempre chiesto e come mi dicevi anche qualche giorno fa scherzando al telefono sul taglio di alcuni cipressi argentati, per cui avevi chiesto il mio interessamento: seguirò questa splendida comunità e il suo destino fino a che farò politica attiva. Te lo prometto. Come sarò vicino alla tua splendida famiglia (che sento mia) per sempre. Sono a terra fratello mio ma mi rialzerò perché te lo devo: ho ricevuto il centuplo quaggiù con te e ora mi è chiesto di onorare tutta questa grazia. Ti voglio bene Mauro. Per sempre.