E insomma rieccoci a Pulcinella: l’ineffabile premier Conte indossi quella mascherina lì quando oggi annuncerà il nuovo Dpcm, dopo aver passato la settimana a oscillare tra “mai un nuovo lockdown” e “serve un nuovo lockdown ma le regioni non me lo fanno fare”.
Teatri chiusi, cinema chiusi, ristoranti chiusi ma dopo le 18 (perché, c’è qualcuno che va al ristorante alle 17?), idem i bar, chiuse le palestre, chiuse le piscine, chiuse le scuole superiori (ma al 75% così non puoi fare il titolo “la scuola chiude”). Insomma, tutto il danno possibile che puoi fare all’economia viene fatto, senza i vantaggi di un vero lockdown che almeno stroncherebbe il circolare del virus nel vero luogo in cui circola, cioè i trasporti pubblici.
Intanto i pronto soccorso sono assaltati da malati Covid e non smetteremo mai di ringraziare per questo i tanti che hanno passato l’estate a rilanciare le stronzate alla Zangrillo (vi ricordate? Il virus non esiste? Bill Gates? No alla mascherina? A quante puttanate avete voluto credere?) anziché prepararsi all’ovvia seconda ondata della pandemia. Che come tutte le seconde ondate di tutte le pandemie fa più danni della prima. Ma Zangrillo aveva fatto il giro delle televisioni per proclamare: “Il virus clinicamente non esiste più”. Quella dichiarazione ha dato la stura a tutte le follie negazioniste estive, la gente ha pensato che effettivamente il virus non c’era più (“lo dice il luminare, lo dice il medico di Berlusconi”) e ha adottato comportamenti che con un eufemismo definiremo imprudenti bastonando chiunque provasse a dire: per evitare nuovi danni bisogna comportarsi con estrema prudenza. A chi diceva questo e magari chiedeva di usare le mascherine si urlava contro sui social con accuse che oscillavano tra servo di Bill Gates e figlio di Satana. Purtroppo Zangrillo aveva torto. Ma nell’Italia di Pulcinella vale tutto e si continuano a fare le cose mezze e mezze pure a fronte di ventimila contagiati al giorno. Zangrillo viene ancora invitato tutti i giorni a parlare in tv.
Su PdF Radio avevo spiegato a inizio mese come la progressione matematica avrebbe portato inevitabilmente a trentamila contagiati al giorno entro il 31 ottobre. Il che significa un milione di nuovi contagiati a novembre. Gli scemi che pubblicano le tabelle delle differenze tra il numero dei morti di marzo e il numero dei morti di ottobre ancora non hanno capito che il problema del Covid non è la letalità in sé ma l’estrema velocità del contagio (e ti credo che il ministro Speranza ha bloccato il suo libro “Perché guariremo”, pronto con tempismo perfetto quasi come lo spot con Michele Mirabella sul “non è affatto facile il contagio”). Quindi con un milione di contagiati e un tasso di ricovero in terapia intensiva dello 0.5% vuol dire che a novembre avrai cinquemila letti di terapia intensiva occupati. Significherà il collasso del sistema sanitario ed è il collasso del sistema sanitario a provocare la strage, dei malati Covid e dei malati non Covid.
Sarà la strage dei penultimi di cui ogni tamburellatore delle balle estive su virus sparito e complotti di varia natura è in qualche modo complice anche perché è lui a impedire di fare quel che di severo i numeri imporranno comunque di fare tra qualche settimana, come al solito chiudendo la stalla dopo che i buoi saranno tutti scappati. Spero che non mi chiudano le chiese, solo la preghiera ci resta, per salvare l’Italia di Pulcinella da se stessa e dal proprio istinto cialtrone.
Vedo già fascisti e camorristi organizzare le rivolte di cartone (i coprifuoco a Napoli bloccano un’economia sommersa che tiene in piedi buona parte della città e ci si rivolta a Napoli, non ad Alessandria, non per caso), quando servirebbe una rivoluzione della intelligenza per la quale però sto progressivamente perdendo le speranze. Facciamoci due settimane di finto lockdown aspettando quello vero, che dovevamo imporre due settimane fa. Chi ha coraggio prima (vedi Nuova Zelanda, Israele, Corea del Sud, Taiwan) paga meno danni dopo. Chi passa l’estate a cantare con Zangrillo indossi la maschera di Pulcinella perché è la sua bandiera nazionale.