Ecco perché vogliono silenziare

13 Luglio 2020 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Dopo aver trascorso tre giorni a battagliare con il neosultanato del politicamente corretto che va dai conduttori e direttori Rai fino alla sinistra camorrista organizzata in picchettaggio intimidatorio a Pomigliano, non ho potuto non pormi la domanda: ma cosa c’è che non va ne Il Grido dei Penultimi?

Pensavo di aver scritto un libro sereno, che sottolinea problemi anche gravi ma per indicare una via d’uscita pacificatrice per tutti, di aver completato la trilogia aperta con Voglio la mamma e proseguita con O Capiamo o Moriamo con un’opera che non poteva essere intesa in senso solo polemico. La polemica certo c’è, ma come antitesi per giungere a una sintesi il più possibile comune.

Poi però sono stato raggiunto, dopo la pubblicazione del video dell’aggressione di Pomigliano sul Corriere e su Repubblica, dalla telefonata di un esponente del Pd molto noto con cui coltivo un’amicizia fin dai tempi della comune militanza nel Partito popolare. L’amicizia si è sempre nutrita di una curiosità intellettuale reciproca ed è stato lui a spiegarmi: “Vuoi sapere perché li hai fatti infuriare? Non fare lo scemo, lo sai benissimo. In quarta di copertina citi una conduttrice televisiva che nessuno osa mai criticare e solo per l’undicesimo capitolo del libro ai tempi degli anni di piombo di avrebbero gambizzato come nemico del popolo. Se continui a scrivere robe del genere ti massacreranno sempre. E ovviamente nessuno ti darà mai spazio per far conoscere il libro, sei intelligente, lo sai benissimo. Ti piace il ruolo della vittima e dell’intellettuale martire. Ma di questi tempi è un ruolo senza rilevanza. Cambia temi, dammi retta”.

Vi giuro che ho faticato a capire, forse sarò poco intelligente. Ho dovuto prendere in mano una copia de Il Grido dei Penultimi e rileggere questo benedetto undicesimo capitolo. Il titolo mi pareva bello: il silenzio degli innocenti. Chi ha acquistato il volume (su Amazon siamo nella top 10 delle “novità consigliate e nella top 30 di categoria, ma se volete la copia autografata compratelo dal marketplace de La Croce) sa che quello è un filo conduttore. La citazione che introduce il capitolo è di Bertrand Russell, non certo un pericoloso cattolico bigotto, anzi. Poi dopo la parte introduttiva c’è il cuore del capitolo. Questo.

“Per quanto resi edotti della condizione in cui si trovano, per quanto ci sia persino spazio per muoversi tutti insieme verso un altrove, le moltitudini dei sofferenti si muovono oggi sempre nei pressi del contesto in cui avviene il loro massacro, senza mai sapersene allontanare. Invece il cammino per un percorso non conformista è del tutto possibile.

Il pensiero unico prova a obbligare a priorità grottesche: inginocchiarsi per George Floyd, avvertire l’emergenza fascismo, dire che l’Italia è un Paese razzista e omofobo, violento con le donne che spesso vengono uccise dai mariti, mentre l’unica famiglia che funziona e va sempre osannata oltre che raccontata è quella arcobaleno, con tanto di celebrazione della pratica di utero in affitto specie se condotta da politici di sinistra noti e combattivi.

Ricordo di essermi trovato in una surreale trasmissione televisiva su una rete nazionale molto seguita in cui Alba Parietti mi ha contestato i canti natalizi dei bambini a scuola “perché lo Stato è laico”; sullo stesso canale pochi giorni dopo mi ritrovai con una esponente di sinistra che mi berciava contro dopo che avevo proposto la soluzione del reddito di maternità per una povera ragazza incinta che era stata prima costretta dal suo datore di lavoro in una sala bingo a vendere le cartelle nella sala fumatori, poi direttamente licenziata. La donna politica di provenienza sindacale sosteneva che il reddito di maternità avrebbe legato troppo la ragazza al suo ruolo di madre, impendendole l’emancipazione. Ho chiesto sorridendo: “Ci si emancipa molto vendendo cartelle al bingo in sala fumatori per seicento euro al mese?”. La ragazza guardava l’esponente di sinistra sbigottita, avrebbe baciato i piedi di chi fosse riuscito ad approvare davvero i mille euro mensili per i primi otto anni di vita del figlio previsti dal reddito di maternità.

Con Alessandro Cecchi Paone ho litigato da Massimo Giletti perché un giovane signore che si è travestito da donna pretendeva di insegnare lettere a dei quattordicenni in una scuola privata senza avere l’abilitazione all’insegnamento. I genitori hanno protestato per quello strano docente e i giornali hanno titolato sulla “prof trans discriminata”. E poi ci son quegli altri che vanno a vendere ai Pietro D’Amico la scorciatoia verso la morte, da tenere nascosta persino all’unica figlia: assassini che non sono altro, per lucro e per delirio ideologico, veri e propri kapò del massacro silenzioso degli innocenti che sta impadronendosi della fase in cui si nasce, di quella in cui si soffre, fino all’inevitabile fase in cui si invecchia e fisicamente ci si deteriora. Salvatevi, agnelli silenziosi, girone muto dei penultimi: il cancello è aperto, si può scappare da questo bitume conformista, si può essere uomini in rivolta che dicono un no che è insieme anche un sì. Il sì faticoso di Clarice Sterling, che con dedizione e intelligenza salva e si salva.

Si può fare davvero un percorso che è altro da quello del neobigottame conservatore che si inginocchia perché “black lives matter”, abbatte le statue di Montanelli e Churchill perché razzisti, si eleva a psicopolizia di questo nuovo Stato etico senza morale che è quello del politically correct. La più famosa scrittrice mondiale del ventunesimo secolo, J.K. Rowling, è stata letteralmente massacrata per aver pronunciato il suo no alla dittatura della pornografia e dell’ideologia gender che vuole cancellare anche la più evidente delle verità, quella della realtà del sesso biologico. Ma non ha rinunciato a dire e pensare che il bianco è bianco, che il nero è nero. C’è un’altra strada rispetto a quello di conformarsi supinamente.

Per i penultimi, peraltro, questa è l’unica strada che porta alla salvezza. Chi si conforma alla nuova dittatura conservatrice di chi pensa che progressismo sia varare il diritto al suicidio, assegnare allo Stato quello di ammazzarti con il pentobarbital se sei nato e a non farti nascere se per qualsiasi ragione non sei desiderato da questo mondo, costringere le donne nel circo dei mezzi diritti a lavorare sacrificando sempre di più maternità e famiglia senza consentire mai loro la pienezza di una vera scelta (questa sì è violenza, altro che femminicidi), violare qualsiasi idea di sacro per far sì che la persona umana possa essere pienamente reificata, resa del tutto uguale a una cosa, da acquistare o affittare o eliminare se ormai improduttiva, chi crede davvero che tutta questa paccottiglia ideologica sia il progresso, è semplicemente fottuto. Bastano tre mesi di Covid, a quel punto, per piegare la flebile resistenza su tutti i piani, a partire da quello economico, mandando le vittime designate al macello”.

Il capitolo poi prosegue con le considerazioni finali. Davvero per quelle poche pagine Il Grido dei Penultimi deve essere soffocato e la sinistra camorrista intimidatoria e liberticida può arrogarsi il diritto di negare cittadinanza a questa opinione? E quando avranno anche la clava giuridica della legge Zan che ci faranno?