Nicola Di Matteo: “La famiglia è un’opportunità che dobbiamo curare, proteggere e accompagnare partendo proprio dall’Europa”

23 Maggio 2019 Nicola di Matteo
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, Il Popolo della Famiglia, Nicola di Matteo

I cristiani sono ritornati in politica attivamente. Lo stanno facendo con il Popolo della Famiglia, il movimento fondato tre anni fa per dare rappresentanza alle istanze provenienti dai Family Day, organizzati a Roma nel 2015 e nel 2016.

Il partito, la cui guida è affidata al giornalista e blogger Mario Adinolfi, si definisce aconfessionale, ma di ispirazione cristiana, che fa della Dottrina sociale della Chiesa il proprio manifesto valoriale. Il Popolo della Famiglia, non avendo legami con alcuna particolare confessione religiosa, perciò, si dichiara «aperto al contributo di tutte le persone di buona volontà disponibili a battersi per la vita, per la famiglia naturale, per i disabili e gli anziani, per i più deboli, contro la cultura della morte e dello scarto». Idee e valori che sono confluiti in tre principi che il movimento ritiene non negoziabili come la tutela della vita dal concepimento fino alla morte naturale, il sostegno alla famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la libertà educativa.

Forte di queste convinzioni, il Popolo della Famiglia si candida alle elezioni europee di domenica prossima, alleato con Alternativa Popolare, con il chiaro intento di riportare al centro delle politiche pubbliche nazionali e comunitarie il tema della «peste bianca», ovverosia della denatalità che affligge l’Italia e gli altri Stati europei.

Sul problema delle poche nascite, il partito si è fatto promotore di una legge di iniziativa popolare, meglio nota come Reddito di maternità, rivolto alle madri lavoratrici che decidono di dedicarsi esclusivamente alle vicende famigliari e alla crescita dei figli. Una risposta alla denatalità che pare avere un retroterra culturale non adatto all’attuale contesto sociale, in cui le mamme lavoratrici chiedono, perlopiù, asili nido dove poter lasciare i loro figli. Ciò nonostante, la proposta, depositata in Parlamento, ha ottenuto 60mila firme.

Il Reddito di maternità prevede l’erogazione di un’indennità mensile esentasse di 1000 euro ad ogni mamma «per i primi otto anni di vita del figlio, in assenza di altri redditi o impegni lavorativi, scegliendo dunque di dedicarsi in via esclusiva alla condizione di madre lavoratrice nell’ambito familiare con particolare riguardo alla cura dei figli». La durata di otto anni viene sospesa nel caso di assunzione di impegni lavorativi esterni e riparte alla nascita di ogni figlio, finché al quarto bimbo «l’indennità riconosciuta alla madre diventa vitalizia».

Il Popolo della Famiglia è consapevole che «un’Europa dei burocrati e dei banchieri è destinata al naufragio», servendo, al contrario, «un’Europa dei popoli, che guardi al sogno federale degli Stati Uniti d’Europa», dotandosi, da un lato, di una politica estera comune e di un esercito continentale, dall’altro, di un Presidente della Commissione europea eletto direttamente dai cittadini comunitari.

In occasione delle elezioni europee, noi di istituzioni24.it abbiamo intervistato Nicola Di Matteo, coordinatore nazionale del movimento e candidato nella circoscrizione insulare (Sicilia e Sardegna).

Tutela della vita dal concepimento fino alla morte naturale, sostegno alla famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, libertà educativa. Sono tre principi che ritenete non negoziabili. L’Europa su questi temi che può fare?

«Oggi, più che mai c’è la necessità di promuovere e sostenere la famiglia, ora sottoposta a tante difficoltà e a continui attacchi. Cosa significa promuovere la famiglia? Che, da oggi, ognuno di noi deve, in prima persona, mettersi in gioco al fine di riappropriarci di quei valori persi, di accettare l’altro nella sua totalità. La famiglia è un’opportunità che dobbiamo curare, proteggere e accompagnare partendo proprio dall’Europa. Tutte le persone vanno rispettate nella loro dignità, rappresentando la bellezza, la gioia della famiglia perché i figli non sono un diritto ma un dono d’amore tra un uomo e una donna, senza schieramenti, senza la falsa politica che promette e non mantiene. Il Reddito di maternità è la prima tessera del puzzle per ripartire e puntare al vero cambiamento».

In cosa si caratterizza l’azione politica basata sulla Dottrina sociale della Chiesa?

«Significa ripartire da una politica giusta, leale, onesta. Significa fornire un quadro organico e coerente di principi e criteri di giudizio. Non si tratta di un’azione politica isolata e sommata tra loro, ma di un percorso organico teso a formare un quadro di senso circa l’impegno del cattolico in politica».

Avete consegnato al Parlamento italiano la proposta del reddito di maternità, asserendo che, così, la donna può essere davvero libera di scegliere se crescere i figli e accudire la famiglia oppure essere impegnata in un lavoro esterno.

Sostanzialmente, la proposta punta ad incrementare la natalità nel nostro Paese attraverso un assegno mensile di 1000 euro per otto anni, che si prolunga ad ogni ulteriore nato, fino a diventare vitalizio al quarto figlio.

Così facendo, se una donna avrà meno di quattro figli, rischia che, allo scadere degli anni di questo Reddito, si ritrovi espulsa definitivamente dal già complicato mondo del lavoro. Come rispondete a questa obiezione?

«Semplicemente, con il Reddito di Maternità, anche in Europa, incentiveremo le nascite trasformandole da costo a guadagno e riconoscendo il ruolo della mamma come lavoro. Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sono radici, focolare domestico, la prima autorità».

Qual è la vostra posizione su temi LGBT?

«Nel nostro simbolo è presente: no gender nelle scuole. È fondamentale vigilare perché non è vero che lui e lei sono interscambiabili. Non è vero che maschio è uguale a femmina. Non è vero che si decide se essere maschio o femmina. Non è vero che un bimbo nasce da due papà e non nasce nemmeno da due mamme».

Ci dica tre motivi per votare il Popolo della Famiglia e lei alle prossime elezioni europee?

«1) Portare avanti la buona politica, intesa come ricerca del bene comune, come capacità di interpretare e rappresentare i bisogni delle persone, di orientare il nostro Paese alla cultura della vita: combattere la denatalità. 2) L’importanza di sperare nel futuro attraverso una guerra europea contro le dipendenze (droga, alcool, prostituzione, psicofarmaci, gioco d’azzardo, pornografia). 3) Un’Europa dei popoli con più democrazia, perché l’Europa deve appartenere ai popoli. Per questo, chiedo il voto per il Popolo della Famiglia e per me».