L’8 luglio muore il diritto?

17 Giugno 2020 Mario Adinolfi
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, , Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Sulla morte per suicidio assistito a Basilea di Davide Trentini operata a Basilea dalla famigerata Erika Preisig con la collaborazione decisiva di Mina Welby e Marco Cappato è in corso un processo che l’8 luglio vivrà il suo passaggio determinante. Ieri puntuali come un orologio sono stati garantiti a Cappato su Italia 1 trenta minuti di propaganda priva di contraddittorio sul suicidio assistito, che la Corte costituzionale ha recentemente consentito ma a patto che il morituro sia connesso a supporti vitali senza i quali morirebbe. Davide Trentini non era connesso ad alcun supporto vitale. Voleva morire perché solo, addolorato e perché la mamma non riusciva a provvedere economicamente alle necessità della sua difficile malattia. Se il Tribunale di Massa dovesse assolvere Cappato dimostrerebbe che i “paletti” fissati dalla Corte Costituzionale nella sua sentenza del 2019 collegata al caso Dj Fabo semplicemente non contano nulla, con la conseguenza che anche in Italia si potrà uccidere il sofferente (o aiutarlo a suicidarsi, è la stessa cosa) senza conseguenze se la richiesta arriva dal sofferente stesso. Televisioni e media, lo abbiamo capito dal servizio di ieri, faranno sentire una voce sola. Il Popolo della Famiglia e il quotidiano La Croce, da qui all’8 luglio, faranno sentire la propria a difesa della vita. Ovviamente non sarà mai amplificata come viene sempre amplificata quella dei cultori della morte alla Marco Cappato. Ma davvero sui giudici di Massa pesa una grande responsabilità, che speriamo non sia sottovalutata. Per l’aiuto al suicidio offerto a Davide Trentini, Mina Welby e Marco Cappato vanno condannati. Altrimenti anche le sentenze della Corte Costituzionale in questo Paese sono una presa in giro, vincono sempre e solo le mode correnti, muore il diritto. Aprire le porte alla trasformazione del suicidio in atto curativo pietoso addirittura agevolato da medici e associazioni da considerare “benefiche” è un’assurdità logica dunque un’ingiustizia talmente plateale da richiedere la mobilitazione di tutte le persone combattenti di buona volontà.