Spieghiamo sempre che la vita coniugale, quella che è alla base di ciò che definiamo “famiglia naturale”, è un valore in sé ben collegato e forse prodromico per arrivare a comprendere alcuni dei principi essenziali e per questo non negoziabili che animano pure la nostra mobilitazione civile e politica, figlia di una fede che testimoniamo anche così. Ci rispondono dandoci dei bigotti e provando a irridere tutto ciò che compone quella nostra vita tra coniugi: la fedeltà, innanzi tutto. In tv da settimane ti spiegano che se non porti tua moglie come minimo in un club privé, se non sei dedito agli scambi di coppia, se non sei un fan del bordello di Stato per poterne allegramente approfittare chiedendo lo scontrino alla prostituta, se addirittura ti permetti dire che non usi il preservativo e chiuderesti i siti porno, allora sei da condannare per arretratezza assoluta incompatibile con la contemporaneità. Allora è stato utile proporre un esperimento social sulla vita coniugale, in cui la moglie è fotografata a viso coperto e con un filo di seno in vista mentre aiuta il marito nell’attività lavorativa, poi c’è un’altra foto di un piatto ben cucinato per pranzo dalla suddetta. Sappiamo che qualche milione di mogli cucina per il pranzo e più o meno tutte hanno le tette. Sui social si sono affacciati i soliti scudisciatori degli altrui costumi, attratti per una volta chi dal cibo e chi dal seno. Qualche centinaio di persone s’è messo a discutere e c’è stato pure qualche giovane che ha pensato bene che fosse utile mollare YouPorn per mettersi a cercare moglie. Insomma, non lo neghiamo mai, la vita coniugale sarà anche faticosa. Ma gli sfigati del porno on line, del puttan tour, dei club privé e dello scambio di coppia sono molto ma molto più affaticati di noi. Non fatevi fregare, soprattutto voi giovani maschi: mollate YouPorn, le droghe e le gare a sbronzarvi, cercate una brava ragazza, esercitate l’intelligenza che niente affascina più di quella, costruite un progetto di vita comune e mettete su famiglia. Tutto il resto è triste e tristemente borghese, secondo me.