Mario Adinolfi: DISFORIA DI GENERE NEI BIMBI, LA CURA E’ LA PUBERTA’

3 Aprile 2018 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Le follie dell’ideologia gender non finiscono mai. Dal 26 marzo scorso dobbiamo leggere prima sul Quotidiano della Sanità, poi su La Verità, infine sull’Huffington post notizie deliranti riguardo l’inserimento da parte dell’Aifa (l’agenzia italiana che sarebbe preposta al compito di dare via libera ai farmaci) della triptorelina nei prontuari farmaceutici utilizzabili sui bambini che manifesterebbero “disforia di genere”. In sostanza dopo essersi inventati i bambini trans, ora ovviamente puntano a monetizzare la scoperta non solamente con gli onorari agli psicologi gay friendly ma addirittura con valanghe di quattrini regalati alle case farmaceutiche che produrranno questo inibitore della pubertà. Sì, la triptorelina serve a prendere un bambino che vuole giocare con le bambole, una bambina che si taglia i capelli corti e ci tiene a diventare difensore centrale in una squadra di calcio, bloccare chimicamente la sua pubertà e preparare l’intervento di cambio di sesso. Davvero, una pura follia.

La cura per la “disforia di genere” è la pubertà stessa. Nella quasi totalità dei casi l’identità di genere percepita si riallinea all’identità sessuale effettiva, grazie alle pulsioni che diventano evidenti con l’adolescenza. Con la triptorelina si interviene chimicamente sui bambini affinché non giungano mai all’adolescenza naturale. Quale altra follia vogliono farci digerire lorsignori, prima di meritarsi una nostra assoluta e indignata reazione? Lasceremo davvero mettere loro le mani sui bambini senza dire nulla?

Il Quotidiano della Sanità ci informa della filiera che ha innescato questo crimine ai danni dei bambini italiani. Vanno segnati nomi e cognomi, per questo prendiamo con precisione il brano dell’articolo che li riguarda: “I presidenti della Società Italiana di Endocrinologia, Paolo Vitti, della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, Alberto Ferlin, della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Stefano Cianfarani e dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere, Paolo Valerio, firmatari della richiesta ad Aifa di inserimento della Triptorelina nell’elenco istituito ai sensi della legge n.648/96, si congratulano pertanto con l’Ente regolatorio per la sensibilità e la disponibilità dimostrata nell’affrontare la delicata gestione medica degli adolescenti con Disforia di Genere. Alessandra D. Fisher, afferente alla SOD di Medicina della Sessualità e Andrologia (coordinata da Mario Maggi), dichiara: ‘Numerose evidenze scientifiche mostrano come la sospensione della pubertà indotta dalla Triptorelina in casi selezionati e attentamente seguiti di adolescenti con Disforia di Genere sia in grado di ridurre in modo significativo i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario, nonché di migliorare il funzionamento psicologico generale’. Francesco Lombardo, afferente al Dipartimento di Fisiopatologia Medica, Università di Roma La Sapienza (coordinata da Andrea Lenzi), aggiunge: ‘L’estensione della prescrivibilità della Triptorelina da parte di Aifa rappresenta un atto con fondamentale valenza medica, psicologica, sociale e deontologica, che rende possibile ai professionisti dedicati all’argomento di aderire alle linee guida internazionali, nonché alla pratica clinica della maggior parte delle nazioni occidentali’”.

Tale pratica clinica ha fatto registrare il balzo dei casi di disforia di genere che si sono registrati, ad esempio, in Gran Bretagna in pochi anni. Cos’è stato, una improvvisa epidemia? O forse alcuni modelli mediatici hanno influito nel rovinare la vita a bambini che molto tranquillamente avrebbe superato una più che naturale fase di confusione, proprio grazie alla pubertà? Su La Croce denunciamo da anni il fiorire di cliniche private del cambio di sesso per adolescenti in Olanda. In Gran Bretagna i medici si sono detti preoccupati per il crescere come funghi di casi di questo genere e non certo per ragioni etiche, quanto piuttosto per ragioni economiche: la triptorelina costa cara e il Sistema sanitario nazionale britannico è molto attento alle risorse, per questo uccide Charlie Gard e Isaiah e ora si appresta a fare lo stesso con Alfie. La triptorelina non può permettersela.

In Italia vogliono mettere la triptorelina a carico della fiscalità generale, vogliono renderne gratuita la somministrazione ai bambini. Ci sono farmaci oncologici che vengono mantenuti parzialmente a pagamento dei pazienti, ma la triptorelina vogliono darla gratis ai bambini. In questo mondo che va al contrario resteremo silenziosi a subire l’ennesimo oltraggio alla ragione e alla salute dei nostri figli? Oppure finalmente diremo a questi medici che stanno impazzendo?

Giù le mani dai bambini, i vostri sporchi affari non li farete sulla loro pelle.