Una modesta proposta per il Popolo della Famiglia: si andasse al governo del Paese, va prodotta una blacklist di siti pornografici da bloccare e rendere inaccessibili dall’Italia, va varata una legge ad hoc che stabilisca l’orizzonte normativo con cui se ne vieta la consultazione dal territorio del nostro Paese, va spiegato perché è necessario farlo. Thérèse Hargot nel suo “Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)” spiega i danni che l’industria della pornografia produce sui nostri figli. Già nella pre-adolescenza grazie al consumo gratuito via web l’immaginario sessuale dei nostri figli si forma su stereotipi dettati da quell’industria. L’oppressione sessuale secondo alcuni dettata dai comandamenti delle autorità religiose, si è trasformata in liberazione sessuale perché i comandamenti ora li detta il porno ai dodicenni? A farne le spese per prima, come sempre, la donna. Costretta ad avere rapporti sessuali precoci sempre più spinti, delimitata dentro il diktat estetico proposto dal porno, capace di promiscuità che diventa valore: darla via subito, darla a tutti. Questa è libertà? All’adolescente maschio non va meglio, deve essere “performante”, privo di défaillances, istantaneamente pronto all’accoppiamento. La dittatura pornografica si ferma con un provvedimento d’imperio che non limita alcuna libertà, ma ferma meccanismi di degrado della dignità della persone umana, che stanno devastando la sessualità nella contemporaneità. Serve una legge, una blacklist assolutamente praticabile come quella già in atto per alcuni siti di gioco on line non accessibili dall’Italia. Il sesso torni ad essere anche mistero e seduzione, scoperta dell’altro e, udite udite, amore. Non solo degrado, non solo commercio di sé. La pornografia on line va fermata per legge. Il Pdf può farsi carico di questa proposta.