GLI EFFETTI DELL’IDEOLOGIA GENDER SULLA GENTE

19 Dicembre 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Cosa significa ideologia gender? Semplice, significa andare all’ospedale Astrid Lindgren di Stoccolma e spulciare le statistiche. L’ospedale Astrid Lindgren è una sorta di Bambin Gesù, si occupa solo di patologie dell’infanzia. Fino al 2012 aveva “curato” solo 4 casi di disforia di genere infantile. Nel solo 2015 si sono registrati ricoveri per 94 bambine e adolescenti da trasformare in bambini, mentre il percorso inverso è stato seguito da 22 minorenni. L’anno 2016 si concluderà con oltre duecento casi assistiti dall’ospedale Astrid Lindgren. La normale “fase del maschiaccio” in cui la bambina vuole fare il soldato, ora diventa automaticamente una malattia da curare. E centinaia e centinaia di bimbi solo in Svezia vedono sventrata la loro infanzia da una ideologia che negli anni si è affermata con disarmante facilità.
Fino al 1944 in Svezia l’attività sessuale tra individui dello stesso sesso era legalmente perseguibile. Nel 1972 il Partito socialdemocratico svedese varò la politica antifamilista nota come “teoria svedese sull’amore”, al centro anche di un recente documentario sugli effetti nefasti. All’interno di questa piattaforma politica nel 1972 la Svezia è diventato il primo paese al mondo a consentire alle persone di cambiare il proprio genere legale dopo l’intervento chirurgico di cambio del sesso, in ossequio al primo embrione di ideologia gender teorizzata sistematicamente. Ovviamente nel 1995 sono state varate le unioni civili poi trasformate in matrimonio omosessuale e dal 2003 gay e lesbiche possono adottare bambini. Nel 2012 nelle scuole svedesi fin dall’asilo è stato introdotto il pronome neutro “hen” per indicare i bambini “incerti sulla loro sessualità”. In tre anni gli “hen” nel solo ospedale pediatrico di Stoccolma sono passati da 4 a 116, quest’anno saranno più di 200 e aspettiamo che il 2016 finisca per avere le statistiche ufficiali.
La follia di voler modificare addirittura in attività infantile o pre-puberale le caratteristiche sessuali di minorenni dovrebbe essere universalmente vietata come violenza contro l’infanzia. Invece riviste, programmi televisivi, modelli dello show business propongono questo addirittura come una scorciatoia per il successo mediatico. La battaglia contro l’ideologia gender deve farsi durissima perché altrimenti la china è scritta: unioni civili, matrimonio omosessuale, figli ai gay e poi centinaia di bambini in ogni clinica per una immaginaria “disforia di genere” per costruire generazioni a loro immagine e somiglianza, svincolando l’idea di libertà dal concetto di verità, quella che è scritta nelle nostre cellule, stampata nel Dna dai cromosomi e fisicamente ineliminabile.
Non c’è libertà senza verità, l’ideologia dell’autodeterminazione gender è pericolosa e da combattere, per difendere davvero i nostri bambini.