La strage di Bologna ha dei responsabili chiari, sia come mandanti che come esecutori, basta leggere la sentenza del novembre 1995 della Corte di Cassazione che chiude 15 anni di indagini e processi, tutti concordi nel loro esito. Ma l’Italia è quel Paese colabrodo privo di senso di giustizia per cui i tribunali condannano all’ergastolo nel 1995 chi ha ucciso 85 persone tra cui donne, anziani e bambini ferendone altre 200, per poi consentire a quegli stessi esecutori materiali della strage di rilasciare un’intervista al Corriere della Sera in cui con il titolo allusivo “Loro al governo noi all’ergastolo” si aprono prima l’accesso al lavoro esterno al carcere, poi la via della libertà definitiva. Per cui quando vi dicono che “la verità su Bologna non si sa” rispondete che non è vero, che c’è una sentenza precisa passata in giudicato che tutti possono leggere ed è qui sotto linkata. Il problema è che lo Stato che ha condannato gli stragisti affermando la loro colpevolezza li ha poi subito dopo scarcerati. Così l’Italia è l’unico Paese al mondo in cui i responsabili del crimine più grave della sua storia per numero di vittime innocenti e anche più vile per la modalità noncurante con cui si colpì nel mucchio l’Italia della povera gente che si muoveva in treno per qualche giorno di vacanza, sono fuori dal carcere da decenni e pontificano anche. In nessun altro Paese del mondo si farebbero le parate di Stato che ogni 2 agosto ritualmente si compiono, con i colpevoli della strage (e di altri violentissimi omicidi, tutti puniti con l’ergastolo) liberi. È la giustizia che nega se stessa. Ecco, invece delle solite menate sulla “matrice fascista della strage”, di questo dovrebbe parlare il ministro Nordio, questo dovrebbe spiegare. Poi c’è il problema del rapporto malato di Fratelli d’Italia (vedi le iniziative di Federico Mollicone, i rapporti di Chiara Colosimo ma soprattutto l’imbarazzata assenza del presidente del Consiglio da ogni iniziativa odierna) con Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, ma qui entriamo nel tragico collateralismo della politica con il mondo del terrorismo, ancor più grave sul versante di sinistra, che ci impedisce a tutt’oggi di poter scrivere con chiarezza la storia di questo nostro recente e violento passato. Io ci ho provato con la mia Storia del Terrorismo in Italia, ma chi ha letto il libro sa che è un tentativo unico di racconto di quel che è accaduto dal punto di vista delle vittime. Mi piacerebbe trarne una serie per Netflix. Per potere almeno lì raccontare la verità priva di filtri e di ricatti emotivi determinati dalle appartenenze politiche per cui alla fine i neri difendono i terroristi neri e i rossi difendono i terroristi rossi. Questo è il nodo e questo nodo, almeno storicamente e narrativamente visto che giudizialmente non è stato possibile, va sciolto.