AGGETTIVARE LA FAMIGLIA SERVE A DISTRUGGERLA

12 Maggio 2023 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia

Apprendo da Michela Murgia che un gruppo d’amici che si vuole bene va definito oggi “famiglia queer”. Proverò a suggerirlo ai miei dieci amici con cui da trent’anni condivido l’ossessione fantacalcistica e con molti di loro ci vogliamo bene dalle scuole medie, ma temo di ricevere reazioni sgarbate. C’è violenza nel voler a tutti i costi usurpare il significato della parola famiglia che è, come dice la Costituzione, uno solo: società naturale fondata sul matrimonio. E nel nostro ordinamento il matrimonio è tra due persone, uomo e donna, mentre la famiglia naturale comprende ascendenti e discendenti. La famiglia è una società che pre-esiste al dato giuridico, è appunto società “naturale”.

Michela Murgia e alcuni con lei intendono aggettivare il sostantivo: famiglia arcobaleno, famiglia omogenitoriale, adesso pure ‘sta novità della famiglia queer. La finalità delle aggettivazioni è come quella di chi adultera il vino, di chi complica il pane. Chi violenta la parola famiglia lo fa perché in sostanza vuole distruggerla (e Roberto Saviano, complice della Murgia, questa finalità l’ha esplicitata senza alcuna remora). Attenti, dunque: lo scontro in atto, delicato perché la Murgia stesso lo definisce “politico” e agito da una persona che ci ha fatto sapere di essere in limine mortis, è di quelli che non faranno prigionieri. Conviene attrezzarsi a resistere.