Ascoltate la voce degli invalidi: «Io valgo»

21 Maggio 2020 Cristiana di Stefano
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Il Popolo della Famiglia

Cos’è la disabilità? L’ONU diede questa definizione: “La disabilità è una condi zione di salute in ambiente sfavorevole”. Quindi tutti i cosiddetti normodotati sono potenziali disabili. Ogni persona deve essere rispettata per ciò che è, non per quello che può fare. Eppure in questo tempo buio della cultura della morte e dello scarto, c’è chi nei palazzi del potere soprattutto europei, ma anche in Italia, fa l’analisi dei costi-benefici, per valutare se invalidi, malati, disabili, non autosufficienti di ogni età, siano ancora cittadini portatori di diritti universali e costituzionali, quali diritto alla vita piena e dignitosa, vissuta in totale libertà, curati e assistiti presso il loro domicilio, o ovunque vogliano.
Nel nostro Paese abbiamo avuto un assaggio della cultura della morte, con la recente decisione della Consulta, sul caso Cappato. Decisione molto discutibile dal mio punto di vista, perché dubito della sua costituzionalità, nel momento in cui discrimina i cittadini come me, inserendoli nell’unica categoria di persone per cui non commetterebbe reato colui che dichiarerà di farlo perché gli è stato chiesto dal malato stesso.

L’Italia, nonostante la sua bellezza, è sempre stata un “ambiente sfavorevole” per persone che si trovano in una specifica condizione di salute, esclusivamente a causa dei governanti, che non hanno preteso, o addirittura non hanno voluto, la completa applicazione della Costituzione e delle numerose leggi riguardo la disabilità, da parte di ogni organo competente, Regione, Comune, funzionario, ecc.. I responsabili, da sempre impuniti e indisturbati, continuano a perseverare nel loro eludere, raggirare, non recepire e non applicare le leggi da essi stessi emanate e promulgate.

Per sopravvivere in un ambiente così ostile, come ho descritto sopra, occorre avere talento, quindi i disabili sono Handytalenti, capaci di abbattere le barriere più assurde. Ho creato proprio per questo motivo, un gruppo su Facebook affinché tutti i disabili possano esprimersi e raccontarsi, in video, foto, o post e permettere di dire ad ognuno di noi
“IO VALGO” perché… e dimostrarlo anche. Se vi va di farlo crescere iscrivetevi. Anche un sorriso si trasforma in talento, sul viso di chi vive in una situazione molto difficile.

Un esempio per spiegare ancora meglio cos’è la disabilità. Davanti ad una scalinata  anche una giovane neomamma che spinge il passeggino, un anziano col bastone, o un calciatore infortunato con le stampelle, si trovano nella stessa difficoltà di chi è costretto a vivere sempre in sedia a rotelle. Ognuna di quelle persone diventa disabile in quelle condizioni ed ha bisogno di assistenza per arrivare in cima o per scendere, oppure che il Comune di quel luogo si adoperi immediatamente affinché il problema venga risolto e ristabilito lo Stato di diritto di cui l’art. 3 della Costituzione. Sarebbe bastato applicare, circa 30 anni fa, la legge n. 13 del 9 gennaio 1989 ad annullare la disabilità dei tre soggetti presi ad esempio.

Quando in Parlamento riusciremo ad avere politici di buon senso, onesti e coscienziosi, coadiuvati da validi organi di giustizia e magistratura? Quando cesseranno i secolari “maltrattamenti” ai disabili causati dall’indifferenza e dall’abbandono di uno Stato che delega sempre più e lascia la cura e l’assistenza di cittadini in stato di bisogno alla discrezionalità delle Regioni. Quando chi governa Regioni, Province e Comuni, risponderanno davanti agli organi di giustizia, dei reati perpetrati quotidianamente ai disabili? Senza dimenticare che quelle figure, a loro volta delegano, se e quando possibile, alle famiglie, costringendole a farsi carico da sole dei loro cari, costringendo spesso uno, o più componenti il nucleo, a lasciare il lavoro e a vivere nel disagio economico e sociale.

I disabili sono stanchi di subire in silenzio ogni tipo di ingiustizia e pretendono il rispetto, l’applicazione completa di tutti gli articoli di tutte le leggi riguardo invalidità e disabilità. Una su tutte la Legge n.104 del 5 Febbraio 1992, che oltre tutto, se venisse usata, basandosi sui suoi criteri di rilascio della certificazione anche per la valutazione dell’invalidità civile, credo sarebbe molto più complicato concederla ad un falso invalido, poiché per ottenere la certificazione della L. 104, occorre superare due visite, da due commissioni diverse. Non meno importante la Legge 68/99, sulla quale occorrerebbero maggiori controlli e vigilanza, per assicurare e garantire l’assunzione dei disabili veri. Sarebbe auspicabile che dei governanti intelligenti, eliminassero il vincolo del cumulo de redditi, per permettere ai disabili anche gravi, ma capaci, di svolgere un lavoro che gli permetta di provvedere e pagare autonomamente, spese e assistenza, comunque negata da molte regioni, senza il rischio di perdere i 286 euro mensili concessi, che chiamano “pensione”. L’ultimo e l’attuale Governo avevano promesso la “pensione di cittadinanza” ma si è tramutata in una presa in giro, poiché nel conteggio dei criteri economici, calcolano anche le prestazioni assistenziali, quindi è praticamente impossibile averne diritto.

C’è la Legge 328/2000 sugli ambiti, oppure pochi conoscono l’Art. 1, comma 6 del D.M. 27/08/99 n. 332, che nei casi di particolare, gravissima disabilità, la ASL può autorizzare la fornitura di dispositivi non inclusi nel nomenclatore tariffario. Insomma non serve un Ministero della Disabilità senza portafoglio, ma l’applicazione delle leggi a tutela del rispetto dei diritti dei diritti, denuncia e pena adeguata per gli inadempienti, perché colpevoli di reato contro la persona. A questo punto vorrei ricordare a quanti interessati, che il 13 Febbraio 2020, alle ore 10, davanti Montecitorio, a Roma, avrà luogo una Manifestazione Nazionale, apartitica, autorizzata dalla questura, organizzata da un’invalida civile coraggiosa e piena di risorse, ISABELLA DATTILE che è riuscita a coinvolgere grazie ai social, tantissimi disabili provenienti da ogni luogo d’Italia. Protesteranno contro il Governo che non ha mantenuto la promessa di portare l’assegno d’invalidità da 186 a 780 euro mensili. Ulteriori info e contatti sono indicati nella locandina. Come raccontavo nelle prime righe, anche in Italia alcuni parlamentari, vogliono legiferare su un “ipotetico diritto alla morte”, basandosi su un ancora più “assurdo diritto all’autodeterminazione”, ben sapendo che è pura utopia, poiché la Costituzione italiana non parla di autodeterminazione in alcuna delle sue disposizioni. La vera libertà è nelle vita, la morte non libera, crea rimorso a vita in chi resta” Bisogna iniziare a contrastare fin da ora, la cultura della morte, usando la logica, controbattendo a falsità così lampanti da accecare, come quelle dichiarate da Cappato, appena scampato ad una grave condanna da 5 a 12 anni di galera, grazie all’assurda, anticostituzionale e discriminante decisione di quella Consulta, che si è pronunciata, fuori di ogni logica, in violazione del Diritto universale alla vita Artt. 1-2-3; della Costituzione Italiana Artt. 2-3-32; della Legge 104 Artt. 1-2-5-7- 8-24; del Giuramento d’Ippocrate.

Tutta la questione sembra proprio la realizzazione di un progetto ben studiato da alcuni politici e da speculatori esperti, senza scrupoli, privi di morale, interessati solo al business. Hanno iniziato coniando nuovi termini e nel 2017, in Parlamento, nell’arco di una settimana, quella del Natale, durante la notte del 22 Dicembre, è stato partorito il “Biotestamento”. Ricordo che non diedi particolare importanza alla notizia, ancora non mi interessavo di politica ed ero totalmente ignara di quanto stesse accadendo. Finché capii il vero significato, credevo fosse una “legge sullo smaltimento dei defunti”, dato che si parlava già tanto di ambiente e noi umani da morti inquiniamo: ormai all’interno dei nostri corpi c’è di tutto. Ci sono metalli e sostanze tossiche e/o inquinanti per l’ambiente, flora e fauna. Ad esempio amalgami al mercurio, protesi di vari materiali, polimeri, farmaci, accumuli di altri metalli e sostanze tossiche e/o radioattive quali il polonio 210 assimilato fumando tabacco. Invece poi durante un dibattito in TV, scoprii che è una legge basata su una prospettiva irreale, sulla presunzione di sapere cosa si deciderà di fare in un ipotetico tempo futuro, in determinate condizioni, o circostanze di vita. Poi hanno inventato altre due parole composte, cioè “Eutanasia” e “Suicidio Assistito” che sono “ossìmori”, cioè termini di significato opposto, incompatibili e accostati tra loro, in sostanza privi di senso, creati e utilizzati perché di forte effetto.

Perché giocare ad inventare parole “paradossali”? Solo per destare curiosità e seguito, verso chi dice cose insensate, ma in modo nuovo e diverso? No la tecnica da regime e non da Stato di Diritto, è stata già precedentemente utilizzata e collaudata con successo. Quelle persone, ben avviate nel marketing della morte, stanno utilizzando ogni mezzo e canale mediatico, dalla TV, alla stampa, ai social, ai congressi nelle Università, allo scopo di formare l’opinione pubblica, imprimendo nelle menti di adulti e minori, continuamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno, la loro ideabusiness, che morire anticipatamente, per mezzo di un’altra persona, in esilio all’estero, pagando profumatamente questo servizio, sia l’espressione e forma più alta di dignità e libertà, che sia un diritto, che sia la salvezza contro ogni tipo di sofferenza, che la morte su commissione/prescrizione medica, sia bella, dolce e desiderabile. Come si può parlare di libertà, quando la cosiddetta scelta di morire anticipatamente, è obbligata, guidata da una disperazione più forte dell’istinto di sopravvivenza, causata dal totale abbandono da parte di tutte le istituzioni, dal loro continuo negare aiuto, assistenza, diritti e si viene lasciati nella più totale indigenza? L’unica vera libertà di scelta è quella di lotta  re per il rispetto dei sacrosanti diritti umani e costituzionali, come quelli alla libertà di vivere autonomamente, per quanto possibile, una vita piena e dignitosa, in qualsiasi condizione, fino alla fine naturale. La vita è un diritto, non la morte.
Quando lo Stato diventa ingerente nella vita privata, nelle scelte personali dei cittadini e vuole imporre loro, con ogni mezzo lecito, o illecito, una determinata ideologia, quando vuole cambiare radicalmente il modo di pensare e di vivere della società stessa, vuol dire che lo Stato di diritto si è trasformato in regime.
Cappato, lasciato libero di perseverare, impunito, durante un’intervista, ha dichiarato, fra le altre cose, che il 93% degli italiani vuole le leggi su “eutanasia” e “suicidio assistito”, che ripeto, sono ossìmori senza senso. Questo sondaggio è inverosimile, perché si basa su una prospettiva irreale. Queste figure retoriche, sostituiscono il vero termine nascosto ai cittadini italiani, quando vengono poste loro le domande, per quei sondaggi pilotati. Alla gente dovrebbero chiedere se vogliono leggi sull’“omicidio su prescrizione medica”, oppure sull’“omicidio su commissione”, poiché il disabile viene soppresso a causa di una presunta sofferenza insopportabile, causata quasi nella totalità dei casi, da profonda depressione e disperazione, non da patologie fisiche da cui potrebbe essere affetto, per le quali oggigiorno, esiste una gran quantità di farmaci per far scomparire il dolore.
La Corte Costituzionale, ha fatto credere all’opinione pubblica, che Cappato sia stato imputato ingiustamente, perché a suo giudizio, invece è stato un eroe incompreso, che ha liberato un povero handicappato infelice, dalla sofferenza, aiutandolo a morire in esilio all’estero, spendendo parecchie di migliaia di euro, per quel servizio. Hitler almeno li ammazzava gratis, ci rendiamo conto in che baratro siamo caduti? Dov’è la logica in tutto ciò? Perché invece di spendere, o fargli spendere, tutti quei soldi per aiutarlo a morire in esilio, ripreso dalle telecamere di una TV nazionale, la cui trasmissione ha fatto il giro del mondo, non lo ha aiutato gratis, a trovare una ragione per vivere? Semplice, perché Cappato non è un eroe, non è un benefattore. Cosa ne sa Cappato di sofferenza estrema e di patologia irreversibile? Non ha alcuna competenza per parlarne, non è un medico specializzato, non è un malato disabile, è soltanto un politico che insieme ad altri politici, vuole portare avanti il suo programma di eliminazione delle “persone inutili”, quelle che non rientrano nello standard dell’analisi costi-benefici. A loro interessa “eliminare le spese superflue” e fare profitto, quindi quale idea migliore di una mega campagna pubblicitaria continua su tutti i social e media, con video e slogan formati da ossìmori e parole utopiche, per sponsorizzare la morte, facendola apparire come l’unica via di uscita da una vita inutile, senza più obiettivi da raggiungere e progetti da realizzare, l’unica salvezza da una sopravvivenza di “cacca”. Hanno addirittura realizzato un video-spot per cercare veri malati gravi disabili, disposti a recitare nella realizzazione di video-spot pro “eutanasia” e “suicidio assistito”.

I signori della cultura della morte, fanno leva, per cercare di convincere ad autoeliminarsi, sul fatto che i disabili e i malati gravi come me, soffrono a causa di una vita fatta di disagio estremo, di indigenza, di solitudine, di totale isolamento in casa o in una struttura, senza amici, senza vita sociale, fatta in molti casi di violenze e maltrattamenti, fatta anche di forti sensi di colpa nei confronti dei familiari che li amano, per chi ha la fortuna di averne, ma costretti ad accudirli con estremi sacrifici, perché abbandonati anch’essi dalle istituzioni.
I malati disabili gravi e gravissimi come me, amano e apprezzano la vita forse ancor di più dei presunti sani normodotati. Esigono il pieno rispetto dei diritti umani, costituzionali, la completa applicazione della Legge 104/92, che garantisce tutta l’assistenza e le cure necessarie, presso il loro domicilio, allo scopo di assicurare lavita piena, dignitosa e autonoma per quanto possibile, la totale eliminazione delle barriere architettoniche e culturali. I politici che davvero hanno a cuore il bene dell’Italia, dei cittadini e delle famiglie, devono opporsi alla cultura della morte ed operare affinché anche i diritti dei malati disabili vengano tutelati. Tenete tutti bene in mente che l’amore vince sul dolore più grande.

Basta una carezza sincera a far tornare la gioia di vivere e a far sparire il falso desiderio di morte causato dal dolore dell’abbandono, dell’indigenza e della solitudine..

Fonte: La Croce Quotidiano