La luce c’era, per davvero (Aldo Moro)

9 Maggio 2020 Mario Adinolfi
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, , Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

“Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo”. Così si chiude la ultima lettera alla moglie Eleonora su come si vedranno nell’aldilà, di Aldo Moro. Chi fu Moro? Va ricordato, soprattutto ai più giovani, visto che giornali e telegiornali ricordano persino i 90 anni dalla nascita di Marco Pannella, ma scorrendo quelli di questi giorni non si trova la minima traccia di quella vicenda che fu l’11 settembre italiano.

Aldo Moro in sintesi fu un uomo buono e un cattolico, marito e padre esemplare di quattro figli, padre costituente della Repubblica italiana, statista che guidò il Paese da un cumulo di macerie fino a diventare la quinta potenza industriale del mondo alla fine degli Anni Settanta, docente universitario di Diritto all’Università La Sapienza di Roma, più volte ministro e presidente del Consiglio, da presidente della Democrazia Cristiana rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978, trucidato a freddo da prigioniero inerme il 9 maggio 1978.

Quell’assassinio taglia in due la storia d’Italia. Dopo la morte di Moro iniziarono a prodursi i germi di uno sfacelo morale che è giunto fino ai giorni nostri e voglio ricordare che non a caso la prima legge approvata dopo l’esecuzione barbara della condanna a morte brigatista, fu un’altra legge di morte: quella che consentì in Italia l’aborto. La legge 194 è infatti datata 22 maggio 1978.

“Il mio sangue ricadrà su di voi”, scrisse Moro in un’altra delle 96 sue lucide lettere dal carcere brigatista, rivolto ai colleghi democristiani che non vollero salvarlo. Lo fecero passare per pazzo. Invece fu profeta come capita a chi in quella luce, che lui invocava scrivendo per l’ultima volta alla sua “dolce Noretta”, ci sta passando per davvero.