#Coronavirus, e i più fragili restano sempre meno protetti

21 Marzo 2020 Cristiana di Stefano
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, Cristiana di Stefano, Il Popolo della Famiglia

Tutti i nodi vengono sempre al pettine, si sa, di conseguenza anche questa grave problematica, di cui da sempre, nessun Governo si è mai voluto occupare, in questi primi giorni di emergenza “corona virus”, sta uscendo fuori come la polvere nascosta per anni sotto il tappeto.
Sto parlando di assistenza domiciliare personalizzata in base ai bisogni delle persone non autosufficienti che vivono sole, che non hanno familiari, né coniuge conviventi, né denaro per assumere chi possa prendersi cura di loro. Sto parlando di me e di tanti amici virtuali, che si trovano nella mia stessa situazione, che mi hanno chiesto di essere anche la loro voce.
Se fino a prima dell’avvento del “corona virus”, prendo ad esempio il mio caso anche se è uno di quelli limite, riuscivo ad avere assistenza continua, giorno e notte, grazie all’alternanza di amici e persone remunerate, con le donazioni che ricevevo, da quando i contagi sono aumentati in modo esponenziale, è logico capire perché qui non viene quasi più nessuno.
Il lockdown è l’unico mezzo per rallentare il contagio, quindi evitano di venire soprattutto per tutelare me, ma anche per rispettare il recente decreto con le norme di contenimento, tutelare loro stessi ed i propri cari.
Però c’è il rovescio della medaglia ed è il fatto che da sola, senza aiuto non posso vivere, essendo disabile affetta da sclerosi multipla, reduce da un complicato intervento di protesi alla spalla.
La mia vita è egualmente in pericolo.
Attualmente resto sola per ore durante il giorno e finché non arriva qualcuno, non posso andare in bagno o a letto, non posso né bere, né mangiare. Ho enorme difficoltà a trovare persone volontarie disposte a venire ad assistermi. Al di là poi del fatto economico, a questo punto con la grave situazione dell’esponenziale numero di contagiati in Italia, dubito che riuscirei a trovare OSS disposte ad assistermi, anche pagando profumatamente. Anche il servizio di fisioterapia mi è stato sospeso. Inoltre a causa di oggettive comprensibili difficoltà di fornitura e trasporti, pure i siti web da cui ordinavo la spesa on line, hanno temporaneamente interrotto la vendita.
Non mi resta alternativa che fare appello al Governo, di prendere immediati provvedimenti e di dare disposizioni, nel pieno rispetto della Legge 104/92, della Costituzione Italiana e dei Diritti Umani, ai Servizi Sociali dei Comuni, alle Regioni, alle Asl e alle Istituzioni tutte, affinché tutte le persone sole, non autosufficienti, giovani o anziane che siano, vengano assistite gratuitamente presso il loro domicilio, essendo il luogo più sicuro per evitare il contatto con persone infette, da personale Socio Sanitario competente, per garantire loro l’espletamento delle varie necessità quotidiane in totale sicurezza, anche nel caso sopraggiungesse un contagio, con sintomi lievi tali da non necessitare di ricovero.
Altresì vorrei ricordare ai governanti, che le persone invalide ed i disabili, anche i più gravi come la sottoscritta, sono cittadini di diritto, non ectoplasmi, sono persone vive e senzienti, che amano la vita, che esigono il rispetto dei propri diritti e l’applicazione delle leggi sulla disabilità, ignorate ed eluse da oltre 30 anni. Nella stragrande maggioranza dei casi, il disabile si rivela una risorsa preziosa per il Paese, non un peso o un costo inutile.
Alcuni sono dotati di qualità pari, se non superiori, ai normodotati. Cito un nome su tutti: Andrea Bocelli, prodigio e orgoglio italiano.
I governanti dovrebbero smettere di ignorare e abbandonare a un terribile destino di solitudine ed indigenza, cittadini disabili o invalidi dal punto di vista fisico, ma capaci di produrre arte, cultura, letteratura, matematica, musica, o idee straordinarie tali da risolvere anche i problemi dell’Italia, per risollevarla dallo squallore.
I disabili, da sempre sono considerati dai governanti che hanno trasmesso questa cultura ai loro successori e al popolo intero, “un qualcosa”, neanche “qualcuno”, di cui devono occuparsene i familiari, come se fossero eterni neonati, incapaci di intendere e di volere. Le varie leggi e politiche riguardanti la disabilità, non sono mai rivolte direttamente alla persona disabile, ma alle famiglie con un disabile all’interno del nucleo.
Il disabile adulto e solo, che non ha, o non abita in famiglia, non viene neanche contemplato dalle leggi e dalla politica ita liana, che anche ora in piena emergenza “corona virus”, ci volta le spalle e ci abbandona a noi stessi.
Per paura di perdere l’assegno d’invalidità, dato che non si può superare il limite di reddito annuo di circa 16.800 euro, i disabili non più giovani e soli, sono pure costretti a declinare l’offerta di lavoretti per “arrotondare” e migliorare la condizione. Per cui non possono permettersi il lusso di assumere nemmeno una OSS per farsi assistere, dato che costerebbe circa 1.400 euro mensili.
L’ultima ingiustizia a danno dei disabili da raccontare, è una cosa davvero assurda.
Il Governo attuale, come il precedente, nel conteggio Isee, somma nel cumulo dei redditi anche le prestazioni assistenziali, come i sussidi per povertà e l’assegno d’invalidità.
Così i disabili soli con più di 55 anni di età, che magari soffrono pure di una patologia cronica degenerativa e che per giunta devono pagarsi l’affitto o il mutuo di casa, non hanno diritto nemmeno al Reddito di Cittadinanza, perché la pensione d’invalidità (portata quest’anno da 285 a 286 euro mensili, pure la beffa dell’aumento di 1 euro), considerata reddito, non sussidio e sommata ad altri sussidi, fa uscire dai criteri per ottenere il Reddito di Cittadinanza, pur avendo un ISEE inferiore a 3.000 euro.