Mario Adinolfi: Il PD che non capisce

30 Settembre 2018 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Non è utile mettersi a discutere quanti fossero in piazza. Diciamo pure che la manifestazione è riuscita e a Roma sono arrivati in cinquantamila. Il tema è: per dire cosa? Non ho sentito neanche una parola in piazza del Popolo che accennasse alle ragioni della clamorosa sconfitta. Nel 2014 il Pd era al 41%, livello di consenso da Dc di De Gasperi. Renzi sembrava un leader invincibile. Nel 2015 su iniziativa della Moretti varò il divorzio breve; nel giugno 2016 si caratterizzò per la legge Cirinnà che voleva pure l’utero in affitto; nel 2017 ultima legge approvata fu il biotestamento. Il pacchetto completo, insomma, dei “nuovi diritti civili”. Il Pd è passato da una sconfitta rovinosa all’altra. Oggi a piazza del Popolo non è risuonata alcuna idea identitaria, Martina ha solo urlato che “sui diritti civili non si torna indietro”, un po’ come Renzi e Gentiloni per rendersi gradevoli in campagna elettorale dicevano continuamente “sì, abbiamo fatto degli errori, ma il Pd è il partito che ha fatto approvare i nuovi diritti civili”. Esito di questa grande attività legislativa: collasso del consenso. Dal 41% al 18%. C’è qualcuno che anche da sinistra glielo ha spiegato: state difendendo gli interessi di un gruppetto di ricchi organizzati in una lobby, trascurate completamente le necessità di chi ha davvero bisogni. I nuovi ultimi, ignorati anche da questo governo e da questa finanziaria, sono le famiglie numerose che subiscono una tassazione iniqua e scandalosa, le donne che non sono sostenute in nulla nella loro scelta di essere madri, i bambini che a decine di migliaia l’anno vengono uccisi sull’altare di una convenienza narrata come diritto all’aborto, i malati e gli anziani e i depressi e i sofferenti a cui la sinistra indica la via cinica dell’ennesimo nuovo falso diritto che sarebbe quello all’eutanasia e al suicidio assistito, cioè a togliersi di mezzo così come vorrebbero togliere di mezzo l’istituto “medievale” del matrimonio e la famiglia naturale descritta dalla Costituzione. Come? Semplicemente raccontando che tutto è famiglia, premessa perfetta per far sì che niente più lo sia. Io sono stato un parlamentare del Pd, li ho avvertiti per tempo e sono uscito da quel partito mentre vedevo realizzarsi la profezia di Augusto Del Noce e era evidente la loro trasformazione in “partito radicale di massa”. Ora non c’è più neanche la massa. Hanno le stesse percentuali dello stanco Pds di Piero Fassino, quello che chiusero nel 2007 perché non serviva più a nulla. Si chiamavano Ds, democratici di sinistra. Ora sono diventati semplicemente la sezione italiana del socialismo europeo, che in tutta Europa il 26 maggio sarà spazzata via perché è animata da classi dirigenti ottuse e arcigne che non hanno capito che i “nuovi diritti civili” rispondo alle esigenze di pochi e sono figli di una ideologia profondamente antipopolare. Ora è il tempo di rinnovare la storia del popolarismo italiano, invece, per far ripartire dall’Italia una riconquista europea basata sui valori profondi insegnati da don Sturzo e De Gasperi: radice cristiana, famiglia al centro, cultura della vita per uscire dal tempo bieco e cupo dell’ideologia della morte legata alla assolutizzazione di aborto e eutanasia come traguardo dell’uomo che si autodetermina. L’uomo è libero davvero solo in relazione e L relazione naturale primaria incancellabile è quella familiare. Siamo tutti figli. E la ricchezza, persino il Pil, si crea se investi su famiglia e figli. L’ho spiegato nei miei libri: la denatalità è una fase che precede sempre le fasi recessive, non le segue. Non è la povertà a creare denatalità, è vero l’esatto contrario. Riempite le culle e tornerete a vedere l’Italia sorridere. Anche l’Italia dei cinquantamila (o quanti erano, credo molti di meno) di piazza del Popolo.