All’amico abortista e non credente

25 Giugno 2022 Mario Adinolfi
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Mario Adinolfi

La questione religiosa non c’entra nulla con i 62 milioni di bambini statunitensi abortiti per via di una sentenza finalmente dichiarata incostituzionale. Mi rivolgo direttamente ad un mio amico abortista, uno dei tanti che in queste ore si è mostrato scandalizzato dalla decisione della Corte Suprema americana e pensa che gli sia stata imposta una visione religiosa della vita, a lui non credente. Caro amico abortista e non credente, non è così. La religione non c’entra nulla: il no all’aborto è figlio della ragione. Per una porzione sempre più ampia di popolazione è chiaro che la vita umana inizia il giorno del concepimento. Ogni storia, la mia e la tua e quella di ogni altro essere umano, è iniziata in quel preciso istante. Nessuno, neanche una donna, meno che mai mia madre, può decidere per me e può cancellare la mia storia ab origine. Non pretendo di convincere nessuno. Ma pretendo che la questione sia decisa democraticamente. E se il popolo del Texas e di altri 27 Stati degli USA democraticamente deciderà secondo ragione, impedendo la soppressione di un essere umano dal momento in cui il suo cuore batte, voi dovrete accettare il verdetto della democrazia. Senza adottare quell’aria di superiorità che non avete, che non meritate, se non sapete accettare che il popolo democraticamente decida diversamente dalle vostre convinzioni. Noi abbiamo accettato le decisioni del popolo sovrano quando sono state imposte ai nostri convincimenti. Adesso tocca a voi. Viva il diritto universale di ogni bambino a nascere, un vero diritto di civiltà. Basta soppressione di bambini innocenti, soppressioni che in tutti gli Stati Uniti venivano garantite nelle cliniche Planned Parenthood fino alla 24esima settimana, ottenendo per questo fondi federali per miliardi di dollari. Ora la mattanza degli innocenti è finita, sarà fortemente limitata negli Stati dove il popolo così vorrà. Dovremmo far festa tutti e inchinarci alle decisioni della democrazia.