Le destre perdono malissimo in tutte le grandi città. Perché? Hanno paura di una nettezza esplicita sui valori. Michetti ha passato il tempo a presentarsi ai romani che non lo conoscevano e a giustificarsi dopo che lo hanno conosciuto. Salvini e Meloni, come Berlusconi, non hanno emesso un fiato mentre per tre mesi Cappato e Fedez aravano l’Italia per coltivare la transizione alla droga libera e alla legge sull’eutanasia. Addirittura Paolo Damilano a Torino prima ha tranquillizzato Luxuria sul festival che drena migliaia di euro a favore della nota lobby, poi è andato al FUORI di Mario Mieli e infine persino all’Arcigay a rassicurarli sull’utero in affitto e la registrazione anagrafica al Comune dei figli privati di un padre o di una madre. Così si perde e si perde male. Peccato, Damilano sarebbe stato un ottimo sindaco di Torino. Ma se sei un papà di cinque figli magari dilla una parolina per la natalità e contro l’aborto. Altro che “i diritti non si toccano”. Quelli sono falsi diritti che vanno abbattuti, puntando sui veri e negati diritti sociali: al lavoro, alla casa, a nascere, alla vita, alla sanità, all’assistenza, allo studio in una scuola veramente libera, al fisco equo con il quoziente familiare, alla maternità con relativo reddito per la donna che lavora in famiglia, alla cura (palliativa, se serve) anche quando si è inguaribili, alla solidarietà, all’impresa libera e familiare, alla libertà religiosa, al matrimonio solido e non al divorzio lampo. Se alle sinistre sempre più simili al partito radicale di massa profetizzato da Augusto Del Noce sapremo opporre il campo vasto dei diritti sociali e dei valori nazionali, allora un’alternativa di governo del Paese sarà possibile. Se si vuole solo essere la copia sbiadita con qualche no episodico alla piattaforma di tristi novità proposte dalle sinistre, le sconfitte dell’ottobre 2021 saranno destinate a ripetersi.