Guardate, la scelta è facile: da una parte ci sono quelli che hanno sostenuto la raccolta di firme per robe strampalate che chiamano “nuovi diritti civili” (all’omicidio di consenziente, alla coltivazione privata di piante contenenti sostanze psicotrope, a devastare l’istituto matrimoniale nella sua natura, per quel che è stato per millenni) e quelli che proclamano di credere in valori che in realtà declamano solamente, non credono in niente se non nella propria scalata al potere.
Dall’altra c’è il Popolo della Famiglia con il suo pacchetto di proposte per vedere le città ripopolarsi di bimbi, investire non sui falsi “nuovi diritti civili” all’aborto, all’eutanasia, alla droga libera, al “matrimonio” gay e al conseguente orrore dell’utero in affitto, ma sui veri diritti sociali alla casa per le giovani coppie, al lavoro e al salario dignitoso anche per la donna madre, ad un fisco giusto basato su quante bocche sono sfamate da un determinato reddito, all’assistenza piena se si è disabili, anziani, non autosufficienti.
Il 3 e 4 ottobre la scelta è semplice: noi o loro. Loro vanno di moda, hanno partiti grandi e ricchi e potenti e ipercitati dai media, ma sono attraversati da una fragilità valoriale che ormai sfocia nell’insensatezza esistenziale, non sanno neanche più perché stanno insieme se non per la caccia al potere. Loro o noi. Noi siamo piccoli ma sapete perfettamente chi siamo, cosa vogliamo, cosa ci anima, noi abbiamo una faccia sola e di questi tempi è il bene più prezioso. Non ci interessa il potere per il potere, non puntiamo alle poltrone, lo abbiamo dimostrato. Noi puntiamo al governo delle comunità e del Paese solo alle nostre condizioni, solo per realizzare quel che promettiamo, per portare in Italia quella cultura della famiglia e della vita che sola può sconfiggere i cinici nichilisti mortiferi che tanto di moda vanno in questo momento nel nostro Paese. Ma le mode passano. La famiglia resta: è l’ancoraggio vero, per tutti.
In questa campagna elettorale la disapplicazione vergognosa della legge sulla par condicio e del regolamento dell’Agcom del 6 agosto 2021 vi ha consegnato mediaticamente l’idea che la contesa politica sia solo tra i soliti noti. Non è così: in tutte le principali città e anche alle regionali calabresi trovate il simbolo, le liste, i candidati del Popolo della Famiglia. Premiateli con il vostro voto, libero e utile. Date peso all’unica opzione valoriale cristianamente ispirata rimasta sulla scheda elettorale dopo un trentennio in cui l’obiettivo dei rivali è stato far sparire qualsiasi forma di soggetto politico autonomo organizzato dai credenti, affinché lo spazio della politica sia presidiato solo dai cinici senza valori, che al limite l’appartenenza valoriale la declamano senza crederci e senza minimamente viverla.
Il 3 ottobre è domenica, chi nel fine settimana santificherà la festa partecipando a una celebrazione religiosa, in coscienza e in coerenza ha un solo possibile voto: quello al Popolo della Famiglia. Tutte le altre opzioni si scelgono a naso turato. Conviene regalarsi una libertà e votare, come sempre capita a chi vota PdF, uscendo dal seggio col sorriso.