Se domani la Chiesa scomparisse dalla faccia della terra, come alcuni auspicano in queste ore, piangerebbero i miseri e i davvero poverissimi, che non troverebbero più un luogo dove chiedere aiuto; i sofferenti che non saprebbero più dove bussare; gli ultimi e anche i penultimi ormai, che se cercano un pasto caldo o un giaciglio sanno bene che devono passare dove c’è quella croce. Sparirebbe il più organizzato, efficiente e efficace ospedale da campo per i feriti d’Italia e dell’intero mondo. Un fondamentale motore della cultura, dell’istruzione, della sanità, della ricerca, dell’architettura, dell’arte. Si eclisserebbero luoghi d’aggregazione fondamentali per i giovani, dallo scoutismo al volontariato all’esperienza degli oratori. Basta suore a curare i nostri anziani malati, basta battesimi e prime comunioni, basta scuole dove alfabetizzare gli ultimi del mondo. Basta matrimoni e funerali, basta preghiere e basta feste patronali in cui ritrovarsi uniti attorno al santo. Basta tradizioni. Basta sacerdoti e religiosi splendidamente donati a Cristo e alla comunità. Basta Papa, cardinali e vescovi che sono stati autorità morale per l’intero mondo, basta encicliche e Magistero. Basta chiese e allora sparirebbe tutta l’inenarrabile bellezza che dalle chiese in ogni angolo d’Italia e del mondo si sparge gratuitamente ovunque per rendere meno orribile il nostro vivere, che orribile davvero sarebbe senza Dio, senza Redenzione. Si festeggerebbe, certo: a champagne sui terrazzi dei ricchi ignari, incapaci di comprendere il dolore affaticato degli ultimi e la gratuità della bellezza donata. Che noi chiamiamo vita.