Si è ammazzata a tredici anni

10 Giugno 2021 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Domenica si è suicidata impiccandosi a Roma una ragazzina di 13 anni, bullizzata sui social e da alcune compagne delle medie. Non perché era nera e non perché era lesbica, nessun post di tre anni fa in cui parlava di razzismo, nessun riferimento all’omofobia. E quindi niente prime pagine e niente trasmissioni tv in prima serata. Niente emozione collettiva nazionale. Qualche articoletto. Scenderà rapidamente l’oblio. Non ci porremo nessuna domanda sul cosa possa essere scattato nella sua testa. Nessun politico del Pd si è lanciato sulla tastiera a proclamare indignazione, non c’è la possibilità di usare la ragazzina per promuovere il ddl Zan o lo ius soli, Saviano non lo intenerisci con un bullismo senza possibilità di insultare Meloni o Salvini o almeno i “cattolici retrogradi”, la Murgia è femminista ma non si fa commuovere da un suicidio privo di motivazioni alla moda di una tredicenne. È carne inutile, carne morta, non la si può ficcare nel cannone delle polemiche da social. Ma, Dio, nella città capitale d’Italia una nostra figlia si è annodata attorno al collo un cavo elettrico e si è impiccata a tredici anni. A tredici anni. Nessuna domanda? Nessun dolore? Nessun Fedez e nessuna Ferragni? Niente scritte sulle mani? Il numero di suicidi di giovani e giovanissimi è triplicato nell’ultimo anno e mezzo in Italia. Non per razzismo e non per omofobia, ci spiace, ma per un disagio di vivere che sta diventando colossale perché c’è chi sta desertificando questo Paese dai valori profondi che lo teneva insieme anche nei momenti più duri. C’è qualcuno interessato a discutere seriamente di questo o vale solo l’episodio di pseudoviolenza tra ragazzini se serve a innescare la propaganda al ddl Zan o allo ius soli? Se un senso può essere trovato all’immensa ferita causata alla società tutta intera del suicidio a Roma di una bambina di 13 anni, è che serva ad avviare un confronto difficile su un disagio sociale che è sempre più complesso. Troverò una trasmissione televisiva interessata ad avviare questo confronto, un giornale pronto a un’inchiesta nazionale approfondita sul tema? Ho paura di no. In questo Paese esiste ormai solo ciò che è strumentalizzabile. E forse anche per questo a 13 anni chi non ce la fa più a sentirsi strumento del sollazzo altrui decide di farla finita.