Il 25 maggio esce su Amazon Prime la docuserie in cinque puntate che racconta la più incredibile operazione di sottrazione di minori alle famiglie naturali mai avvenuta in Italia con annessi surreali processi che hanno provocato la morte e i suicidi di madri, padri, di un sacerdote. I fatti risalgono al 1997 e hanno come ambientazione la Bassa modenese, hanno strascichi fino ai giorni nostri, per poi essere replicati nella vicenda ancora più tragicamente grottesca di Bibbiano, di cui da mesi nessuno osa parlare più, per motivi ben precisi: sono fatti che illuminano il lato più crudele e oscuro della lobby Lgbt, del suo rapporto malsano con l’idea di famiglia naturale da cui trae origine l’ideologia dell’omogenitorialità. Nel 1997 per sottrarre i bambini alle famiglie naturali della Bassa modenese dovettero inventarsi una strampalata vicenda totalmente infondata di una setta che andava decapitando i neonati in un cimitero. Vent’anni dopo a Bibbiano bastava inventare “abusi” conditi da altrettanto inventata “omofobia” per strappare i bambini alle famiglie naturali e affidarli a coppie lesbiche intrecciate in relazioni sessuali con le assistenti sociali. La docuserie di Amazon Prime si limita a raccontare le vicende della Bassa modenese. Ma non dimentichiamoci mai che dopo la Bassa modenese viene Bibbiano, anche se non si può dire, anche se non se ne parla più. La docuserie che esce il 25 maggio si intitola Veleno.
Già, veleno. I “diavoli della Bassa”, i terribili titoli assertivi contro i genitori di sedici bambini e un povero prete. Tutti in una setta satanica che faceva sacrifici umani, decapitava neonati con la ghigliottina, costringeva i bambini a berne il sangue. Questo racconto folle e insensato venne svelato per primo da un giornalista di Repubblica, Pablo Trincia, con l’inchiesta Veleno, appunto. Ne è nato prima un podcast, che sciocca fin dal primo ascolto. Poi ne è venuto fuori un libro, uscito per Einaudi. Il 25 maggio arriva la serie per Amazon. Che racconterà la storia terribile di ripetute sottrazioni di bambini alle famiglie d’origine causate da professionisti che dichiararono l’ormai evidentissimo falso, di fatto senza pagare mai.
La psicologa di Mirandola, Valeria Donati, certificò l’esistenza degli abusi in famiglia, mai avvenuti. La ginecologa Cristina Maggioni parlò di bambini sessualmente violentati “centinaia di volte”, accertò tecnicamente il dissolvimento dell’imene per via di queste violenze in bambine che vennero così strappate ai genitori che ne abusavano. Sedici bambini strappati alle famiglie. Ma era tutto falso. Una mamma si è lanciata dalla finestra, un papà è morto di crepacuore, un altro si è fatto undici anni di galera come pedofilo senza esserlo mai stato, il sacerdote raccontato dai pm come capo della banda satanica è morto d’infarto nello studio del suo avvocato dopo che il pm aveva chiesto per lui quattordici anni di carcere come capo di una setta satanica di pedofili che faceva bere ai bambini il sangue di neonati decapitati con una rudimentale ghigliottina. Ma era innocente. Totalmente innocente. Nulla di tutto ciò di cui era accusato era mai avvenuto. Don Govoni, questo il suo nome consegnato all’oblio e mai riabilitato da una magistratura infame, fu infangato con imputazioni assolutamente false che fecero scoppiare il suo cuore buono dedito alla comunità e a quei bambini usati come suoi accusatori. Donati e Maggioni e il centro studi Hansel e Gretel di Claudio Foti si erano inventati tutto. I bambini sono stati strappati alle famiglie tra il 1997 e il 1998. Nessuno ha mai fatto ritorno alle famiglie d’origine. I genitori hanno dovuto attendere il 2014 per ottenere giustizia e essere assolti, senza però poter riabbracciare i bambini. Qualcuno li ha rivisti qualche mese fa, ormai adulti.
Valeria Donati e Cristina Maggioni e il centro studio Hansel e Gretel, Claudio Foti e le sue due mogli hanno pagato per lo sconfinato dolore provocato nella Bassa Modenese? No, nessuno li ha toccati. Perché questo impunità? Godevano forse della protezione di qualche potere ben strutturato, magari egemone politicamente in quei territori? Pare proprio di sì perché proprio Claudio Foti e sua moglie vengono chiamati da Federica Anghinolfi a costituire in Val d’Enza, provincia di Reggio Emilia questa volta, la nuova cricca targata Hansel & Gretel che stavolta punta su nove bambini di Bibbiano. Eppure nel 2017 su Repubblica era uscita per intero l’inchiesta-denuncia di Pablo Trincia, Veleno era sulla bocca di tutti in zona. Ma da Modena ci si sposta a Reggio Emilia e a Bibbiano si torna a trafugare bambini ai genitori naturali, sempre inventando falsi abusi, con lo stessa schema ideologico a cui si aggiunge quello della lobby Lgbt incarnata dalla Anghinolfi, che per teorizzare il diritto alla omogenitorialità deve descrivere come tossico l’ambiente della famiglia naturale. Il Partito democratico, l’associazionismo Lgbt, la banda capitanata dallo psicologo senza laurea in psicologia Claudio Foti sono un unico blocco di interessi che garantisce logistica, legittimazione giuridica e denari a questo centro di interessi.
E Valeria Donati, la psicologa di Mirandola? Dopo aver strappato sedici bambini ingiustamente ai genitori di Massa Finalese continua a fare la psicologa dei servizi sociali. Dalla provincia di Modena si sposta al Centro di aiuto al bambino della provincia di Reggio Emilia e lì ottiene finanziamenti per 2.209.400 euro. Non è stata punita la Donati, è stata anzi premiata da milioni di euro di finanziamenti pubblici. Così nel 2006 può ancora intervenire nel caso di due bambini apparentemente colpite dal papà violento e finite al pronto soccorso di Guastalla, provincia di Reggio Emilia. La mamma si distacca da quel papà ma le bambine, 5 e 8 anni, non le vengono mai più ridate. E qui arriviamo al paradosso dell’orrore: la più piccola viene adottata dalla stessa Valeria Donati, la più grande da dei suoi vicini di casa. Chi firma la relazione tecnica che viene inviata al tribunale di Bologna fondamentale per l’adozione da parte della Donati, che peraltro è “single”? Federica Anghinolfi. Nel 2020 la mamma delle bambine attende ancora giustizia. Anche Cristina Maggioni, la ginecologa che si era inventata le centinaia di violenze sessuali subite dai bambini di Massa Finalese, continua a far danni: a Milano un tassista viene accusato di pedofilia sulla figlia in base alla perizia della Maggioni, che si rivelò del tutto falsa. La pm accusò tutta la cricca dei consulenti di cui faceva parte la Maggioni di essere “incompetenti o in malafede, questa è una discesa agli inferi”: lo disse perché accertò che la sola procura di Milano aveva affidato a costoro le perizie di ben 358 casi analoghi. Eppure nessuno è stato punito.
Ho percorso spesso le strade tra Bologna, Reggio Emilia e Modena che è il triangolo delle Bermude in cui precipita la narrazione di sinistra, perché è il luogo dove si è reso evidente il frutto marcio di un’ideologia la cui radice io rintraccio in una manifestazione a piazza Maggiore convocata dalla Fgci di Massimo D’Alema nell’aprile del 1975 per esaltare la conquista da parti dei khmer rossi della capitale Phnom Penh. Scrissi una volta su La Croce: “Phnom Penh, provincia di Bibbiano”. La rivoluzione comunista ferocemente antifamilista di Pol Pot in cui si sognava una palingenesi in cui nulla fosse di nessuno, neanche i figli dei genitori, ha piantato radici malsane in Emilia Romagna.
L’albero nato da quelle radici è Veleno, è Angeli&Demoni, è il lobbismo Lgbt per l’omogenitorialità, è l’eugenetica nazista del Nipt di massa per sterminare i nascituri Down, è il saldo nati-morti colossalmente in mano ai morti perché la denatalità trionfa, è l’ideologia della droga libera e dello sballo, tanto alla fine se nulla è nostro che non lo sia neanche la coscienza di noi stessi e del valore della nostra vita. Il 25 maggio su Amazon esce una docuserie in cinque puntate sulla Bassa modenese e proveranno a dire che è solo una storia, orribile e vera certamente, ma solo una rara ma fisiologica deviazione del sistema. Non è così. La Bassa modenese è effetto di una causa di cui non sono state indagate le motivazioni più profonde. E per questo è una storia destinata a ripetersi. Anzi, una storia che si è già ripetuta a Bibbiano. E si ripeterà ovunque in Italia chissà quante volte finché non sarà estirpato il vizio d’origine: la cultura antifamilista di certa sinistra, oggi ancora più pericolosa perché imbevuta di ideologia dell’omogenitorialità che punterà a togliere i figli alle famiglie “omofobe” per consegnarli alle coppie gay e lesbiche naturalmente infeconde. Ecco perché il 25 maggio guardando la serie su Amazon ci tornerà su il Veleno. Perché non sarà solo guardare cinque puntate di una docuserie. Sarà osservare un prologo, con epilogo già scritto se non interveniamo tutti insieme per il bene della collettività.