Piccola lezione di storia

25 Aprile 2021 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi
La liberazione del territorio italiano dal nazifascismo che convenzionalmente celebriamo il 25 aprile è il frutto di una durissima campagna militare condotta dalle truppe capitanate dagli angloamericani iniziata il 10 luglio 1943 con l’invasione della Sicilia da parte della settima armata statunitense comandata dal generale George Patton e della ottava armata britannica comandata dal generale Bernard Montgomery. Entrambi erano agli ordini della forza di invasione alleata guidata dal generale Dwight Eisenhower. In poco più di un mese e con il sacrificio di ventiduemila ragazzi inglesi e americani, il 17 agosto 1943 i nazisti lasciarono la Sicilia che fu completamente liberata. Nel frattempo il regime fascista di Benito Mussolini era caduto il 25 luglio 1943 e il governo insediatosi al suo posto, guidato dal maresciallo Pietro Badoglio, si arrese ad Eisenhower e ottenne l’armistizio ufficializzato con ambiguità e caos l’8 settembre 1943, giorno in cui le truppe italiane passarono da alleate dei nazisti a “co-belligeranti” (mai riconosciute come alleate) degli angloamericani. I nazisti da alleati divennero occupanti del territorio italiano, il cui re Vittorio Emanuele III fuggì da Roma. I tedeschi godettero dell’appoggio delle milizie fasciste rimaste fedeli a Mussolini.
Il 9 settembre 1943 la campagna di liberazione dell’Italia proseguì con lo sbarco degli angloamericani a Salerno. Il 1 ottobre entrarono a Napoli, prima grande città italiana liberata anche grazie all’insurrezione popolare contro i nazifascisti (le note “quattro giornate”). Otto mesi dopo, il 5 giugno 1944, il generale americano Mark Clark entrava in una Roma liberata dopo feroci battaglie che fecero seguito in particolare allo sbarco di ulteriori forze alleate il 22 gennaio 1944 a Anzio e Nettuno e allo sfondamento della linea dei nazisti attorno a Cassino. Liberare Roma costò la vita a quarantaduemila soldati non italiani, tra i 18 e i 25 anni. Non solo inglesi e americani ma anche polacchi, australiani, francesi, neozelandesi, canadesi, sudafricani. Il giorno dopo, il 6 giugno 1944, nel solo sbarco in Normandia che avviò la spallata finale ai nazisti i ragazzi che sacrificarono la loro vita per la nostra libertà furono dodicimila. In poche ore.

Liberata Roma, restò da liberare il nord Italia dove ai nazisti si affiancò la Repubblica Sociale Italiana guidata da Mussolini con capitale fissata a Salò. In dieci mesi l’operazione fu completata, con lo sfondamento della linea gotica alla fine del 1944 e “l’offensiva di primavera” che in due settimane nell’aprile del 1945 portò le truppe Alleate a liberare tutte le città del Nord. Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia proclamò l’insurrezione generale a seguito della quale le truppe della resistenza occuparono Genova, Torino e Milano (per questo festeggiamo il 25 aprile come giorno della Liberazione). I partigiani arrestarono Benito Mussolini in fuga e lo fucilarono con l’amante Claretta Petacci il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra. Il 29 aprile 1945 i generali nazisti si arresero agli angloamericani firmando la resa incondizionata a Caserta. Il 30 aprile Adolf Hitler si suicidò con Eva Braun appena sposata. Il 2 maggio 1945 la seconda guerra mondiale nel quadrante europeo era finita.
I due anni della Campagna d’Italia costarono il sacrificio di 335.000 giovani soldati non italiani per liberare solo il nostro Paese. Moltissimi civili italiani persero la vita nei bombardamenti compiuti dagli alleati stessi durante questa campagna, si calcola tra i cento e i duecentomila. Anche 400.000 giovani tedeschi si sacrificarono stando dalla parte sbagliata. La resistenza italiana, che nel 1945 contava al suo picco 60.000 partigiani attivi, contribuì alla liberazione. Che non sarebbe mai avvenuta senza il ruolo decisivo delle truppe armate delle nazioni che decisero di opporsi a Germania, Italia e Giappone. Al loro sacrificio e al sacrificio dei resistenti italiani oggi gli italiani liberi rendono omaggio.