Il maledetto incendio

17 Agosto 2020 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Per la chiusura delle discoteche ringrazio il governo, era la cosa giusta da fare, gli operatori del settore siano indennizzati. Ora gran parte della stagione aveva comunque già prodotto il suo bravo fatturato, il sacrificio è minimo e il rischio delle calche tra migliaia di giovani era massimo. Consiglio ai soggetti a rischio di minimizzare i contatti sociali, lo sto facendo anche io. I contagi crescono tra i più giovani, che reagiscono meglio alla malattia o restano asintomatici, ma il pericolo di una esplosione autunnale esiste. La priorità è abbassare il numero dei contagi per far ripartire le scuole. Non credete ai pifferai del “Covid non esiste”, serve massima prudenza come dice Papa Francesco. Aggiungo io, serve intelligenza: alimentare l’idea del complotto dei cattivi che vogliono controllarmi facendomi indossare la mascherina è un’idea scema. Nessun governante può avere l’obiettivo di uccidere il Paese che governa. Se non riusciamo a far ripartire le scuole il 14 settembre (e di conseguenza ci ritroveremo in un contesto di sostanziale lockdown) l’Italia non ne uscirà viva. Questo governo ha la colpa di agire sempre troppo tardi, ma ora serve massima responsabilità da parte di tutti: non è in corso alcun esperimento sociale di controllo della popolazione. È in corso una pandemia che ha provocato in Italia decine di migliaia di morti (proporzionalmente molti di più che negli Stati Uniti o nel Brasile dei “cattivi” Trump e Bolsonaro, perché Conte è Speranza sono peggio e si sono mossi male e tardi), che nella fase estiva grazie a tre mesi di totale lockdown ha visto abbassarsi significativamente i livelli di mortalità ma anche l’età media dei contagiati. L’autunno sarà durissimo e la storia delle pandemie dice che arriva sempre una seconda ondata devastante. Io spero che abbia ragione chi dice che il virus ha perso forza, che ora sappiamo come curarlo tempestivamente, che ormai in realtà vengono agitati solo spauracchi. Se così sarà dopo la riapertura delle scuole non accadrà nulla, ci sarà una normale mortalità da malattie dell’apparato respiratorio nell’autunno 2020, la nostra economia potrà provare a ripartire. Se invece ci ritroveremo con le terapie intensive intasate sarà il collasso non del sistema sanitario italiano, ma del sistema Italia tutto intero. Tranquilli, il racconto sarà semplice e come sempre ce lo faranno i numeri: abbiamo significativamente aumentato i letti in terapia intensiva, se i numeri resteranno gestibili la crisi sarà superata. Se non saranno gestibili, sarà una crisi devastante. Cosa possiamo fare noi? Essere il più possibile prudenti e non agitare spauracchi ideologici. Sostenere i “penultimi” già in grave sofferenza e fare in modo che questo oceano di fatica non faccia affogare tutti, lenendo le ferite una alla volta. Sempre il Papa dice che il Covid segna la fine delle strategie da epoca di cambiamento, perché siamo al cambiamento d’epoca. Prendiamoci per mano e usciamone tutti insieme, con un occhio di riguardo al prossimo, ai fratelli più deboli, a partire dagli anziani. Prendiamo i nostri Anchise sulle spalle con forza e usciamo da questo maledetto incendio.