Mentono sapendo di mentire

2 Luglio 2020 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

A Matteo Orfini, già presidente del Pd, che come ieri Andrea Delogu neoconduttrice de La Vita in Diretta su Raiuno prova a mettere in correlazione la necessità del ddl Zan con un episodio di aggressione a un omosessuale, ho dovuto rispondere quanto segue: “Aggredire qualcuno è già fattispecie punibile dal codice penale. Aggredire qualcuno per il proprio orientamento sessuale è già, giustamente, punibile dal codice penale doppiamente, con aggravante dei futili e abietti motivi. Onorevole Orfini lei lo sa bene e per questo mente sapendo di mentire. L’unica motivazione del ddl Zan è intimidire chi trova insopportabile il dominio prepotente di una lobby Lgbt ormai dominante ovunque, che drena denari pubblici a fiumi e vuole imporre norme oscene come la trasformazione dell’istituto del matrimonio, la modifica conseguente del dettato costituzionale che all’art. 29 definisce il concetto stesso di famiglia, la legittimazione del piano della omogenitorialità anche derivante dall’utero in affitto. Le aggressioni sono già punite. Voi volete questo ddl per mettere fuorilegge le nostre idee con quella che la Conferenza episcopale italiana ha definito una deriva liberticida. Onorevole Orfini, non prenda per il culo gli italiani facendoli incapaci di leggere le vostre evidenti e reali intenzioni”.

La verità è fin troppo evidente ed è raccontata perfettamente dal silenziamento che Mara Maionchi ha operato nei confronti del marito Alberto Salerno che aveva fatto sui social la stessa mia osservazione sulla progressiva omosessualizzazione di Raiuno. La Maionchi, che in tv ci lavora e tanto respirando l’aria che tira nello star system, sa bene che nei luoghi che contano puoi metterti contro chiunque ma non la lobby Lgbt. Ha dunque costretto il marito prima a cancellare il post giudicato “omofobo” e poi anche a scrivere un post di scuse. Chi mi ha ascoltato ieri su Radio Radio mentre presentavo Il Grido dei Penultimi si sarà accorto che la conduttrice è immediatamente scattata con un “no, no” nel tentativo di interrompermi mentre affermavo lo stesso concetto espresso da Alberto Salerno.

Il tribunale è, insomma, già pienamente operativo e l’operazione “silenziamento delle idee difformi” è già tranquillamente in atto. Serve solo la bella ciliegina sulla torta di una legge che potrebbe condannarmi, in quanto presidente di un’associazione, a sei anni di carcere per la fantomatica fattispecie di reato di “istigazione all’odio omotransfobico” quando magari mi troverò invitato, sempre meno spesso tranquilli, a un confronto televisivo con Luxuria in cui gli farò ingoiare quel sorrisetto di superiorità con cui tratta chi dissente dalla sua dominante opinione. E infatti ormai a Raiuno la docile coi nuovi potenti Delogu il comizietto pro ddl Zan lo fa con il solo Luxuria presente in studio concludendo: “E sono certa che tutti voi telespettatori la pensate come noi”.

No, non è vero. Non la pensiamo come voi. Non tutti almeno. Coloro che non vogliono finire nella orwelliana fattoria degli animali dove tutti gli animali sono uguali ma alcuni animali sono più uguali degli altri, non sono d’accordo con voi. E questo per voi è un problema. Dunque provate a passare all’altro romanzo di Orwell, quello in cui agisce la psicopolizia e il reato più grave perseguibile è quello di un uomo e una donna che fanno l’amore, atto considerato insubordinazione grave contro il Grande Fratello che vuole abolire la famiglia perché la famiglia e l’amore verso i figli naturalmente generati sono il vero e imbattibile ostacolo per ogni regime totalitario, che pretende che ad essere amato sia solo lo Stato e cioè quel Grande Fratello che lo domina (con quella provenienza, oggi da Palazzo Chigi).

Eh no caro Orfini, bugie non ne potete più spacciare. Orwell scrisse quei libri contro quel riflesso stalinista che tu, giovane comunista “togliattiano” mai pentito oggi piddino, come tanti forse persino inconsciamente coltivi. Una sola domanda: perché non la dichiarate chiara l’intenzione “educativa”? Ho letto Luciano Moia su Avvenire che scriveva che è persino apprezzabile. Io penso che Moia abbia bevuto per scrivere una roba del genere, ma almeno il confronto diventa più veritiero. Volete “rieducarci”. Bene. Noi combattevamo le idee alla Pol Pot quando voi lo ritenevate un campione simbolo della lotta all’imperialismo americano. Guardacaso pure Pol Pot aveva l’ossessione della distruzione della famiglia, spingeva i figli a denunciare l’attività “controrivoluzionaria” dei genitori. Un oceano di menzogne ha generato, quello sì, un oceano di violenza.

Smettetela di mentire al popolo italiano.