La visione costruttiva dei padri di famiglia

16 Giugno 2020 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Riflettevo sul fatto che a Renzi, Salvini, Meloni, Di Maio, Di Battista, Sardine, Blacklivesmatter, Sentinelli vari riesce solo la pars destruens: rottamazione, ammazza l’Umberto, sfascia il governo dal Papeete, Vaffa Day, apri la scatoletta de tonno, ammazza Fini e tieniti l’argenteria de famiglia, ammazza la Borgonzoni, defund the police, imbratta Montanelli sono tutte operazioni senza dubbio efficaci. Chiamati poi a costruire qualcosa di solido, vanno tutti a sbattere. Sulla fase progettuale la generazione politica dei nati dopo il 1970 va in crisi. Ho una mia idea del perché: sfidati dalla pars costruens, emergono i limiti valoriali. Se non credi in nulla, costruirai sempre sulla sabbia. Anche sul piano personale, infatti, siamo davanti a degli irrisolti: uomini e donne fatti e finiti, nessuno dei quali sposato con l’eccezione di Renzi che conferma la regola. Mattia Santori va ancora in giro con il cerchietto a 35 anni, Matteo Salvini va per i 48 e gira ancora con la fidanzata di vent’anni più giovane, Di Maio lasciamo perdere, la Meloni a 44 anni con figlia matrimonio nisba, Dibba a 42 stessa storia. Costoro vorrebbero rappresentare le istanze, i concreti bisogni, le speranze di un popolo incardinato sulla famiglia costituzionalmente intesa, ma manco quella sanno costruire. Figuriamoci una visione che dia una ragione per votarli ai 29 milioni di italiani regolarmente sposati, che allevano 15 milioni di figli minorenni e maggiorenni non autosufficienti, si fanno carico di 4.8 milioni di disabili e spesso dei genitori anziani non più in grado di badare a loro stessi. I leader che hanno fatto grande questo Paese, di destra e di sinistra e democristiani, sono stati tutti indistintamente per prima cosa dei padri di famiglia. Hanno saputo costruire prima di tutto la dimensione della loro vita familiare e da essa trarre spunto per edificare una visione politica di governo possibile del Paese. Credo che finché non si tornerà ad una classe dirigente figlia di questa Italia che comunque e sempre ha come primario obiettivo della vita il “mettere su famiglia” sapendola poi gestire nelle difficoltà inevitabili, noi non vedremo uscire il Paese dalla secca in cui si è incagliato.