Galli, pecore, lupi e ideologia

12 Maggio 2020 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Continuano ad azzuffarsi come galli da combattimento nel governo ma su una cosa sembrano essere tutti d’accordo nel governo: premier Conte, sottopremier Casalino, ministro Azzolina, apericena Zingaretti (dove sono le mascherine che hai pagato 35 milioni?) vogliono tutti chiudere le scuole cattoliche. Sì, non uso più l’infingimento del termine edulcorato scuole “paritarie”. Questa banda di sciamannati punta ideologicamente e per incultura a sradicare istituti visti come fastidiosi perché non allineati ai diktat laicisti della scuola “fluid” del terzo millennio. Così nelle ultime bozze del Decreto Rilancio (si chiamava Decreto Aprile ma non si sa più quando sarà varato e hanno tolto il riferimento temporale) ci sono sì risorse ingenti per la scuola, più di un miliardo e mezzo di euro, ma sono tutti da spendere solo per le scuole statali.

La scelta è chiara e se non interverranno improbabili modifiche del testo del decreto o azioni parlamentari nella fase di conversione in legge, la maggior parte delle scuole cattoliche chiuderà. Novecentomila famiglie andranno in seria difficoltà dovendosi riversare su una scuola statale già boccheggiante, centomila tra docenti e personale non docente perderanno il posto di lavoro con conseguenze catastrofiche per le loro famiglie, migliaia di istituti chiuderanno comportando per lo Stato un costo di 2,4 miliardi di euro per supplirne le funzioni. Un capolavoro pensato dalla banda di scappati di casa che abbiamo al governo, che mette 1,5 miliardi di euro sulla scuola per doverne poi spendere 2,4 miliardi per uno sghiribizzo ideologico del ministro Azzolina, emula di quella Chiara Appendino che come prima cosa eletta sindaco di Torino tagliò i fondi alle scuole comunali cattoliche. Sempre per una fissazione sostanzialmente anticristiana.

Il metodo di trattativa dei cattolici come al solito è stato fallimentare: ci siamo fatti pecora credendo a delle mezze aperture a chiacchiere, il lupo ha banchettato ancora una volta con le nostre ingenuità e incapacità di comprendere che senza stare al tavolo della politica nessuno riconoscerà bisogni, necessità, interessi di un’area culturale del Paese che appare ormai senza peso specifico. Al tavolo da poker che è la politica di questi anni basta un bluff accennato pure male per indurci alla resa immediata.

Sarà necessario modificare realmente strategia o ci spolperanno vivi, puntando dritti alla cancellazione della dimensione pubblica dell’area culturale e politica di ispirazione cristiana, del nostro diritto a esistere come comunità, consentendo solo una dimensione privatissima della fede senza agganci con le dinamiche sociali, che governeranno peraltro da incapaci quali sono fino a portare l’Italia in fondo al burrone verso cui sono irrimediabilmente diretti.