Mario Adinolfi: Servirebbe un prete

16 Agosto 2019 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Mi è piaciuta molto la riflessione di Piero Chiappano sull’evoluzione possibile del Popolo della Famiglia che potrei riassumere in “meno bigottismo, più risposte ai problemi concreti della gente”. È vero, credo ci sia bisogno per il Popolo della Famiglia di elaborare di più ma credo anche che su questo terreno riemergeranno divisioni derivanti dai percorsi di provenienza perché per risolvere “i problemi concreti” servono i soldi. Abbiamo battuto di nuovo il record storico del debito pubblico, per alcuni di noi il debito pubblico non è un problema, dicono “e allora il Giappone?”, vogliono rompere ogni vincolo europeo, fare politiche in pesante deficit. Io ho invece sempre provato a elaborare idee compatibili con la coperta corta. Il reddito di maternità è una “genialata” (copyright Barbara Alberti) perché costa poco così come l’abbiamo scritto, resistendo alla tentazione di allargarne le maglie in maniera demagogica anche se molti ci dicevano, perché non lo diamo pure a questo o a quello, però dare tutto a tutti è bello ma è mera chiacchiera e noi non dobbiamo fare chiacchiere. Credo che la nuova fase del Popolo della Famiglia dovrà essere guidata da persone adeguate alle esigenze indicate da Piero, io sono legato alle battaglie fondamentali sui temi che ritengo decisivi e molto più “concreti” dei problemi economici (in questo momento suicidio assistito e eutanasia). Sono un antiquario, legato anche all’idea che ci si deve mobilitare per le questioni su cui si riesce realisticamente a incidere. Scrivere un libro onnicomprensivo di soluzione a tutti i problemi “concreti” non è nelle mie corde, io sono sopraffatto da quelli che reputo antropologicamente urgenti, ma riconosco che ha ragione Piero, in questa fase è utile essere più duttili, abbiamo elettoralmente pagato le nostre rigidità (che però ci hanno anche permesso di entrare nell’immaginario collettivo di un Paese, di prenderci una piccola ma non invisibile cittadinanza politica). Io sono più “bigotto” e penso che sia utile rendere molto evidente l’ispirazione cristiana della nostra mobilitazione. Molte volte mi ritrovo convinto, da démodé quale sono, che servirebbe proprio un sacerdote o un vescovo alla guida del Popolo della Famiglia, un redivivo don Sturzo. Comunque sia, non credo di poter più essere io. Ma le mie determinazioni finali, sul personale futuro nel Popolo della Famiglia, le svolgerò solo come è giusto insieme a tutti i pidieffini in assemblea nazionale a conclusione della festa de La Croce il 29 settembre prossimo.