Mario Adinolfi: Venite a conoscere i bravi ragazzi del Popolo della Famiglia

13 Maggio 2019 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Le cronache delle ultime ore sono un bollettino di idiozie: Di Maio invita la Lega a “non perdere la testa”; Salvini a Catanzaro invita i “moscerini rossi” a Catanzaro ad “andare da Oliverio”; quelli de sinistra non vogliono il M5S nella manifestazione per Peppino Impastato e visto che ci stanno vogliono pure sciogliere Casapound e Forza Nuova; Forza Nuova dice di voler impedire al sindaco Mimmo Lucano di parlare all’università; quello di Casapound vuole stuprare la rom dopo che un paio di altri camerati di Viterbo si sono esercitati allo stesso schifo con un’italiana; la Appendino chiude d’imperio lo stand di Casapound a Torino; la Lega piazza la Di Girolamo (ex ministro, ex Forza Italia, ex Ncd, ora salviniana) a condurre un programma di Raiuno e il M5S si incazza.

Vi assicuro che tutti questi fatti li trovate sulle prime pagine dei giornali, versione cartacea e on line, a raccontare la campagna elettorale in corso insieme alla più banale cronaca giudiziaria su quale esponente di Forza Italia o del Pd sia finito inguaiato oggi o su quanti soldi Fratelli d’Italia abbia preso da quell’imprenditore nell’inchiesta della procura di Milano che sta terremotando Regione Lombardia. Lo spazio dedicato a idee e proposte dei partiti o dei loro leader in vista delle elezioni per i rappresentati italiani al Parlamento europeo è purtroppo zero. Proprio zero, non c’è niente. Ci sono le urla, i pettegolezzi, le reciproche accuse, i retroscena su quel che accadrà dopo il 26 maggio. Non è colpa dei giornalisti, è che la politica è diventata solo questo: guerra tra bande per il controllo della più ampia fetta possibile di consenso, ignorando completamente le necessità del bene comune.

Tutti contro tutti con il machete, con la tonalità becera tipica dei social che sono il luogo principe scelto dai vicepremier, dioscuri protagonisti della campagna elettorale. I due non sono proprio tipi a cui piace andare di fioretto, hanno studiato poco a scuola e se ne vantano, ovviamente non hanno una laurea, sono impregnati dalla cultura dei 280 caratteri di twitter e le conseguenze sono evidenti. Di Europa non è che non parlano perché imbarazzati dai risultati dei loro governo rispetto a quelli di tutti gli altri Paesi del continente (dove la nazione che cresce meno, nel 2019 crescerà comunque otto volte più dell’Italia). Non ne parlano perché non ne sanno nulla, l’Europa è un argomento complesso, i suoi mali sono atroci, la cura richiede studio e competenza, loro non ne hanno e non hanno tempo da perdere. Dunque, daje de machete in diretta Facebook. Con sullo sfondo il tenerissimo Giuseppe Conte a dire: “E’ un’illusione ottica che nel governo comandi Salvini”. Fossi in Luca Morisi (social media manager del Capitano) gli farei vincere d’ufficio il “Vinci Salvini”. Che per inciso è il web contest più assurdo e ridicolo della storia della politica a livello mondiale.

Il Popolo della Famiglia ha scelto ancora una volta di andare contromano e l’assemblea nazionale dell’hotel Quirinale si annuncia quasi fuori moda. Ci si incontra prima di tutto per portare a compimento lo sforzo collettivo compiuto per trasformare un’idea in una proposta di legge concreta e approvabile domani mattina, se ci fosse la volontà politica. Molti promettono incentivi di varia natura alla famiglia in campagna elettorale (lo faranno Zingaretti e Di Maio dall’ottimo Gigi De Palo che proporrà il suo “assegno per il figlio” un po’ scopiazzato dalla nostra idea, a noi va bene ci piace essere copiati, ma l’hai capito o no Gigi che questi ti dicono sì solo sotto elezioni, poi per la famiglia non fanno mai nulla?). Noi, senza avere parlamentari, dall’assemblea portiamo dritti in Parlamento il reddito di maternità: l’unica, vera, concreta proposta che è una bomba nucleare contro la denatalità e l’aborto. Immediatamente finanziabile con l’abrogazione del reddito di cittadinanza realizzando anche un consistente risparmio visto che costerebbe meno della metà a regime. Mille euro al mese per i primi otto anni di vita del figlio alle donne che intendono dedicarsi in via esclusiva al lavoro familiare: il reddito di maternità è una rivoluzione possibile, praticabile da domani.

Svolto questo primo compito, che è anche una grande festa per ringraziare dirigenti e militanti pidieffini che senza fare tante chiacchiere hanno passato le settimane invernali (non in campagna elettorale) a raccogliere le firme certificate necessarie sotto pioggia e gelo, parleremo della nostra idea di Europa. Udite udite, del nostro programma. Dio mio come siamo fuori moda. Noi parliamo di guerra alle dipendenze, di chiusura dei negozi di cannabis light, non solo sotto campagna elettorale ma tutto l’anno (e Giuseppe Cruciani platealmente a Radio 24 ha ricordato che Salvini ha copiato il Popolo della Famiglia, così come la Meloni prova senza essere tanto convinta a copiare l’idea del reddito di maternità, ma sono in Parlamento, presentassero una proposta di legge invece di chiacchierare). Poi ci interessa parlare di economia, lo andiamo dicendo in tutti i programmi televisivi: il dramma nel nostro rapporto con l’Europa è che classi dirigenti inette hanno sprecato 42 miliardi di euro di fondi Ue stanziati per l’Italia, spendendone appena il 13%. I politici italiani non sono capaci neanche di scrivere progetti per spendere valanghe di quattrini europei che sono lì, a portata di mano. Noi del Popolo della Famiglia li utilizzeremmo per le politiche di contrasto alla “peste bianca” della denatalità, per il reddito di maternità, per il sostegno e l’incentivo all’impresa familiare che in Italia rappresenta il 90% del tessuto connettivo economico. C’è il dramma del lavoro che manca? L’autoimpiego, l’imprenditorialità di due fratelli, di marito e moglie, di genitori e figli è la soluzione da finanziare con i fondi strutturali attraverso progetti che possono prevedere la costruzione di consorzi o di veri e propri distretti industriali, così come il sostegno a quelli esistenti.

Venite all’hotel Quirinale a conoscere i bravi ragazzi del PdF, quelli che militano e raccolgono firme, che si riuniscono in assemblea e ragionano insieme, che depositano progetti di legge e elaborano soluzioni ai problemi, ogni mese dell’anno e non solo a due settimane delle elezioni. Venite a conoscere noi che studiamo e abbiamo sempre detto che in questo tempo delle assurde semplificazioni dei social, volevamo innamorarci e far innamorare del fascino della complessità. Venite a conoscere l’unico partito italiano che ha ancora un suo quotidiano, La Croce, che dunque ha un luogo dove tutti i giorni le idee vengono “cucinate” a più mani, confrontate, messe per iscritto, spiegate, Venite a conoscere il Popolo della Famiglia che forse è un po’ fuori moda ma chiede il tuo voto per ragioni profonde, cercando di parlare alla tua testa e al tuo cuore, mai alla tua pancia, mai cercando scorciatoie emotive o slogan banali.

La strada avaloriale di questi semplificatori dei nostri tempi ha portato a conseguenze nefaste anche sugli argomenti che più ci stanno a cuore: la famiglia non è più il luogo delle responsabilità anche costituzionalmente intesa con la splendida definizione dell’articolo 29 (“società naturale fondata sul matrimonio”), ma famiglia è “dove c’è amore” (transitorio), quindi tutto è famiglia e alla fine così niente lo è; l’aborto è un diritto, l’eutanasia pure, drogarsi figuriamoci, guai a incentivare la maternità, significa riportare la donna al Medioevo, preservativi gratis a tutti invece è modernità, pillola dei cinque giorni dopo anche, reddito di maternità no, meglio la donna prostituta a partita Iva. Intanto, come dice Salvini, “no allo Stato spacciatore”. Un bel tweet, bravissimo Capitano, hai ragione. Con lo Stato pappone invece come ci mettiamo?

Il problema è che o si riparte da una visione valoriale e complessa dell’essere umano, noi del Popolo della Famiglia osiamo proporre quella cristiana e dire persino in tv che quella cesura della Storia è un incontro che ha sconfitto la morte che ci portavamo dentro e può sconfiggere la necrofilia dell’Europa mortifera che ha rifiutato le radici cristiane (forte quel “Dio si è vendicato” detto da Papa Francesco sull’aereo per Sofia), oppure resta solo l’isteria persino ridicola di questi ultimi giorni di campagna elettorale in vista di un voto decisivo come sarà quello del 26 maggio 2019.

Una volta che avrete conosciuto i bravi ragazzi del Popolo della Famiglia, non potrete che scegliere loro come vostri rappresentanti in Europa. Sono coraggiosi, studiano, quando non sanno si applicano non dicono cose a caso, si impegnano sempre e non solo in campagna elettorale. Soprattutto, credono. Credono intensamente in quel che stanno facendo per la famiglia, per l’Italia e per l’Europa.

Che Maria vi protegga sempre, amici miei. Forza, tutti a Roma a farci conoscere dall’Italia. E poi in battaglia, come sempre, a testuggine.

A noi la battaglia, a Dio la vittoria.