Flat tax per famiglie, Adinolfi (PdF): “Proposta di Salvini miope. Meglio le nostre”

19 Marzo 2019 Mario Adinolfi
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, , Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Una flat tax anche per le famiglie dei lavoratori dipendenti italiani. E’ la proposta lanciata da Matteo Salvini, rivolta  ad estendere la cosiddetta “tassa piatta” già prevista dalla Legge di Bilancio per professionisti e lavoratori autonomi, anche ai lavoratori dipendenti con aliquota calcolata non sul reddito del singolo ma su quello familiare. Proposta che però non ha trovato d’accordo il Movimento 5Stelle che l’ha bollata come “propagandistica”. “Importante non fare facili promesse alla Berlusconi” ha attaccato Luigi Di Maio. Lo Speciale ne ha parlato con il leader del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi, che rilancia invece la proposta del suo Movimento inerente la partita iva per le famiglie.

Salvini lancia la flat tax per le famiglie. Cosa pensa della proposta? Vi sentite di condividerla?

“La proposta ha un senso, il problema è che dall’annuncio alla norma non c’è raccordo. Su questo tema infatti la maggioranza è già saltata, Quindi il meccanismo mi pare chiaro. A due mesi dalle elezioni europee, Salvini che ormai da tempo ha attivato un tentativo palese di ottenere i voti delle famiglie di ispirazione cattolica con una strategia degli annunci, ha messo in campo una chiara ed evidente mossa propagandistica”.

Perché la ritiene soltanto propaganda?

“Perché oggi siamo al 18 marzo, novanta giorni fa si stava ancora discutendo di Finanziaria  e certi provvedimenti si potevano inserire benissimo all’interno della Legge di bilancio. Questo non è stato fatto, anzi in bilancio non è stato messo assolutamente nulla. Oggi, pur sapendo che il partner di governo non è d’accordo con questa proposta, si è attivato un meccanismo alla Matteo Renzi, ovvero una ben mirata strategia dell’annuncio a costo zero per ottenere consenso”.

In cosa la flat tax della Lega si differenzia dalla proposta del Popolo della Famiglia relativa alla partita iva per le famiglie?

” La nostra proposta presenta sfaccettature maggiori perché riguarda il numero dei figli. Noi vogliamo una serie di sgravi in proporzione all’aumento dei figli e chiediamo che una famiglia che ne ha quattro possa entrare a pieno titolo in un regime di no tax area. La nostra idea prevede una dimensione di carattere valoriale e di indirizzo. Tutto ciò che abbiamo fatto come Popolo della Famiglia sia sul terreno fiscale che su quello sociale, ha come finalità la rottura del muro della denatalità. La visione di Salvini appare miope nel momento in cui sembra limitarsi a concedere qualche soldo in più attraverso il meccanismo del reddito di cittadinanza, quota cento, la flat tax. Se le nostre strutture abbassano i livelli di gettito, ma non hanno in prospettiva una popolazione in grado di reggere le colonne del welfare che diventano sempre più pesanti, il rischio concreto è quello di mettere in campo interventi limitati all’oggi ma incapaci di dare risposte per il futuro”.

E il vantaggio della partita iva dove sta?

“Nella possibilità di scaricare su di essa tutti i costi familiari, in modo da mettere in campo una strategia valoriale rivolta a far sì che le famiglie possano fare più figli.  In più noi abbiamo proposto anche il quoziente familiare che a dire il vero era nel programma della Lega in campagna elettorale. Peccato che oggi preferisca cambiare la propria strategia comunicativa parlando di flat tax. Se a tutto ciò aggiungiamo il reddito di maternità sempre proposto da noi, allora avremmo tutti gli strumenti per combattere la denatalità. Se volesse il governo con un decreto legge motivato da ragioni di necessità e di urgenza, e la denatalità rientra fra queste, potrebbe benissimo attuare queste misure. Invece non c’è nessuna proposta efficace, soltanto un annuncio sui giornali e una litigata con i 5Stelle con i quali ci si spartisce il campo. La flat tax alla fine non si farà mai”.

Come vi state preparando alle europee voi del PdF?

“Stiamo lavorando, ci incontriamo tutti i giorni, basta vedere quello che sta avvenendo nei banchetti per la raccolta firme, sia per presentarci alle europee che per chiedere il reddito di maternità. Ieri abbiamo postato foto da tutta Italia, con persone che facevano la fila per firmare e non certo perché le paghiamo. La proposta del reddito di maternità sarà l’architrave del nostro programma in campagna elettorale. Contiamo di andare oltre quei 220 mila voti che hanno già rappresentato per noi un ottimo risultato alle politiche, e dare soprattutto uno spazio di rappresentanza al popolarismo sturziano, che è l’esperienza politica di cui c’è più bisogno in questa fase storica e che sembra essere l’unica a non avere una casa politica”.