Mario Adinolfi: non si nasce nel silenzio

20 Novembre 2018 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Scorrono nel silenzio gli ultimi dati sulla denatalità targati Istat, nei primi sette mesi dell’anno abbiamo perso altri novemila nati rispetto al 2017 e il 2018 si chiuderà a quota 441mila: 17mila nati in meno rispetto al 2017, altro record storico negativo dall’unità d’Italia ad oggi, per la prima volta sotto la soglia dei 450mila nati in un anno. Più di centomila sono i nati da donne straniere, dunque gli italiani fanno poco più di trecentomila figli in un anno. I morti sono più di seicentomila e dunque anche quest’anno è come se in Italia fosse stata cancellata una città della grandezza di Bologna. A nessuno interessa nulla. In Regione Lombardia, in Regione Toscana, persino in Parlamento entusiasticamente propongono la distribuzione di preservativi, spermicidi e pillole dei cinque giorni dopo gratis a tutti. Andiamo a picco e facciamo l’esatto contrario rispetto a ciò che bisognerebbe fare. Facciamo una finanziaria monstre da 36.5 miliardi e pensiamo che sia utile pagare una bella orchestrina sul Titanic, con brani dal titolo evocativo: “reddito di cittadinanza” e “condono agli evasori”. I dati Istat scorrono nel silenzio, nessuno li nota più, nessuno si allarma. La politica dei bonus bebè si rivela strutturalmente fallimentare (a sinistra non amano la natalità e adorano le misure tampone), il governo attuale che fa? La ripropone pari pari. Servono misure strutturali, una cura choc, invece si fa l’esatto contrario. Serve il reddito di maternità e liberare le donne dalla follia secondo cui “l’emancipazione” e la “realizzazione” siano solo fuori dall’ambito familiare. Bisogna emanciparsi invece da una idea moderna di libertà che ci rende infelici. E femmine poco accoglienti e maschi poco virili. Così non si nasce più, nel silenzio. O nel troppo rumore, che distrae, fate voi.