Mario Adinolfi: SERVE L’INFERNO

30 Marzo 2018 Mario Adinolfi
immagine mancante
Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Serve l’Inferno. Serve il Venerdì Santo. Serve la Morte, persino di Dio, per poter capire e amare la Vita. Con i “nostri piccoli occhi mortali” proviamo a scrutare il senso dell’infinito: da dove proveniamo, dove andremo a finire? La stragrande maggioranza di noi si droga di fuffa per non pensarci, ma alla fine la questione è tutta lì: si nasce e si vive semplicemente per morire presto o tardi? Allora è tutto assurdo e sostanzialmente insostenibile, l’inferno è già in terra. C’è un’alternativa: l’incontro con Cristo che muore per te. Anzi diciamolo meglio, che muore solo, con te che sei mischiato nella folla che grida “crocifiggilo”, nella stessa folla che sobillata vuole libero Barabba, con i suoi amici che pure ne hanno visto la Potenza che lo rinnegano immediatamente nel momento del bisogno.

L’alternativa è levare lo sguardo verso un Dio che muore condannato, irriso, flagellato, coronato di spine e infine crocifisso in mezzo a due ladri. Ma che cavolo di Dio ci siamo andati a scegliere? Serve l’Inferno, serve il Venerdì Santo, serve che il Bene sia distinguibile dal Male e che il Male sia la Morte e che la Morte possa essere sconfitta e quello solo Dio lo può fare. Ma se lo fa, allora sono salvo anche io. Basta volerlo incontrare questo Dio che di nome fa Gesù Cristo, che si sceglie come primo Papa uno che ha detto di non conoscerlo nel momento della difficoltà, che per far diffondere il cristianesimo sceglie un assassino di cristiani e lo trasforma in Apostolo.

Insomma, adesso bisogna scegliere. Cristo è l’incontro che cambia la tua vita o un mezzo mattoide impostore con seguaci ben più impostori di lui? Oggi, Venerdì Santo, si legge la Passione di Cristo nella versione di GIovanni, forse la più bella, quella con lo scettico Pilato che incarna l’umanità senza fede del ventunesimo secolo e schizza il suo: “Quid est veritas?”. Tutto è opinabile, secondo la vulgata corrente, niente è vero in sé. E non ci si rende conto che questo è il nostro Venerdì Santo permanente. Adesso bisogna scegliere: vogliamo affogarci dentro o puntiamo sulla Pasqua? Nella Passione secondo Giovanni subito dopo la morte in croce di Gesù spunta una frase: “Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate”.

Ecco, io credo. Credo che il Venerdì Santo c’è per preparare la Pasqua, che il Male della morte è stato sconfitto dal Bene della vita eterna e che Cristo lo incarna, incontrarlo ti salva se l’incontro lo vuoi e poi sei conseguente. Se non lo vuoi e non sei conseguente, allora per te è gia Inferno. Se la testimonianza resa da quel pugno di impauriti che dopo averlo incontrato risorto diventano leoni capaci di cambiare per sempre la storia e il mondo è vera, allora in fondo alla notte del Venerdì Santo c’è la luce della vita eterna. Sono andati tutti a morire, quei discepoli che erano tremanti, per una allucinazione collettiva? Ci sono storici che lo sostengono. Io continuo a preferire l’idea che a cambiarli sia stato l’Incontro con Cristo risorto. Quello stesso incontro che può cambiare la vita a te come l’ha cambiata a me. Facendoti scegliere l’aspirazione alla vita eterna rispetto alla cupa opzione dell’Inferno, in terra e poi.

Bisogna avere fede in Cristo che muore, nell’assurdità di un Dio onnipotente che si fa crocifiggere e umiliare non solo davanti a noi, ma a causa nostra: “Crocifiggilo, crocifiggilo”, urliamo sempre tutti insieme. Chi volete libero, Gesù o Barabba? E noi, ogni giorno, a liberare Barabba per non avere Gesù tra i piedi. Tu, non eri tra coloro che sono i suoi discepoli? E noi, sempre lì a rinnegarlo. Poi però ti metti in un cantuccio e piangi tutte le lacrime della tua disperazione, perché la vita è sempre così, sostanzialmente disperante. Conviene stare sotto a quella Croce, allora, essere come “il discepolo che Gesù amava”, portare a casa Maria perché lui ti dice “Figlio, ecco tua madre”, farsi cullare da lei e vivere con tranquillità e fede per conquistare la vita eterna. Spunteranno coraggio e serenità, via le lacrime, via l’Inferno e il Male temuto della Morte.

Cambia tutto, se sperimenti l’incontro con Cristo. Se scegli che non è uno psicotico imbroglione, ma il Figlio di Dio che è risorto per far risorgere anche te dal tuo Venerdì Santo permanente evitandoti l’Inferno, che tocca invece a chi non crede e al Bene possibile preferisce un Male che vede come inevitabile.

La domanda fattela: oggi ricordiamo la crocifissione di un matto o la premessa della resurrezione di chi ha avuto fede? Stai con Gesù con tutto ciò che comporta o in realtà non credi a nulla e stai ancora confuso nella folla che grida “crocifiggilo”? Scegli. Anche ignorare la necessità di dover scegliere, in realtà è una scelta. Se scegli, sii conseguente perché ci saranno prezzi enormi da pagare. Ma in cambio ti sarà donata una serenità che permette di sopportare tutto. Basta avere fede davvero, tanto ad ogni caduta ci sarà una mano che ti sorreggerà. “Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate”. Io credo. E questo allontana le tenebre di un Inferno in cui altrimenti, presto o tardi, si finisce per piombare.