BASTA FAKE NEWS SUL PDF

24 Gennaio 2018 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

La campagna elettorale alcuni la intendono come attività di sabotaggio costante persino dell’entusiasmo che vedono crescere nell’avversario e francamente il metodo è triste, ma non stupisce. Certo non stupisce chi sostiene il Popolo della Famiglia, abituato alla campagna sul “voto utile” fin dalla sua fondazione e anche a certe operazioni di “character assassination” riservate ad Adinolfi perché era nel Pd e ad Amato perché ha fatto iniziative in passato con la Lega. Ce ne sono state in passato anche con CasaPound (andavamo ai loro convegni quando ancora non erano stati “sdoganati” dai media) ed è strano che non ci vengano rimproverate.

Poi c’è il reparto sabotatori professionisti via chat e whatsapp. Lì il campionario è senza fine da quello che dice che il 9 dicembre avremmo chiuso un accordo con il Pd che ci finanzia in cambio di “un atteggiamento morbido” a un altro fenomeno che in queste ore riesce a affermare contemporaneamente che “i sondaggi danno il Pdf allo 0,2%” e che per colpa nostra il centrodestra non trionferà e sempre per colpa nostra si andrà a un governo Pd-M5S. A questo signore, che è pure politicamente esperto, va ricordato di dire una cazzata alla volta. O non valiamo niente o facciamo perdere quelli e vincere quegli altri. Come è noto ci sono sondaggi di diversi e autorevoli istituti che ci davano tra l’1.5% e il 2% prima che iniziassimo a raccogliere le firme, che dimostrano che prendiamo voti trasversalmente a tutti e prevalentemente arrivano dall’area dell’astensione. Effettivamente a Ostia due mesi fa abbiamo preso l’1.4% quasi raddoppiando anche in termini assoluti nonostante un astensionismo altissimo e le teste sfasciate a capocciate. Diciamo dunque che se due diversi istituti di sondaggi ti piazzano in quella forbice che è la stessa del voto reale di due mesi fa, è probabile che il nostro livello di consenso sia da quelle parti. Lo stesso soggetto scrive in questa nota fatta circolare ad arte che ci vorrebbero 1.052.000 voti perché il Pdf elegga parlamentari. Non è così. Tutti gli istituti di statistica rilevano un probabile calo della partecipazione. A Ostia ha faticato a superare il 30%, alle amministrative del giugno 2017 è stata del 60.07% e alle sentitissime regionali siciliane con migliaia di candidati mobilitati perché c’era il voto di preferenza si è fermata al 46.76%. Il calcolo del 1.052.000 voti è vero in una ipotesi di affluenza del 75% che non esiste in natura. Ci fu nel 2013, in calo di cinque punti rispetto al 2008, oggi tutti gli istituti di statistica segnalano pesante disaffezione in particolare dei giovani e si può essere certi di un’affluenza inferiore al 70%. Cosa significa questo per il Pdf? Semplice: per ottenere una ventina di parlamentari basterà stare attorno ai novecentomila voti alla Camera e addirittura agli ottocentomila al Senato. Sono sempre moltissimi ma il traguardo non è impossibile da centrare.

Aggiungo un altro elemento: io non credo ai sondaggi. A venti giorni dal voto del 2013 la media di tutti i sondaggi pubblicata da Termometro Politico prima che i sondaggi stessi andassero fuorilegge (negli ultimi 15 giorni di campagna elettorale non si possono pubblicare) dava il Pd di Bersani al 31% vincente in carrozza, Grillo al 13% e Berlusconi al 18%. Andò in tutt’altra maniera con i tre praticamente appaiati al 25%. La lezione? Piuttosto semplice. In campagna elettorale, conta la campagna elettorale. Per il Popolo della Famiglia conta infinitamente perché usciremo dal terrificante silenziamento mediatico e potremo parlare in tv del nostro programma. L’assaggio a Radio Radicale pare essere stato considerato efficace. Dateci un mese di televisione e vedremo quanti voti finiremo per prendere. Ai sondaggi di oggi non credeteci, sono come gli oroscopi, anche a quelli che danno il centrodestra al 38%. Conteranno le urne e solo quelle e non ricordo un’elezione che non sia stata assolutamente sorprendente per un motivo o per l’altro. Noi speriamo che il motivo di questa sia l’affermazione del Popolo della Famiglia, molto oltre la soglia del 3%.

Altre fake news assortite? Che con l’1% in coalizione avremmo avuto eletti. Falso, anche in coalizione serve il 3%. Che se pure dovessimo ottenere il 3% “con due o tre eletti non faranno nulla”. Falso, con il 3% si ottengono almeno venti parlamentari, non due o tre. Che c’è un premio di maggioranza che scatta al 40% e il centrodestra è a un passo. Falso, il premio di maggioranza c’era con il Porcellum e con l’Italicum, è stato cancellato dal Rosatellum. Che se il centrodestra non vince con la maggioranza assoluta ci sarà un governo Pd-M5S. Falso, Pd e M5S non si possono vedere e la loro alleanza non esiste in natura, non c’è in nessuno degli ottomila comuni o enti regionali o provinciali. La verità è che il Rosatellum è stato scritto per continuare con le larghe intese centrodestra-centrosinistra, che dal 2011 governano l’Italia. Quando ero in Parlamento io fino a tutto il 2013 ho votato dai banchi del Pd tutti i provvedimenti del governo Monti insieme a Forza Italia e alla quasi totalità degli eletti del centrodestra, il governo Letta era un governo centrodestra-centrosinistra con Forza Italia che esprimeva i ministri (la Lorenzin tra questi, Lupi tra questi). Poi i ministri sono rimasti e si sono chiamati Nuovo Centrodestra nella maggioranza che ha sostenuto Renzi prima e infine Gentiloni. Il Rosatellum è stato scritto per proseguire così, con i danni tremendi che questa ambiguità ha provocato nel varo di leggi contro la vita e contro la famiglia, approvate senza opposizione e addirittura con molti voti favorevoli del centrodestra.

Alla fake news più surreali (tipo “non siete contro l’aborto”) neanche si risponde perché a chi ti dice che c’è l’asino che vola si rivolge solo uno sguardo di compatimento. La proposta la chiamerò “moratoria delle fake news” anche se vorrei chiamarla “moratoria delle cazzate”. Ognuno faccia la sua campagna elettorale senza affaticarsi a denigrare l’altro. Avremmo potuto citare i sondaggi della Ghisleri che dicono che il mondo Lgbt tifa Giorgia Meloni, ma io lo ripeto: i sondaggi sono oroscopi. Si lavori a far crescere il campo che si preferisce senza dire che chi coltiva l’altro è meritevole di biasimo. Poi alla fine le urne emetteranno una sentenza, tra appena cinque settimane, quindi tutte le chiacchiere se le porterà via il vento insieme alla dignità di qualcuno che alle fake news resterà legato come immagine a lungo.