Le parole di Federico Ghizzoni in commissione banche chiudono la stagione del renzismo. Aveva ragione Ferruccio De Bortoli nel suo libro, non solo Maria Elena Boschi chiese l’acquisizione di Banca Etruria all’amministratore delegato di Unicredit ma c’era anche una email in tal senso del braccio destro dell’allora presidente del Consiglio, Marco Carrai. Ghizzoni non fece nulla e dopo pochi mesi si trovò defenestrato da Unicredit. Forse non c’è neanche da scandalizzarsi del merito della vicenda, è il metodo a impressionare e andrebbe definito così: il metodo della parola non mantenuta. Questo è il metodo di Matteo Renzi e lo ha ben descritto, senza sapere di essere ripreso, il suo portavoce politico Matteo Richetti, grande amico personale di Renzi ma ancora dotato di raziocinio. Richetti in un’assemblea del Partito democratico ha detto testualmente: “Non puoi andare ad Arezzo a dire: ‘siccome volevamo abolire il Senato e ci mettiamo la faccia su Banca Etruria, mi candido al Senato ad Arezzo’. Poi arrivi a Milano, e ‘siccome sono a Milano sfido Berlusconi nel collegio di Milano’…Andrà a finire, com’è giusto che vada a finire, che ti candidi a Firenze che è la tua città. Allora mi chiedo, perché non comprendiamo che in politica la parola data, anche su questioni poco rilevanti, conta, in una stagione così complessa?”. Renzi su Banca Etruria ha mentito, ha mentito la Boschi, le pressioni sono state esercitate eccome, la parola del segretario del Partito democratico non vale più nulla. Aveva giurato che avrebbe lasciato la politica se sconfitto nel referendum del 4 dicembre 2016, non ha mantenuto la parola. Ora è arrivato il momento di dare seguito a quella decisione, perché non lo sopportano più neanche i suoi. Tradire significa morire. Renzi ha tradito la fiducia di troppi italiani. Anche la nostra, lo avevamo avvertito: Renzi ci ricorderemo. Il popolo italiano si ricorderà delle sue menzogne e lo punirà in cabina elettorale se non si farà da parte spontaneamente, come vogliono ormai praticamente tutti anche nel Pd.