Agnese e lo sterminio

1 Maggio 2017 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Ho visto Agnese Renzi correre a Pontassieve in un evento a favore dei bimbi con sindrome di Down e mi viene da ricordare agli amici del Pd che la loro cultura abortista, la continua minaccia di cancellare il diritto all’obiezione di coscienza per i medici, i loro eletti alla Silvio Viale che si fanno i poster elettorali inneggiando alla RU486, sono corresponsabili dello sterminio nazista dei bimbi con sindrome di Down in Europa: su 100 concepiti, 92 vengono abortiti. Il Copenhagen Post scrive orgoglioso che “la Danimarca sarà il primo paese a non avere neanche un singolo cittadino affetto da sindrome di Down” grazie al progetto governativo Down Syndrome Free 2020, realizzato grazie ad una nuova formula di diagnosi prenatale non invasiva (si chiama NIPT) che da una goccia di sangue della donna incinta rileva il rischio di nascita di un bimbo con Trisomia 21. Bene, con questa “innovazione” e con una campagna abortista martellante, degli oltre 1.800 bambini con sindrome di Down concepiti in Danimarca ne sono nati 38 (il 2%), di cui solamente 2 per preciso volere dei loro genitori, gli altri 36 vengono descritti come “errori medici di valutazione”. Cioè sono nati per grazia di Dio. Al Copenhagen Post non farà piacere sapere però che nella corsa nazista allo sterminio la Danimarca è stata surclassata dall’Islanda, dove l’aborto per i bambini con diagnosi prenatale che fa emergere la Trisomia 21 riguarda il 100% dei casi e “da cinque anni non nascono i Down”. Evviva. Inutile ricordare che la Danimarca è il primo paese europeo ad aver legalizzato le unioni civili gay (1989) e come in Islanda vengono consentite formazioni familiari derivanti da utero in affitto: il bambino, insomma, è per quegli ordinamenti giuridici una “cosa” acquistabile appartenente agli acquirenti. In una visione antropologica e giuridica di questo tipo ovviamente la “cosa” fallata va eliminata. E qui non regge neanche la consueta opzione lacrimevole per cui i bimbi Down verrebbero eliminati “per il loro bene” secondo il mantra logicamente folle che supporta da anni la cultura nichilista, eutanasica e dell’aborto “terapeutico”. No, perché una inchiesta recente svolta da NBC News (dunque da una realtà laica, indipendente, nota worldwide) certifica che il 99% dei Down si dichiara “felice della propria vita”, il 96% anche del proprio “aspetto estetico”. Ma nella società del botox e dell’acido ialuronico, dei diktat dell’apparenza con modelli obbligatori imposti dall’industria della pubblicità e del porno, noi “normali” non vogliamo ammettere la verità: vogliamo lo sterminio dei bimbi Down perché disturbano la nostra vista. Stiamo procedendo a eliminare dalla faccia della terra un preciso gruppo di persone, perché il loro aspetto estetico non ci piace. Se non è nazismo questo, spiegatemi cosa lo è. E quando un video ha cominciato a circolare per sostenere la nascita dei bimbi Down, televisioni pubbliche come quella francese ne hanno vietato la trasmissione perché “potrebbe turbare le donne”, cioè farle riflettere sulla decisione di abortire, visto che anche la Francia dell’égalité governata dal presidente socialista amico di Renzi ha deciso che i Down sono meno uguali degli altri e devono morire in grembo, perché sono brutti e rappresentano un costo per il welfare. Agnese, correre con una maglietta caruccia è un bel gesto, ma contro i nazisti silenziosi del nostro tempo l’unica arma è provare a far circolare la verità e a testimoniarla perché oggi chi legge questo testo non può più dire di non sapere che i campi di sterminio sono aperti e attivi e contro questa roba non basta una maratonina per lavarsi la coscienza.