IL PASSO DECISIVO DEL TEATRO ELISEO

29 Gennaio 2017 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Cos’è accaduto di eclatante sabato 28 gennaio 2017 nella straordinaria cornice romana di un teatro Eliseo pieno all’inverosimile (ai 926 posti a sedere tutti zeppi vanno aggiunte più di cento persone in piedi tra la platea e le tre balconate) di militanti, simpatizzanti, iscritti e dirigenti del Popolo della Famiglia? Semplice, in termini giornalistici la notizia è una: l’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia ha deliberato la decisione di presentare il proprio simbolo alle elezioni amministrative e alle elezioni politiche, sia alla Camera che al Senato. La motivazione politica, declinata dal segretario nazionale Gianfranco Amato nel suo intervento, è stata porre fine alla diaspora dei cattolici migrati da un quarto di secolo ad essere “sale e lievito” nei partiti tradizionali, con una strategia rivelatasi fallimentare in particolare dopo i disastri di questa legislatura.
Il Popolo della Famiglia, senza essere un soggetto politico confessionale ma davvero aperto al contributo di tutte le persone di ogni fede e di buona volontà, dice basta alla stagione della delega ad altri e si presenterà a tutti gli appuntamenti elettorali prossimi venturi chiedendo il consenso sul proprio simbolo quale soggetto politico autonomo, con le radici affondate nelle ragioni della grande mobilitazione popolare del Family Day, tradita dai politici dei partiti tradizionali che pure dicevano di volerne rappresentare le istanze. Preso atto del tradimento, la risposta è la nascita e la diffusione sempre più massiccia su tutto il territorio nazionale del Popolo della Famiglia, che dal teatro Eliseo esce con una missione da compiere: raggiungere il milione di voti che darebbero rappresentanza parlamentare in tutti e due i rami del Parlamento al Pdf, oltre che in Comuni e Regioni. L’obiettivo è andare al governo del Paese. Come ha detto sempre Amato, in prospettiva essere una forza non del 3% ma del 30% ed oltre. Il passo decisivo, il primo passo, è stato avviato al teatro Eliseo di Roma. Chi c’era ha sentito soffiare un vento che faceva capire di essere presenti ad un avvenimento di portata storica.
Nel foyer del teatro abbiamo avviato anche la campagna di tesseramento 2017 al Popolo della Famiglia: i 945 candidati del Pdf a Camera e Senato, i candidati a sindaco e a consigliere comunale del Pdf saranno ovviamente scelti tra gli iscritti al Pdf. Chi non era presente al teatro Eliseo e abbia voglia di diventare un iscritto al Popolo della Famiglia unendosi alla missione di questa straordinaria comunità di donne e di uomini può farlo attraverso il metodo già noto. Ci si iscrive al Popolo della Famiglia richiedendo la tessera scrivendo alla email nicolaroma@hotmail.com segnalando l’indirizzo presso cui ricevere la tessera personale. L’iscrizione al Popolo della Famiglia costa 50 euro per il 2016 (liberi di fare donazioni superiori, chi versa almeno 500 euro è socio sostenitore e ottiene in regalo l’abbonamento annuale digitale al quotidiano La Croce) e si regolarizza con un bonifico al conto intestato a POPOLO DELLA FAMIGLIA che ha il seguente IBAN: IT88M0103003241000000354618 del Monte Paschi Siena, agenzia Roma 41. Si può in alternativa inviare un vaglia postale a POPOLO DELLA FAMIGLIA piazza del Gesù 47 00186 Roma.
Una volta iscritti si può procedere all’attività sul territorio che prevede una calendarizzazione di eventi, da comunicare semestralmente al coordinamento nazionale di Roma (referente il coordinatore Nicola Di Matteo, email personale nicolaroma@hotmail.com) oltre che alla consueta email generale di riferimento: popolodellafamiglia@gmail.com con la finalità di far conoscere al territorio l’attività del Popolo della Famiglia, soggetto politico autonomo nato a sostegno della vita e della famiglia come definita dall’articolo 29 della Costituzione, del diritto civile dei bambini ad avere una mamma e un papà e a non essere indottrinati dai corsi gender nelle scuole, contro ogni falso mito di progresso.
Ogni iscritto può farsi territorialmente referente del sistema mediatico e anzi è invitato a segnalare sempre ai media le proprie iniziative. Ringraziamo davvero per l’attenzione che i giornalisti hanno voluto riservare all’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia e segnalo l’intervista a Radio Vaticana più sulle ragioni programmatiche del nostro movimento, mentre quella a Il Giornale ha approfondito le valutazioni politiche che hanno intrecciato la giornata del teatro Eliseo. Un ringraziamento ulteriori va a Radio Radicale che ha filmato tutti i lavori della nostra assemblea e li riproporrà in settimana nella sua programmazione, entrando a far parte del vastissimo archivio storico della politica italiana che da sempre caratterizza il lavoro di quella emittente.Dall’intervento introduttivo di Nicola Di Matteo abbiamo appreso quanto radicato sia ormai il Pdf su tutto il territorio nazionale. Fabio Torriero ha chiesto alla platea se quella moltitudine avesse avuto “il viaggio pagato”? No. Alberto Agus e gli amici sardi come i tantissimi amici piemontesi o siciliani o calabresi sono arrivati dovendo coprire più di mille chilometri in un giorno solo. Lo stesso hanno fatto i nostri eletti, i primi del Popolo della Famiglia già alle scorse amministrative, non a caso in terre lontane: Giovanna Arminio da Bolzano e Lanfranco Lincetto
con gli amici di Cordenons, battuti per chilometraggio da Alessandro Cocco e dal Pdf di Trieste. Mirko De Carli e Raffaele Adinolfi hanno rappresentato sul palco la folta delegazione giunta dalla Emilia Romagna e dalla Campania. Gli amici del profondo Sud lucano Marco Fasulo e Sabino Sabini non mancano mai come non mancano mai le preghiere del Gruppo Preghiera del Popolo della Famiglia. C’era al gran completo il coordinamento editoriale del Popolo della Famiglia Tv, con la “milanese” Emanuela Pongiluppi Eleuteri , la romana Francesca Centofanti , l’abruzzese Giovanni Marcotullio , l’umbro Marco Buono . Il Pdf Roma con Guido Pianeselli , Sara Deodati , Joseph Brie, Guido Mastrobuono , Giuseppe Imbesi Detto Pippo , Danilo Leonardi , Ester Corona , Barbara Moi , Silvia Lucchetti , Mauro Chialastri , Mauro Rotunno , Sergio Della Lena , Claudio Parisini , Silvia Loda’ , Andrea Greffi , Andrea La Rosa , i fratelli Lastei, Bernarda Raucci e decine di altri dirigenti ha assicurato materialmente la riuscita della manifestazione aiutando chi arrivava da più lontano come i veneti di Nicola Pasqualato e i novaresi di Alberto Cerutti pronti alla battaglia per le comunali a Borgomanero. Il prezioso Massimiliano Amato guidava la delegazione varesotta, Massimiliano Esposito eroe della prima ora dei Circoli Voglio la Mamma ancora una volta era con noi da Mantova, c’era l’allegria degli umbri di Saimir Zmali e di Claudio Iacono.
C’è stato lo storico intervento dal palco di Sara, l’insegnante bresciana che con la sua lettera a Kiko Arguello sul gender fu il sassolino che diede il via alla valanga del Family Day di piazza San Giovanni ed è stato bella sentirla annunciare l’impegno con il Popolo della Famiglia per le prossime amministrative a Brescia, proprio partendo dalla pubblicizzazione di un manifesto no gender. Si è alzato in piedi il prossimo candidato sindaco del Popolo della Famiglia al comune di Crema e ci saranno le nostre liste a Genova e a Palermo, a Parma e a Piacenza, a Verona grazie al grande lavoro di Filippo Grigolini
e di tantissimi amici che fanno della città scaligera uno dei luoghi di massimo radicamento del Pdf.
Ha parlato dal nostro palco Toni Brandi, del Comitato Difendiamo i Nostri Figli. Lo abbiamo invitato a prendere la parola e ci ha commosso come sempre la sua dedizione e generosità. E non è stato rituale il ringraziamento a tutti gli amici con cui abbiamo condiviso il percorso nel Dnf, citati esplicitamente, dalla mia sempre carissima Costanza Miriano a Filippo Savarese, da Giusy D’Amico a Massimo Gandolfini. Sì, certo, anche a Gandolfini: continuiamo a coltivare l’ambizione dell’unità e presto o tardi la nostra ostinazione raggiungerà l’obiettivo, anche se per ora la nostra mano tesa è stata rifiutata e ieri si è addirittura inventato in un’intervista un Pdf che sarebbe ostile a Papa Francesco. Basta ascoltare qualsiasi intervento di Gianfranco Amato o leggere un numero a caso degli oltre 400 che abbiamo pubblicato su La Croce, per sapere che davvero questa accusa è pura bugia e ha il sapore di chi non sa cosa inventarsi per giustificare l’ingiustificabile, cioè una divisione che non ha senso. Il Popolo della Famiglia è uno e unito deve marciare verso un obiettivo che è davvero alla portata di mano: dare rappresentanza politica autonoma alle istanze di chi vuole difendere i principi non negoziabili e far sì che la prossima legislatura repubblicana non sia quella che consegna l’Italia al baratro di norme da cui non si torna indietro: “matrimonio egualitario”, utero in affitto, eutanasia, droga libera, cancellazione del diritto all’obiezione di coscienza per i medici antiabortisti, ora di gender obbligatoria nelle scuole, legge sull’omofobia con l’obiettivo di sbattere in galera chi ha una piattaforma politica come quella del Popolo della Famiglia sono tutte normative che sarebbero facilmente approvate se non fermeremo l’ingranaggio. L’assaggio l’abbiamo avuto in questa legislatura con il voto bipartisan su divorzio breve e unioni gay. Perché non si capisce che solo la rappresentanza parlamentare autonoma, legittimata da un voto sul simbolo del Popolo della Famiglia, può fermare questa spirale?
Al teatro Eliseo l’abbiamo detto. Il Popolo della Famiglia non è in campo per giudicare l’Italia, ma per salvarla. Ora questa responsabilità che ci siamo presa incamminandoci con il primo passo su una difficile ma entusiasmante strada, va avvertita sulle spalle di ciascuno di noi. Siamo già radicati in ogni regione, ora dobbiamo infittire la rete in ogni città, in ogni comune. Dobbiamo mettere insieme ispirazione e organizzazione. Così, si vince. Il compito che ci siamo dati è improbo, ma storicamente decisivo. Con l’aiuto di Dio e lo sguardo benevolo di Maria Vergine, sorretti dal quotidiano confronto con il Vangelo di Gesù Cristo e guidati nell’orientamento dalla dottrina sociale della Chiesa, ce la possiamo fare.
Ce la dobbiamo fare.