ERA ATEO

14 Ottobre 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Leggo da Avvenire, da un pezzo intitolato “Dario Fo, un giullare in cerca del sacro” che il premio Nobel di cui si celebreranno funerali laici perché quelli religiosi li ha rifiutati “non era un credente in senso stretto, però religioso sì”. Dall’Osservatore Romano: “Nel corso della sua vasta, sterminata e appassionata produzione l’ateo Fo ha recuperato tradizioni popolari in cui non mancano tracce di religiosità”. Da Famiglia Cristiana: “In una recente intervista al nostro giornale, aveva parlato di Dio, di papa Francesco, delle meraviglie del Creato, del Santo di Assisi per il quale provava un’ammirazione profonda”. Per Radio Vaticana era “un ateo in cerca di Dio”. Il che non gli ha impedito in vita di rappresentare Dio stesso come un gigantesco ano e tralascio ovviamente la blasfemia evidente nel tanto celebrato Mistero Buffo. Ma no, il biblista frate Alberto Maggi ci assicura che in futuro “il tanto bistrattato Mistero Buffo, sarà testo di spiritualità nelle Facoltà Teologiche”. Noi crediamo che se si vuole omaggiare Dario Fo gli si debba l’onore della realtà delle sue battaglie, contro la Chiesa da ateo, per l’aborto e a sostegno di tutti falsi miti di progresso, Tentare sempre questi meccanismi di annessione post-mortem (ricordate la celebrazione cardinalizia del David Bowie appena defunto via twitter?) sembra davvero una mancanza di rispetto nei confronti della storia di un essere umano. Dio nella sua infinita misericordia magari lo salverà e manderà noi all’inferno, ma la verità resta una: Dario Fo era ateo, non credeva in Gesù e nella Chiesa, non voleva che gli italiani ci credessero, considerava Papi e cardinali e preti e suore simbolo e sintomo dell’Italia arretrata, del potere incancrenito. Dio era per l’appunto per lui un gigantesco ano. Preghiamo per lui, perché di preghiere ora avrà bisogno, non di articoli di circostanza privi di verità.