ALLA FIERA DELL’UTERO IN AFFITTO A BRUXELLES

22 Settembre 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

Secondo Victor Hugo la Grand Place di Bruxelles sarebbe la piazza più bella del mondo e in effetti non meraviglia che l’Unesco la tuteli come patrimonio dell’umanità dal 1998. In mille anni di storia, però, del mercato mattutino che anima parte di questo straordinario luogo ancora non era successo di portare in vendita bambini nascituri e in locazione uteri di donna. Ma il progresso avanza inesorabile e così l’hotel Hilton della Grand Place si è proposto di ospitare una due giorni di fiera della maternità surrogata. Venghino signori venghino, ce n’è per tutti i gusti e le necessità.
Secondo il sito Men having Babies (traduzione: uomini che possiedono bambini perché li sottraggono alle mamme partorienti per allevarli nel loro ménage gay) quella di Bruxelles è “la più esaustiva fiera sulla maternità surrogata dedicata agli omosessuali”. Si tratta della seconda edizione dell’evento dopo quella del 2015, ma quest’anno pare proprio che per i gay europei sia una mamma, con tanti opuscoletti delle aziende che vendono servizi per comprare figli negli Stati Uniti e Canada al modico prezzo oscillante tra centomila e centocinquantamila euro.
Ci sono panel che assicurano assistenza per aprire un mutuo, d’altronde se un bambino costa quanto un appartamento davvero c’è bisogno di “financial assistance”. Poi sono previste micro-conferenze sugli aspetti giuridici riguardanti la maternità surrogata nei singoli Paesi europei. Tra questi, anche l’Italia. La durata dell’incontro sul nostro paese dovrebbe essere molto breve: la maternità surrogata è vietata grazie, arrivederci. Se proprio ci si vuole dilungare si può citare la legge 40 e ricordando che le sanzioni per tutti coloro che affittano uteri e anche per quelli che propagandano questa immonda pratica in Italia vanno dai due anni di carcere al milione di euro di multa. Temo che invece ci si dilungherà sui trucchi con cui aggirare le nostre leggi. Ci sono autorevoli testimonial in Parlamento e appena fuori che certamente verranno citati come case histories.Tra i promotori della fiera della Grand Place c’è anche l’associazione del partito radicale Certi Diritti.
Ci saranno i cataloghi, i prezzi, i servizi delle varie aziende che peraltro sono a caccia di clienti italiani, tra i più pregiati pare. Ho avuto la possibilità di leggere alcune di queste brochure in anteprima. Un’azienda assicura di avere in portafoglio cliniche dal Canada alla Lettonia, dalla Georgia all’Ucraina. Prima domanda: ma in Canada la maternità surrogata commerciale non era vietata? Basta chiamarli “rimborsi” e si risolve il problema. A chi affitta l’utero comunque meno di 15.000 euro non si possono dare. Donatrice, espianto dell’ovulo e cartacce legali inevitabilmente conseguenti scontatissimi vengono 25.700 euro, ma è davvero il prezzo minimo. Poi bisogna fare materialmente l’inseminazione artificiale e meno di 6.200 euro non si possono spendere. Poi: per ogni ovocita crioconservato per 12 mesi si mettono in conto 400 euretti, lo stesso per ogni embrione soprannumerario, 1.100 euro servono invece per scongelarli in caso di bisogno (succede sempre, mica si fa centro al primo colpo); altri 300 euro a dose per crioconservare lo sperma, se serve sperma di donatore 990 a dose, 2.500 euro minimo vanno sotto la voce “cura della gravidanza”. E mica è finita. Per la diagnostica pre-natale si spendono come minimo 10.300 euro, poi ci sono le spese di viaggio e di soggiorno, infine un complesso sistema di sostegno legale una volta tornati in patria. Centomila euro insomma rappresentano il budget minimo per affrontare questo mercimonio ignobile.
Come si può comprendere da questo tariffario all’hotel Hilton della Grand Place di Bruxelles arriveranno coppie gay composte da ricchi. Nelle brochure di invito si specifico che saranno accolte “anche coppie etero” ma è evidente che la fiera è rivolta agli omosessuali maschi. E’ la fiera dell’utero in affitto. Ai bei maschioni partecipanti l’Hilton assicura il 40% di sconto sulla camera d’albergo. La lingua della fiera è l’inglese ma sono assicurati servizi di interpretariato in francese e in tedesco. Cari gay italiani, in Europa non contate un piffero. Però le aziende assicurano la disponibilità fin d’ora ad appuntamenti personalizzati per ogni acquirente di bambino noleggiatore di utero, per ogni coppia che mette prima il proprio sporco personale bisogno rispetto al diritto sacrosanto di un neonato ad avere una mamma, per ogni soggetto che non ha capito che rendendo il bambino e la donna oggetti di una transazione finanziaria si trasformano le persone in cose e questa visione antropologica è insieme oscena e pericolosissima, per costoro che non hanno mai visto rappresentata Filumena Marturano e fanno finta di non sapere che “i figli non si pagano”.
Triste scena attraverserà la Grand Place, la piazza più bella del mondo secondo Victor Hugo, da un millennio piazza di mercato e di mercanti, attraversata da violenze e incendi e conquistatori di ogni razza, ma mai da acquirenti di bambini capaci di far leva sulla condizione di bisogno di una donna. La violenza insita nell’utero in affitto è indicibile, in Europa per la quarta volta è stato respinto il rapporto che voleva legalizzare la maternità surrogata, nella stragrande maggioranza dei paesi civili questa pratica è vietata e severamente punita. Chissà se la Grand Place ha mai ospitato la fiera della pena di morte con i produttori di sedie elettriche e ghigliottine a farla da padroni, immagino di no e se avessero provato ad ospitarla si sarebbe sollevato il popolo di Bruxelles come di ogni altra città del mondo. Ma forse non è un caso che tutto questo mercimonio invece accada in Belgio, la terra dell’eutanasia e dell’eutanasia pediatrica, la terra del minorenne soppresso pochi giorni fa, la terra dove ormai le persone sono cose e le cose fallate vengono eliminate secondo tariffario: iniezione di Pentobarbital, 13 euro. La diagnosi prenatale dell’embrione impiantato nell’utero affittato ne costa diecimila, ma in caso di bambino con qualche problema l’esito è lo stesso: aborto, eliminazione della “cosa fallata”. Tout se tient, scriverebbe Victor Hugo che ci regala anche il titolo per descrivere i partecipanti alla fiera dell’utero in affitto, che sono miserabili anche se dormono a prezzo scontato del 40% su un comodo letto dell’Hilton Hotel della Grand Place.