Leggerete e ascolterete solo parole agiografiche per Marco Pannella, anche di chi lo ha sempre irriso e sottilmente combattuto, anche di chi quando faceva governi e nomine spiegava che “la Bonino sì, è presentabile, Pannella proprio no”. La morte di Pannella a 86 anni con mezzo secolo da protagonista spinge a una riflessione politica: la sua presenza sul palcoscenico delle decisioni che vengono assunte ha fatto bene all’Italia? Andrebbe spiegato che Pannella viene considerato padre di due vittorie sui “diritti civili”: divorzio e aborto. Il divorzio per la verità fu una battaglia di Loris Fortuna e dei gruppi parlamentari del Psi, del Partito liberale di Antonio Baslini e dei comunisti. I radicali in Parlamento non c’erano. La legge venne varata nel 1970 e si chiama Fortuna-Baslini. E il referendum del 1974 lo chiese la Dc. In Italia si studia poco la storia e di Fortuna e Baslini, morti da decenni, non si serba ricordo.
Pannella è il padre, questo sì, della legge sull’aborto insieme ad Emma Bonino, Adele Faccio, Adelaide Aglietta. Entrato in Parlamento nel 1976, nel 1978 ottiene il varo della legge 194. Sarà la sua unica vera vittoria politica. Tutte le altre battaglie (droga libera, eutanasia, referendum sulla legge 40) sono state una litania di sconfitte. E per questo l’Italia prova simpatia per lui, anche perché tutto è stato condito con battaglie importanti ma tradite, a partire dal referendum sul finanziamento pubblico ai partiti (vinto ma aggirato) e dalla mobilitazione per la giustizia giusta, dalla moratoria sulla pena di morte alle surreali vie per salvare la vita a Saddam Hussein. Chi scrive anche ha provato simpatia umana per lui, perché lo ha conosciuto da vicino e l’ultima uscita televisiva di Pannella a La7 è stata con il direttore de La Croce al fianco. Il rispetto per un defunto che ha avuto questo tipo di vita pubblica passa però attraverso la sincerità e qui si considera l’aborto un crimine da abbattere. Sul resto, nessun giudizio perché solo Dio sa e se un uomo così muore in un posto chiamato Nostra Signore della Mercede noi che non crediamo alle coincidenze non possiamo che unire le nostre preghiere a quelle dei tanti che gli hanno voluto bene.
Da tutto questo oggi però deriva complessivamente una lezione, forse più importante per i cattolici militanti che per altri. Marco Pannella ha attraversato culturalmente e politicamente mezzo secolo di storia patria pur potendo contare su consensi assolutamente esigui. Nella percezione della cronaca politica italiana era irrilevante, memorabili le sue battaglie per ottenere spazio sui media e il titolo alla rassegna stampa quotidiana di Radio Radicale non poteva che essere “Stampa e Regime”, perché si considerava ignorato da giornali e televisioni. Oggi, solo oggi, viene ampiamente risarcito. La verità è che l’attenzione alle battaglie pannelliane, anche la loro presenza negli esecutivi di destra e di sinistra (ai radicali è stato sempre perdonato il trasformismo, potevano stare con Berlusconi in una legislatura e in quella dopo con il centrosinistra, senza che nessuno li trattasse come trattano Scilipoti) è stata sempre smisurata visto che il consenso è da tempo fermo a uno zerovirgola ed è sempre oscillato tra il due e il quattro per cento dei voti. L’eccezione dell’otto per cento della Lista Bonino una volta alle europee non conta, anche perché avvenne proprio a costo di oscurare con decisione la presenza ingombrante di Pannella. Quel risultato non venne mai ripetuto e fu una sorta di canto del cigno per la galassia radicale che non superò mai più uno sbarramento elettorale con proprie liste autonome.
Nonostante però l’esiguità dei consensi, la voce di Pannella ha sempre avuto un peso, era un interlocutore riconosciuto e l’omaggio collettivo che riceve nel giorno del suo decesso ne è una prova. I cattolici da questo dovrebbero prendere esempio, capire che anche con un consenso non oceanico ma con dei tratti politici molto caratterizzati, si può incidere e in alcuni casi essere determinanti nel complesso gioco della produzione di leggi che in alcuni casi incidono direttamente nei costumi sociali. Anche pochi voti, ma con quelli bisogna esserci, perché il centro studi non incide, il movimento politico caratterizzato sì, pure se prende lo zerovirgola o sta per decenni poco sopra il due per cento.
Nelle conversazioni che ci è capitato d’avere, compresa l’ultima davanti alle telecamere de La7, Pannella ha dimostrato sempre un rispetto estremo per la Chiesa come istituzione. Si spese per le persecuzioni contro i cristiani in estremo oriente e tutti sanno del rapporto speciale che ha avuto con Papa Francesco. Davvero spero e prego che la sua anima arrivi prima o poi verso il Padre, perché Dio può tutto, può salvare me e può salvare Marco Pannella e magari lui merita più di me. La sua unica vittoria terrena, la legge 194, va però spazzata via. Misurata con questo metro, la sua presenza sulla Terra non ha costruito il bene. Ma i metri da utilizzare sono tanti e alcuni sondano misure misteriose, ignote a tutti tranne che a Dio. Non sta a noi indagarle. Noi possiamo solo salutare un uomo che abbiamo combattuto e i cui frutti non possiamo che continuare a combattere, magari con le sue stesse armi, non ignorando alcuni aspetti positivi della sua lezione e mettendo nella battaglia analoga passione.