LE SETTE PRIORITÀ DEL POPOLO DELLA FAMIGLIA A ROMA

20 Aprile 2016 Mario Adinolfi
immagine mancante
Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

1. INCENTIVARE LA NATALITA’, COMBATTERE L’ABORTO. Roma deve festeggiare la nascita di ogni suo figlio, un bonus bebè comunale di 2.500 euro sarà il benvenuto alla vita per ogni neonato, raddoppiato se il bambino nei primi sei mesi dovesse manifestare problemi di salute. Roma deve tornare a fare figli e per questo l’amministrazione sosterrà i Centri aiuto alla vita e le associazioni similari nella loro quotidiana lotta contro la piaga dell’aborto.
2. SOSTENERE LE GIOVANI COPPIE, DARE FORZA AL MATRIMONIO. L’impegno pubblico assunto da due giovani davanti alla comunità in cui vivono ad amarsi e rispettarsi costruendo una famiglia sarà sostenuto da un assegno matrimoniale di 2.500 euro riservato a tutte le coppie di sposi under 35.
3. GOVERNARE DA GENITORI, ESTIRPARE LE COLONIE DEL MALE. Il senso per il bene comune del “buon padre di famiglia” trasformerà il sindaco e ogni amministratore del Pdf in un papà, in una mamma della città. Con questo spirito metteremo in efficienza un sistema dissestato dal degrado sul piano economico, ma anche della convivenza civile. Chiuderemo i luoghi dove scorrono fiumi di droga finalizzati alla perdita della coscienza di sé e all’incontro sessuale tra sconosciuti, combatteremo la piaga della prostituzione e del racket che si arricchisce sfruttando donne ridotte in schiavitù sanzionando i clienti e seguendo la lezione di don Oreste Benzi e della comunità Giovanni XXIII.
4. ABBATTERE LA PRESSIONE FISCALE SULLA FAMIGLIA, SPECIE SE NUMEROSA. Le addizionali comunali saranno alleggerite utilizzando diverse formule di credito d’imposta, cancellandole completamente per ogni famiglia con tre o più figli, assicurando l’accesso gratuito agli asili nido comunali ampliandone il numero, in attesa di poter realizzare a livello nazionale la riforma del quoziente familiare, quando il Popolo della Famiglia andrà al governo del Paese.
5. REPERIRE RISORSE, VALORIZZARE IL PATRIMONIO, STRONCARE I PRIVILEGI. Roma è piegata da 14 miliardi di euro di debiti, governare significa riuscire a chiudere questa falla. Mettere in efficienza Atac significa tamponare il buco più evidente, combattendo chi non paga il biglietto. L’efficienza dell’Atac significa anche poter monitorare in tempo reale grazie ai sistemi satellitari di rilevazione la condizione del manto stradale per sistemare le settemila buche che tormentano i romani, così come l’efficienza di ogni municipalizzata deve poter garantire ricchezza alla città. La gestione del patrimonio immobiliare comunale deve essere totalmente riformata azzerando le sacche di privilegio che permettono ai centri sociali di evadere 20 milioni di canoni e alle sezioni di partito in zone centrale di non pagare l’affitto per quarant’anni consecutivi. La sola valorizzazione del patrimonio immobiliare può garantire 300 milioni di euro l’anno da utilizzare per ridurre il debito, pagare il rateo annuale di 86 milioni e garantire gli interventi a favore dei neonati e della famiglia. La valorizzazione del patrimonio culturale, turistico e ambientale può garantire un cash flow ancora più importante. Le parentopoli, le affittopoli, le mafie della capitale saranno solo parole che ricordano un passato a cui non bisognerà mai più tornare, figlio di classi dirigenti indegne di centrodestra come di centrosinistra che hanno spolpato vergognosamente il bilancio di 5.5 miliardi di euro annui della nostra città.
6. TUTELARE I PIU’ DEBOLI: DISABILI, ANZIANI, BAMBINI ESPOSTI ALLA CULTURA GENDER NELLE SCUOLE. Nella capitale della cristianità la solidarietà verso il più debole è scritta nel dna. Il Comune deve garantire la tutela dei più deboli e non possono essere calpestati i diritti dei disabili e degli anziani, prima di tutto il diritto alla deambulazione contro ogni barriera architettonica. Una nuova cultura della solidarietà è capace anche di generare lavoro (priorità assoluta per i più giovani) e sicurezza nel contesto urbano. La solidarietà pelosa degli abusivismi, dello sfruttamento del migrante o del rom per finalità di arricchimento, dovrà essere efficacemente combattuta affinché il cittadino romano si senta sempre sicuro in casa propria, perché la città è prima di tutto casa nostra. I nostri figli devono poter circolare tranquillamente. A scuola occorrerà fronteggiare l’offensiva della colonizzazione ideologica del gender, una cultura pericolosa che è “un errore della mente umana” e dovrà essere contrastata visto che l’obiettivo delle associazioni Lgbt è esporre i più piccoli a questa offensiva.
7. PRIMA VIENE LA COSCIENZA: CON GLI OBIETTORI, SEMPRE. In un clima di attacco ai medici obiettori di coscienza contro l’aborto, il Comune sosterrà l’azione di questi professionisti coraggiosi che rispettano il giuramento d’Ippocrate evitando di dare la morte a soggetti deboli come i bambini nascituri. A Roma ogni donna italiana fa mediamente solo un figlio e per ogni romano nato quasi due romani muoiono. Così muore una città e i medici obiettori sono la cura contro questa piaga. Analogamente gli eletti del Popolo della Famiglia rifiuteranno di celebrare unioni civili omosessuali in Campidoglio secondo le ritualità paramatrimoniali fissate dalla legge Cirinnà, riconoscendo come famiglia solo quella declinata dall’articolo 29 della Costituzione: la “società naturale fondata sul matrimonio” che dall’incontro tra un uomo e una donna arriva a generare figli che hanno come primo diritto quello ad avere una mamma e un papà.