UNA RIFORMA PERICOLOSA

12 Aprile 2016 Mario Adinolfi
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Il Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi

I 361 deputati che hanno dato il definitivo via libera alla sesta lettura della riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi in assenza anche fisica di opposizione si sono assunti una responsabilità storica. La riforma che il dinamico premier è riuscito in due anni a condurre in porto costruisce una democrazia il cui scatto fotografico è proprio quello del voto: conterà solo la maggioranza, l’opposizione sarà del tutto irrilevante. Il combinato disposto di riforma costituzionale e Italicum con premio di maggioranza costruisce un sistema in cui chi vince le elezioni, pur avendo avuto il consenso forse di un 30% degli italiani, arriverà ad avere il controllo diretto di oltre il 90% delle cariche. Con il Senato ridotto a dopolavoro per vecchie glorie e cacicchi locali, le leggi verranno scritte in Consiglio dei ministri e portate a ratifica alla Camera dei deputati in un sistema sostanzialmente monocamerale. La Rai è già stata addomesticata, la Corte costituzionale pure. La vicenda della legge sulle unioni civili ha fatto capire che davanti a eventuali difficoltà si è pronti ad adottare procedure golpiste come mettere la fiducia su una legge con evidenti aspetti che interrogano la coscienza dei parlamentari. Siamo pronti a consegnare tutto questo potere a uno solo, senza contrappesi? La disastrosa prova data dal Parlamento italiano nell’ultimo quarto di secolo ne giustifica il downgrade a mero luogo di ratifica? A questo si darà risposta con il referendum di ottobre. Sarà bene arrivare preparati.